Firenze, 08 maggio – Durante una lectio magistralis, Giuliano Amato ha espresso scetticismo riguardo a una forza armata europea indipendente dagli Stati nazionali, evidenziando la necessità di un Comando unificato europeo per operazioni difensive. Ha anche sottolineato l’importanza dei contingenti NATO per la sicurezza europea
In un’affollata lectio magistralis tenutasi a Firenze, Giuliano Amato ha espresso forti dubbi sulla possibilità di creare una forza armata completamente europea, indipendente dagli Stati nazionali. L’evento, intitolato “La guerra è finita”, è stato organizzato dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dalla Spi Cgil Toscana in occasione dell’ottantesimo anniversario della conclusione della Seconda guerra mondiale. Amato ha sottolineato che l’idea di un esercito europeo richiederebbe necessariamente una revisione dei trattati attuali, che attualmente vincolano le missioni di difesa europea all’utilizzo di contingenti nazionali.
Le difficoltà nella creazione di un esercito europeo
Secondo l’ex presidente del Consiglio, già oggi è difficile mantenere in efficienza gli eserciti nazionali, a causa dell’assenza di coscrizione. “Non c’è tempo per costruire un esercito europeo da zero”, ha dichiarato, evidenziando le sfide logistiche e politiche connesse a un progetto così ambizioso. Amato ha anche messo in luce il successo dell’integrazione delle forze militari all’interno della NATO, un processo che ha richiesto decenni e che ha permesso di superare differenze significative tra le tradizioni e le normative militari dei vari Stati membri.
Una proposta pragmatica per la difesa europea
Il suo ragionamento si è spostato verso una proposta più pragmatica: trasformare i contingenti europei della NATO in una forza di difesa europea. “La cosa più ragionevole è che i contingenti europei della NATO diventino i contingenti della difesa europea”, ha affermato, suggerendo che un comando unificato europeo per operazioni difensive sarebbe più utile e realistico.
L’importanza della cooperazione internazionale
Amato ha sottolineato l’importanza di avere accesso a risorse tecnologiche statunitensi, in particolare per operazioni in cui gli Stati Uniti potrebbero non essere coinvolti. Questo richiamo alla cooperazione internazionale mette in evidenza la necessità di un approccio strategico condiviso per garantire la sicurezza dell’Europa, senza necessariamente dover ricreare strutture militari da capo. La sua analisi offre uno spunto di riflessione importante sul futuro della difesa europea e sulla necessità di una maggiore integrazione all’interno di un contesto di alleanze già esistenti.






