Nuova puntata per il BSMT, il podcast condotto da Gianluca Gazzoli: ospite, il presidente e amministratore delegato del Formula One Group Stefano Domenicali. Durante la conversazione, Domenicali riflette sul suo passato in Ferrari, discutendo del suo ruolo e della sua crescita personale e professionale. L’intervista si concentra principalmente sul grande momento di crescita della Formula 1 come piattaforma di intrattenimento globale, l’espansione verso nuovi mercati come gli Stati Uniti, e il successo di progetti multimediali come il film sulla F1 e la serie “Drive to Survive”. Domenicali sottolinea anche l’importanza della gestione del cambiamento, la necessità di attrarre un pubblico più giovane e femminile, e l’approccio strategico per bilanciare l’eredità storica con le esigenze di innovazione e commercio, citando i Gran Premi di Monza e Imola come esempi.
L’esperienza e la crescita personale in Ferrari
Stefano Domenicali, Presidente e CEO della Formula 1, ha fatto riferimento alla sua lunga esperienza e al legame con la Ferrari in diversi passaggi dell’intervista, sottolineando l’importanza di questo periodo per la sua crescita professionale e personale.
Domenicali ha trascorso 23 anni in Ferrari, descrivendo questo periodo come una fase fondamentale della sua vita. Ha dichiarato che la Ferrari ha rappresentato veramente “23 anni di vita: lì ho fatto tutto, ho vinto, perso e sono cresciuto come uomo“. Nonostante non sia stato un percorso banale, è stata un’esperienza formativa.
Grazie all’esperienza maturata in Ferrari, ha avuto l’opportunità di sviluppare anche la conoscenza dei circuiti, poiché era diventato responsabile del Mugello. In quel periodo, era il più giovane direttore di gara del motociclismo e dirigeva le gare delle moto al Mugello. L’esperienza accumulata in Ferrari lo aiuta nel suo ruolo attuale in Formula 1: la conoscenza di quella dimensione gli è utile perché gli permette di sapere che “non ti possono prendere in giro“. Questa comprensione approfondita è necessaria per essere efficace e per attuare i cambiamenti in modo più fattivo.
Il momento delle dimissioni dalla Ferrari
Riguardo alla decisione di lasciare l’azienda, Domenicali ha descritto le sue dimissioni dalla Ferrari nel 2014 come la scelta “più difficile e forse dall’altra parte… anche la più facile“. Ha ritenuto che fosse il momento giusto per farlo, poiché quando si hanno certe responsabilità, bisogna saperle prendere. Dopo 23 anni, alla fine degli studi universitari, la Ferrari aveva rappresentato la sua vita.
Dopo questo percorso, ha imparato che “non bisogna aver paura di affrontare il futuro“ o di vivere nella paura del buio. Ha affrontato il periodo successivo in modo “molto molto più serena“.
I momenti sportivi e le sconfitte
Domenicali ha ricordato momenti emozionalmente molto forti vissuti in Ferrari, che lo hanno aiutato a guardare la vita con un altro punto di vista e a sedimentarsi professionalmente. Ha citato specificamente gli anni in cui la squadra ha perso, tra cui:
- La perdita del mondiale all’ultima gara con Felipe Massa, pur avendo vinto il Titolo Costruttori nel 2008.
- La sconfitta all’ultima gara a Abu Dhabi nel 2010 con Fernando Alonso.
- La perdita dell’ultima gara in Brasile nel 2012, sempre con Fernando Alonso.
Ha descritto il dramma del 2008, quando tutti festeggiavano il titolo piloti vinto da Felipe Massa per 23 secondi. Domenicali, invece, stava seguendo il GPS sullo schermo e vedeva la macchina di Timo Glock avvicinarsi “in maniera un po’ troppo violenta“. Quando ha visto il sorpasso all’ultima curva, ha dovuto annunciare via radio che era necessario comunque festeggiare (il titolo Costruttori), mentre l’altro schermo mostrava il team in festa. Ha definito “straordinaria” la reazione di Felipe Massa, che è stato campione del mondo per pochi secondi.
La visione del brand Ferrari nel Ruolo Attuale
Nel suo ruolo di CEO di Formula 1, Domenicali è consapevole del suo passato di “ex ferrarista“. Ha ammesso che, da italiano ed ex ferrarista, se la Ferrari vince gli fa “solo un grandissimo piacere“. Questo perché è consapevole dell’“effetto positivo“ che le vittorie della Ferrari generano sul business della Formula 1.
Riguardo al trasferimento di Lewis Hamilton in Ferrari, Domenicali lo considera un evento potentissimo per la Formula 1 in generale. Ha sottolineato che il brand Ferrari è sempre molto importante, poiché “la Ferrari è sempre la Ferrari in giro per il mondo“.
Tuttavia, ha anche notato che, sebbene la Ferrari lo “emozioni“ e rimanga la Ferrari, oggi la Formula 1 è in una fase in cui “vedevamo rosso un po’ dappertutto“, ma ora stanno crescendo anche altri colori e altre forme, in un contesto dove i tifosi di diverse squadre riescono a coesistere. Ha aggiunto che per i giovani l’attenzione al presente è cruciale, poiché “la storia è importante, ma attenzione perché i giovani del futuro si dimenticano… in fretta di quello che è successo ieri“.

