Roma, 30 settembre 2025 – La Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano in relazione alla vicenda giudiziaria legata a Usāma al-Maṣrī Nağīm, noto come Almasri, generale libico accusato di crimini contro l’umanità. Le votazioni, tenutesi oggi a Montecitorio, hanno registrato 13 voti contrari e 6 favorevoli in tutte e tre le distinte votazioni. La discussione in Aula è stata aggiornata al 9 ottobre, data in cui interverrà il nuovo relatore, onorevole Pietro Pittalis.
La decisione della Giunta, il procedimento parlamentare
Il presidente della Giunta per le autorizzazioni, Devis Dori, ha comunicato che a seguito della bocciatura della relazione presentata in precedenza dall’onorevole Federico Gianassi (Pd), che proponeva il via libera all’autorizzazione a procedere, è stato nominato un nuovo relatore per un approfondimento ulteriore. Gianassi, infatti, presenterà comunque una relazione di minoranza in Aula.
La vicenda riguarda il caso di Almasri, arrestato in Italia su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Libia, e successivamente rilasciato e rimpatriato. La decisione della Giunta rappresenta un importante passaggio politico e giudiziario, in un contesto di forte attenzione sulle procedure di cooperazione internazionale e sulla gestione dei rapporti con la Corte dell’Aja.
Contesto e implicazioni della vicenda Almasri
Almasri, militare libico nato a Tripoli nel 1979 e legato alla milizia RADA, è stato accusato di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui tortura, stupro e omicidio, perpetrati nella prigione di Mitiga durante la seconda guerra civile libica. Dopo essere stato fermato in Italia nel gennaio 2025, il suo arresto è stato dichiarato irrituale dalla Corte d’Appello di Roma per irregolarità procedurali e mancate comunicazioni con il Ministero della Giustizia. Di conseguenza, Almasri è stato liberato e rimpatriato in Libia.
Il caso ha suscitato un forte dibattito politico e ha portato all’apertura di indagini nei confronti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dei ministri Nordio e Piantedosi, e del sottosegretario Mantovano, per presunte responsabilità nell’ambito della gestione dell’arresto e della successiva scarcerazione. Parallelamente, la CPI ha avviato una procedura di verifica sulle mancate azioni di consegna alle autorità internazionali.
Il voto odierno della Giunta per le Autorizzazioni si inserisce in questo quadro complesso, riflettendo il confronto politico in Parlamento sulla delicatezza della vicenda e sulla necessità di garantire il rispetto delle norme internazionali e dei diritti umani.






