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Attacco a Strasburgo, negoziante: “La vita deve continuare”

Attacco a Strasburgo, negoziante: “La vita deve continuare”

“Dal Bataclan siamo abituati, adulti e bambini”

POLITICA (Strasburgo). Non ho visto nulla, è successo alle 20 e io avevo chiuso il negozio. Uscendo ho visto delle persone che camminavano velocemente, altri correvano, e qualcuno mi ha detto che c’erano stati degli spari a Strasburgo. Mi sono diretto verso il parcheggio un po’ più rapidamente del solito e sono rientrato a casa, dove ho acceso la tv per ascoltare il telegiornale. Lì ho saputo davvero quello che stava succedendo, ho saputo dei morti e dei feriti.
In effetti negli anni scorsi ci sono stati degli attentati sventati. Bisogna comunque dire che a Strasburgo c’è molta sicurezza. Io non ho paura, tuttavia mi pongo molte domande. La vita deve continuare: oggi chiudiamo i negozi, il mercatino di Natale è chiuso, domani sarà un altro giorno, apriremo e spero che le persone non andranno tutte via. Bisogna continuare a vivere.
Mi faccio delle domande sul mio negozio: mi chiedo se la stagione per noi sia finita, se questa persona fosse sola o parte di un gruppo. Non l’hanno ancora trovato, dov’è? Chi è? Non lo sappiamo. Ci sono molte cose così che si mescolano, siamo un po’ confusi, è la prima volta che succede, non siamo abituati a questo.
Le persone sono comunque ancora qui, escono dagli alberghi al mattino come se fossero arrivate ora e il mercato dovesse aprire. In realtà però il mercato non aprirà e le persone non sanno bene cosa fare. Prima alcuni belgi mi hanno chiesto cosa potessero fare, e io ho detto magari di fare un giro in barca, visitare i musei se sono aperti, sfruttare questo momento per visitare Strasburgo. Nel mercatino di Natale oggi non c’è nessuno …
Strasburgo ha diversi milioni di turisti a dicembre, quindi normalmente qui è pieno di gente.
Abbiamo cominciato ad aprire ma le persone del Comune ci hanno detto che non potevamo, che dovevamo mettere tutto all’interno del negozio. Ma così non abbiamo più accesso all’interno, allora abbiamo pensato di chiudere. Siamo anche un po’ stanchi visto che questa notte abbiamo dormito male.
Dal Bataclan in Francia siamo purtroppo un po’ abituati ad ascoltare e leggere sul giornale cose così. Le persone ormai sono abituate a vedere dei controlli di sicurezza dove aprono le borse, purtroppo ormai fa parte del nostro quotidiano. Anche i bambini nelle scuole fanno delle esercitazioni come quelle antincendio, ma contro le intrusioni. Mio figlio partendo questa mattina mi ha detto: “Papà fai attenzione, mi raccomando”. E io ho risposto: “Non preoccuparti, non ho paura, e nemmeno tu devi averla”. Ha 8 anni. Così Jean Laurent, cittadino di Strasburgo che lavora nel suo negozio davanti alla Cattedrale, teatro dell’attacco di ieri. (Giulia Torbidoni)

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