Sono passate tre settimane dalla messa in onda di The Traitors, il reality di Prime Video che ha riportato Pierluca Mariti – noto sui social come @piuttosto_che – al centro della conversazione. Per lui, l’avventura nel castello è stata molto più di un gioco.
“È stata un’esperienza folle. Da fuori sembra facile, ma da dentro è un vero esperimento sociale”, racconta ai microfoni di Newzgen. “Mi ha divertito moltissimo e lo rifarei subito”. Mariti, assegnato al ruolo di “leale”, ammette con autoironia le difficoltà nel gestire le dinamiche del gioco: “Non sono portato per le bugie, infatti mi sono incartato da solo”.
Il pubblico, però, l’ha premiato proprio per la trasparenza. Una cifra personale che non ha mai nascosto, né davanti alle telecamere né online.
Onestà e vulnerabilità: “Essere me stesso è la mia unica strategia”
Il punto forte di Pierluca Mariti è la sua autenticità. Nel format, a volte questa sincerità ha rischiato di danneggiarlo, ma lui non ha mai voluto tradirla.
“In un ruolo da traditore devi sostenere una versione di te che non è naturale”, spiega. “È stato bello vedere che parte del pubblico ha provato solidarietà, immedesimandosi nelle mie difficoltà”.
Una lealtà che si riflette anche nella sua presenza digitale. Mariti racconta che tutto è iniziato per caso, durante la pandemia, quando la comunicazione social si era finalmente liberata dell’ossessione per la perfezione: “La mia inclinazione per lo spettacolo è spontanea. Credo che essere spontanei sia la chiave vincente”.
Non esiste una strategia costruita: “Sui social non ho un piano editoriale. Quello che mi viene da fare lo faccio”. E il pubblico risponde: la sua community è tra le più fedeli e affezionate del web italiano.
Prendere posizione senza perdere leggerezza: “Se posso sostenerla, la dico”
Oltre alla leggerezza, Mariti non ha paura di affrontare temi complessi, soprattutto quelli legati ai diritti, ambito in cui ha una solida formazione: è laureato in giurisprudenza.
“Se non ho una cosa da dire e non so sostenerla con i fatti, preferisco stare zitto”, afferma. “Se ho un’opinione e posso argomentarla, la dico”.
Riconosce però che l’ironia è un’arma a doppio taglio: “Sui temi complessi può essere utile, ma bisogna stare attenti al contesto. Su internet spesso il contesto non esiste”.
Mariti riflette anche sul ruolo dei social oggi: mezzi potentissimi ma disgreganti. “L’algoritmo crea una realtà pensata solo per te, e l’eccessivo individualismo rende difficile raccontare la complessità”.
Per questo il teatro rimane per lui un luogo magico: “In sala il pubblico molla il telefono per due ore. È un’esperienza unica, senza filtri”.
La nuova sfida: co-condurre i Diversity Media Awards
Per Mariti il 2025 è un anno di nuovi traguardi. Sarà infatti co-conduttore dei Diversity Media Awards, un evento che negli ultimi dieci anni ha raccontato il cambiamento della società italiana attraverso la rappresentazione nei media.
“È un osservatorio fondamentale che fotografa il momento storico in termini di inclusione e rappresentazione”, dice. Un palco che gli permette non solo di essere intrattenitore, ma anche di partecipare attivamente alla narrazione culturale del presente.
Dai social al teatro, dalla radio al reality, Pierluca Mariti continua a muoversi con l’arma che meglio lo rappresenta: la spontaneità. La stessa che lo ha reso uno dei volti più riconoscibili e genuini della nuova generazione digitale.
