Roma, 26 novembre 2025 – In un nuovo capitolo della sua detenzione, Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, torna a denunciare le drammatiche condizioni del carcere di Rebibbia, dove è detenuto dal 31 dicembre 2024. Nel suo diario di cella, pubblicato sui social, Alemanno descrive una situazione di vero e proprio disagio causato dal freddo intenso e dal malfunzionamento degli impianti di riscaldamento. Il tema del sovraffollamento e delle difficoltà strutturali del penitenziario si intreccia con la carenza di risorse e con l’impatto sulle condizioni di vita sia dei detenuti sia del personale della Polizia penitenziaria.
Emergenza freddo e malfunzionamento delle caldaie a Rebibbia
Alemanno, che ha accumulato oltre 327 giorni di detenzione, denuncia che i termosifoni risultano spenti da giorni a causa di un guasto alle caldaie, lasciando le celle in uno stato di gelo, aggravato da un brusco calo delle temperature che ha investito anche Roma e l’intera Italia. Nel suo racconto, l’assenza di riscaldamento coinvolge non solo i detenuti ma anche il personale di sorveglianza: gli agenti sono costretti a indossare strati extra sotto la divisa e le docce serali mancano di acqua calda.
La situazione peggiora ulteriormente per la carenza di spazi: alcune salette sociali sono state trasformate in celle di emergenza per far fronte al sovraffollamento, con posti letto improvvisati e scarsità di servizi igienici funzionanti. Alemanno riferisce di celle multiple dove la superficie calpestabile per detenuto è inferiore ai 2 metri quadrati, ben al di sotto dei 3 metri quadrati minimi stabiliti dalla normativa europea e nazionale. Diverse denunce, accolte dal Tribunale di sorveglianza e supportate da rilevazioni del Garante regionale Stefano Anastasia, hanno portato alla riduzione delle pene per alcuni detenuti, in virtù del riconoscimento di condizioni detentive “inumane o degradanti”.
Le critiche di Gianni Alemanno sulla situazione delle carceri italiane
Nel suo diario, Alemanno critica duramente le parole del Ministro della Giustizia Carlo Nordio che in passato aveva dichiarato di voler “spezzare le reni al sovraffollamento carcerario”. Secondo l’ex sindaco, ad oggi non sono stati messi in atto interventi strutturali sufficienti a migliorare la situazione delle carceri italiane, e la condizione di Rebibbia resta critica, con il freddo che aggrava ulteriormente l’emergenza umanitaria.
Nonostante la detenzione, Alemanno continua a esercitare un ruolo attivo nella denuncia delle condizioni carcerarie. A settembre 2025 ha partecipato a una seduta straordinaria del Consiglio comunale di Roma tenutasi all’interno del carcere di Rebibbia, un’iniziativa che non si ripeteva da oltre vent’anni. Nel suo intervento, l’ex sindaco ha parlato anche di orti urbani, portando la sua esperienza da ministro delle Politiche Agricole (2001-2006) per proporre attività di rieducazione e inclusione all’interno delle mura carcerarie.
L’ex primo cittadino ha sottolineato il valore simbolico di questa riunione, che ha “riammesso” i detenuti nella comunità cittadina, ricordando che anche chi è recluso è parte integrante della società romana. Durante il consiglio, sono state discusse mozioni per il miglioramento delle condizioni di detenzione e si è registrata una apertura da parte di consiglieri di centrodestra verso politiche meno securitarie e più orientate alla rieducazione.
Gianni Alemanno è stato condannato nel 2022 per finanziamento illecito e traffico di influenze, sconta una pena di un anno e 10 mesi a Rebibbia, dove si è fatto portavoce delle istanze di diritti e dignità dei detenuti.
