Giuseppe Conte ha criticato duramente la premier Meloni per aver sottoscritto l’accordo sull’aumento delle spese militari: ecco le sue parole
Nuove tensioni emergono nello scenario politico italiano in seguito alle dichiarazioni di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che ha criticato aspramente la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in merito all’accordo sull’aumento della spesa per la difesa sottoscritto nell’ambito del vertice della NATO.
L’accusa di Giuseppe Conte sul disastro sociale
Davanti a Montecitorio, Giuseppe Conte ha definito la firma di Giorgia Meloni come un “disastro sociale per l’Italia”, sottolineando che l’accordo comporterà un impegno economico di oltre 400 miliardi di euro fino al 2035 destinati all’acquisto di armi, carri armati e missili. Secondo l’ex premier, questo impegno rappresenta nuovi debiti e tagli futuri, con conseguenze pesanti per le future generazioni. Conte ha inoltre evidenziato come il governo non abbia chiarito da dove verranno reperite le risorse necessarie, accusando la presidente del Consiglio di scaricare il peso degli impegni finanziari sui governi futuri, in particolare oltre il 2026.
Il contesto politico e la posizione di Giorgia Meloni
Giorgia Meloni, al governo dal 22 ottobre 2022, è la prima donna a ricoprire la carica di presidente del Consiglio nella storia d’Italia. Leader di Fratelli d’Italia, partito da lei fondato nel 2012, Meloni ha mantenuto una posizione ferma sulla politica di difesa e sicurezza internazionale, rafforzando l’alleanza con la NATO. L’accordo recentemente firmato, che prevede un significativo aumento della spesa militare, rientra nelle strategie di rafforzamento dell’apparato difensivo italiano nel contesto geopolitico attuale.
La critica di Conte si inserisce in un confronto politico acceso sulle priorità di spesa pubblica e sulle strategie di investimento per il futuro del Paese, con il Movimento 5 Stelle che evidenzia i rischi sociali e finanziari legati a tali scelte. Conte ha concluso affermando che questo sarà un debito che peserà sui figli degli italiani, traducendosi in un aumento delle tasse e in ulteriori tagli alla spesa pubblica.
Le tensioni tra i due principali leader politici riflettono una divisione profonda sulla gestione delle risorse e sulle strategie di politica internazionale in un momento cruciale per l’Italia e l’Europa.