Stefano Domenicali: la Formula 1 come piattaforma di intrattenimento
Domenicali ha sottolineato che la Formula 1 si trova in un momento di grande crescita. Lo sport non è più visto solo come una dimensione sportiva, ma come una dimensione di intrattenimento. L’obiettivo è non solo mantenere l’attenzione dei tifosi storici, ma anche allargare la base. Questa strategia sta portando risultati significativi: il target di pubblico si sta ringiovanendo e sta coinvolgendo sempre di più il pubblico femminile.
Per rimanere rilevante, la F1 deve competere per l’attenzione contro altre forme di spettacolo, come film, podcast, concerti e mostre. Per anticipare e gestire questa “macchina che va molto veloce“, è essenziale ascoltare costantemente. Domenicali e il suo team hanno cambiato il paradigma dello sport, attraverso progetti che inizialmente sembravano “impossibili“, come la serie Netflix Drive to Survive.
Un elemento chiave di questa strategia di allargamento è stato il coinvolgimento in progetti esterni di alto profilo, come il recente film sulla Formula 1 con Brad Pitt. Domenicali si è dichiarato molto soddisfatto del successo del film, specialmente per l’effetto di trascinamento che ha avuto nell’avvicinare persone che non conoscevano affatto la Formula 1. La produzione, che ha visto il coinvolgimento di Jerry Bruckheimer, Joe Kosinski (Top Gun Maverick) e Apple, è stata gestita con l’obiettivo cruciale di garantire l’autenticità, includendo il coinvolgimento diretto delle squadre e di piloti come Lewis Hamilton. Brad Pitt stesso si è preparato guidando una Formula 1.
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Comunicazione, Talenti e Regolamenti
Per rendere lo sport accessibile al nuovo pubblico, Stefano Domenicali ha ricordato come sia fondamentale cambiare l’approccio comunicativo e semplificare il linguaggio. Molti termini specialistici del gergo della F1 non sono conosciuti dalle nuove generazioni. Per affrontare questo, è stata lanciata la Kids TV, che mantiene lo stesso prodotto visivo ma introduce grafiche diverse, telecronisti adolescenti e musiche differenti.
A livello di gestione, la Formula 1 deve attrarre i migliori professionisti, anche da altri settori, per portare “linfa nuova“. I venti piloti sono considerati “gioielli” e devono essere modelli aspirazionali, non solo per chi vuole guidare, ma per qualsiasi ruolo all’interno del mondo F1 (meccanici, ingegneri). Domenicali non impone omogeneità, “non voglio 20 copia incolla“, incoraggiando invece i piloti a esprimere la propria personalità. La presenza di piloti carismatici e di successo, come Jannik Sinner nel tennis, citato da Gazzoli, o Lando Norris nella F1, è cruciale per attrarre attenzione, sia personale che commerciale. A tal fine, la F1 sta anche investendo per far crescere il movimento femminile nelle corse.
Riguardo alla tecnologia e ai regolamenti, la F1 sta affiancando lo sviluppo tecnologico ai massimi livelli con i temi della sostenibilità. L’introduzione di motori ibridi con benzine sostenibili è un modo per mantenere legati al mondo della F1 i grandi costruttori di automobili. Il fatto che marchi come Honda, Audi, Ford, GM (Cadillac) si uniranno in futuro dimostra che la direzione strategica è stata corretta.
Globalizzazione, Storicità e Leadership
La F1 gode di una lista d’attesa importante di paesi che vogliono ospitare un Gran Premio. Gli investimenti negli USA e nel Medio Oriente hanno rappresentato un punto di svolta. Ospitare un Gran Premio ha un impatto economico significativo: ad esempio, Monza genera circa 200 milioni di investimenti nel territorio in un weekend. Per questo motivo, il 98% dei promotori riceve un contributo pubblico, vedendo l’evento come un investimento per il turismo e le relazioni internazionali.
Nel dibattito tra storicità e modernità, la situazione di Imola è emblematica. Imola è tornata in calendario durante il Covid, ma la sua storicità, comunque un valore importante per Stefano Domenicali, non è sufficiente se non è supportata da un piano di sviluppo e infrastrutture adeguate. La concorrenza è cambiata ed è diventata molto più aggressiva. Per i nuovi tifosi, correre a Montecarlo o sul nuovo circuito di Las Vegas è indifferente; la priorità è avere una struttura che guardi al futuro.
Riguardo al suo stile di leadership, Domenicali respinge l’idea delle “maschere” o dei modelli aggressivi e maleducati. Crede nel rispetto basato sulla sostanza dei rapporti e sulla credibilità. L’essere italiano, a suo avviso, aiuta in quanto il DNA italiano è votato a essere risolutore di problemi e facilitatore del dialogo, grazie a un giusto mix di empatia e pragmatismo.
La nuova sfida in Lamborghini
Infine, Stefano Domenicali ha raccontato la sua esperienza a Lamborghini, dove è arrivato con l’umiltà di imparare un mestiere nuovo. Il successo è derivato dallo sviluppo del modello Urus, ma anche dal dare un volto più umano al marchio, che rispecchiasse le sue origini italiane. Nonostante le pressioni del gruppo Volkswagen a favore dell’elettrico, Domenicali ha mantenuto la barra dritta su scelte strategiche che si sono poi rivelate vincenti.
Domenicali riconosce che oggi la Formula 1 è un modello anche per altre discipline, inclusi i mondi NBA e NFL, che sono interessati a come la piattaforma è stata sviluppata a livello globale. L’ascolto reciproco con questi mondi ha portato nuove idee e ha permesso alla F1 di sentirsi apprezzata.





