ROMA – “Sto facendo un esercizio con me stesso: voglio che la politica cambi davvero la direzione del Paese”. Con queste parole Michele Boldrin, economista e accademico, racconta ai microfoni di Newzgen la nascita di “ORA!”, il nuovo partito che definisce “di estremo centro”.
Il progetto, sviluppato insieme all’imprenditore Alberto Forchielli e originato dall’associazione “Movimento Drin Drin”, mira a scuotere un elettorato apatico e disilluso, con l’obiettivo di restituire centralità al pensiero riformista.
“Vogliamo capire cosa vuole quel 50% che non vota”
Per Boldrin, il punto di partenza è la constatazione che una larga parte del Paese non si riconosce più in nessuna offerta politica. “L’Italia è anestetizzata – spiega – e le elezioni regionali lo dimostrano: una grande maggioranza o non vota o pensa che non ci sia speranza. Ora! nasce per capire cosa vuole quel 50% che resta a casa”.
Il termine “estremo centro” non è una provocazione, ma una scelta identitaria. “Rifiutiamo la retorica destra-sinistra e non abbiamo paura di sostenere tesi impopolari. La nostra bussola è il pragmatismo: vogliamo discutere di crescita, scuola, pensioni, politica estera, senza slogan”.
Michele Boldrin: “Il centro deve smettere di giocare coi bonus”
Il segretario di Ora! sottolinea la distanza rispetto alle esperienze centriste esistenti, come Azione e Italia Viva: “L’ossessione italiana è normare e intervenire continuamente con provvedimenti-giochetti – spiega –. I bonus o le mini-riforme fiscali servono solo a galleggiare, ma non fanno crescere il Pil”.
Boldrin insiste sul bisogno di “andare alla radice dei problemi veri”, un aspetto che, a suo giudizio, è mancato a tutte le forze moderate degli ultimi anni. “Se non fai crescita, la coperta rimane corta. Con Calenda è forse possibile lavorare, ma solo a patto che voglia giocare alla pari. Altri sembrano più interessati ai giochi personali o a posizioni troppo ideologiche”.
“Scuola e pensioni, le vere urgenze del Paese”
Tra le priorità del programma, Boldrin individua due emergenze strutturali: scuola e pensioni. “Non è vero che abbiamo il sistema scolastico migliore – afferma –: costringe a scegliere la vita a 13 anni, separa precocemente tra chi va al classico o al professionale, e spesso insegna cose inutili per il mondo moderno. Così abbiamo abbandoni altissimi e la più bassa formazione universitaria in Europa”.
Sulle pensioni, il giudizio è altrettanto netto: “Bisogna essere realistici. L’Italia non cresce e il sistema attuale sta massacrando chi lavora. Non è vero che i pensionati sono poveri per nostra cattiveria: molti percepiscono pensioni basse perché non hanno contribuito a sufficienza. La verità è che i lavoratori di oggi prendono ancora meno”.
Un approccio che, per Boldrin, rompe con il linguaggio populista: “Abbiamo un’idea infantile della politica, che pretende tutto gratis. È una delle tragedie italiane alimentate da decenni di assistenzialismo”.
“Difendere la democrazia, senza tifoserie”
Sul fronte internazionale, Ora! adotta una linea definita “pre-politica”, fondata su principi di democrazia e diritti umani. “Sosteniamo la difesa dell’Ucraina perché la sua libertà è cruciale per la sicurezza dell’Europa – chiarisce Boldrin –. Ma riconosciamo anche la tragedia dei palestinesi, milioni di persone private di terra e vita. Rifiutiamo la posizione di chi urla ‘viva Hamas’ o di chi considera Netanyahu un eroe”.
Per l’economista, il nodo è il ruolo dell’Europa: “È fottuta e divisa, incapace di usare le sue risorse per armarsi e costruire una vera politica estera comune. Se non si muove, il suo declino sarà irreversibile”.
“Ora!” si presenta dunque come un esperimento politico e culturale: un tentativo di riportare nel dibattito pubblico una voce razionale e radicalmente laica, convinta che al Paese servano riforme di sostanza e non nuove bandiere di parte.

