Milano, 30 settembre 2025 – A poche centinaia di miglia dalla zona dichiarata “alto rischio” dalla Marina israeliana, Tony La Piccirella, figura di spicco della Global Sumud Flotilla, ha espresso in diretta su Newzgen, il programma in streaming su Twitch e YouTube prodotto da Alanews, il suo punto di vista sulla situazione attuale e sulle tensioni che si respirano a bordo della nave umanitaria in rotta verso Gaza.
La tensione in mare e la posizione della Marina italiana
La Piccirella ha raccontato la crescente tensione a bordo, sottolineando la determinazione degli attivisti: “Siamo a 200 miglia da Gaza. Mi ha contattato il ministro Crosetto per avvertirmi che la Marina italiana ci lascerà oggi e che poco prima di allontanarsi lancerà un’allerta invitandoci a invertire la rotta. Trovo questo comportamento scorretto, tipico della politica italiana attuale, rappresentata da Tajani, Mattarella e Farnesina. Dopo un mese di navigazione non torneremo indietro: non è mai stata un’opzione”.
Questo episodio evidenzia le difficoltà diplomatiche e operative che la Flotilla incontra, specialmente di fronte a un governo che sembra oscillare tra il sostegno pubblico alla missione e una certa prudenza nei rapporti con Israele. La Piccirella ha inoltre ricordato il confronto con la Marina israeliana di pochi mesi fa e ha fatto riferimento alla celebre Freedom Flotilla del 2010, spiegando che oggi la situazione è diversa, con una maggiore visibilità mediatica e un “genocidio che, grazie ai social, è sotto gli occhi di tutti“. Questo, secondo lui, rende ogni azione militare israeliana più rischiosa dal punto di vista politico.
Critiche al piano di pace e alla narrativa dominante
Sul fronte politico e umanitario, la Flotilla ha risposto con durezza al recente piano di pace presentato da Trump e Netanyahu. La Piccirella ha definito quella proposta “un incubo”, accusandola di essere una resa mascherata da accordo: “Non è pace, ma baratto di diritti fondamentali – come cibo, acqua e cure mediche – in cambio di un dominio permanente di Israele, con gli Stati Uniti e Tony Blair come mediatori”.
Ha inoltre denunciato le accuse rivolte agli attivisti di possibili legami con Hamas, che definisce prive di fondamento: “Con la scusa di Hamas sono state uccise 60.000 persone. Noi non abbiamo alcun legame. Israele ha monopolizzato la narrazione, martellando l’opinione pubblica per anni con questa storia, e ora chiunque si oppone deve prima difendersi da queste accuse”.
La forza della mobilitazione e il coraggio degli attivisti
Riguardo al clima emotivo a bordo, La Piccirella ha dichiarato che la paura non domina la nave: “La paura più grande era prima, quella di restare immobili mentre si consumava un genocidio tollerato dai nostri governi. Ora sentiamo di muoverci nella direzione giusta”.
Ha poi evidenziato il valore simbolico e collettivo della missione: “Molti di noi non avevano mai navigato, ma abbiamo imparato grazie al sostegno popolare. Quel che accade in mare è solo la punta dell’iceberg: la vera forza è nelle mobilitazioni, negli scioperi e nei blocchi logistici, è lì che si può davvero fare la differenza”.
Infine, parlando dello spirito della squadra, La Piccirella ha detto: “Le persone qui sono attaccate alla vita, al suo significato profondo, alla condivisione e alla comunità. Questo ci dà forza e ci permette di mantenere il sorriso, nonostante tutto. È un atto di rottura contro un sistema che ci ha abituati alla rassegnazione”.






