Roma, 20 novembre 2025 – L’Unione europea si appresta a introdurre dal luglio 2026 nuove norme che impatteranno profondamente il mondo delle automobili sportive di alta gamma, con un’attenzione particolare alle supercar. La terza fase del regolamento 540/2014, mirata alla riduzione dell’inquinamento acustico prodotto dai veicoli, prevede soglie ancora più stringenti per le emissioni sonore, con importanti conseguenze su produzione e commercializzazione.
La stretta sull’inquinamento acustico e il limite dei 68 dB
Il regolamento in questione, che disciplina i limiti di emissione sonora esterna per i veicoli della categoria M1 (auto passeggeri fino a 9 posti), è stato introdotto più di un decennio fa, ma le restrizioni maggiori sono entrate in vigore solo nel 2020. La nuova misura prevista per il 2026 abbasserà ulteriormente la soglia massima fino a 68 decibel, senza distinguere tra tipologie di veicoli: dai SUV di massa alle berline sportive, fino alle esclusive supercar prodotte in serie limitata.
L’ACEA (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) ha evidenziato come questa uniformità normativa risulti poco pratica e controproducente, poiché non tiene conto delle differenze tecniche e di diffusione tra i vari segmenti. L’associazione ha suggerito l’istituzione di sottocategorie, come una M1b per versioni sportive di modelli comuni e una M1c per supercar, che permetterebbe di mantenere in commercio modelli iconici senza compromettere gli obiettivi ambientali complessivi.

Impatti e critiche: i progressi tecnologici e il rumore da pneumatici
Negli ultimi anni, la tecnologia ha registrato significativi miglioramenti nel contenimento del rumore prodotto dai veicoli. Studi recenti indicano che oggi servirebbero oltre 30 veicoli moderni per generare la stessa quantità di rumore che un singolo veicolo degli anni Settanta produceva da solo. Tuttavia, gli strumenti di misurazione adottati dall’UE sembrano non tenere adeguatamente conto di queste evoluzioni, sovrastimando le emissioni sonore.
Inoltre, si sottolinea come una fonte crescente di inquinamento acustico sia rappresentata dagli pneumatici, il cui rumore aumenta con il peso sempre maggiore delle auto moderne e le diverse tipologie di asfalto. Questo elemento non è ancora pienamente valutato nei criteri di analisi del rumore veicolare, aspetto che potrebbe influenzare l’efficacia delle nuove normative.
Le reazioni dei marchi iconici e l’ironia di Porsche
Le restrizioni imminenti mettono a rischio la produzione di molte varianti sportive di marchi prestigiosi come Mercedes-AMG, Ferrari, Lamborghini e Porsche, con l’intero catalogo di alcune supercar che potrebbe diventare “fuorilegge”. Questo scenario ha scatenato una forte reazione nel settore, che teme la perdita di modelli simbolo della performance e del design automobilistico europeo.
In risposta a queste limitazioni, Porsche ha recentemente depositato un brevetto particolarmente originale e provocatorio: un sistema che, tramite GPS, telecamere e segnali stradali, rileva l’avvicinamento a un tunnel e suggerisce al guidatore di azionare un pulsante per abbassare i finestrini, attivare la modalità Sport, scalare una marcia e aprire le valvole di scarico. Questa soluzione mira a garantire un’esperienza sonora intensa e memorabile, seppur nel rispetto delle normative, suscitando un mix di ammirazione e ironia tra gli appassionati.
L’Unione europea e le sfide della regolamentazione ambientale
L’Ue continua a perseguire politiche rigorose in materia di ambiente e sicurezza, anche a costo di scontrarsi con interessi economici e culturali radicati nel continente. La lotta all’inquinamento acustico rappresenta uno dei numerosi fronti sui quali Bruxelles intende intervenire per migliorare la qualità della vita e la sostenibilità ambientale.
Le nuove norme sul rumore veicolare si inseriscono in un quadro più ampio di strategie volte a rendere il trasporto europeo più pulito e silenzioso, in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di promozione di tecnologie innovative, come l’elettrificazione delle flotte. Tuttavia, il dibattito resta aperto sul giusto equilibrio tra tutela ambientale e salvaguardia del patrimonio motoristico e culturale europeo legato alle automobili sportive.






