Roma, 25 novembre 2025 – La rete di ricarica per le auto elettriche in Italia ha raggiunto un nuovo traguardo, superando i 70 mila punti di ricarica pubblici secondo l’ultimo report trimestrale di Motus-E. Tuttavia, il settore evidenzia come sia indispensabile un quadro normativo più chiaro e un coinvolgimento più incisivo delle istituzioni per sostenere la continua espansione infrastrutturale e accelerare la transizione verso la mobilità elettrica.
Auto elettriche, crescita della rete di ricarica e distribuzione territoriale
Al 30 settembre 2025, il numero totale dei punti di ricarica pubblici installati in Italia è salito a 70.272, con un incremento di 2.711 unità solo nell’ultimo trimestre e di quasi 10.000 nell’ultimo anno. Sull’intera rete autostradale si contano 1.274 punti, di cui l’86% sono colonnine di ricarica veloce in corrente continua, con il 63% che supera i 150 kW di potenza, a testimonianza di una rete sempre più orientata a soddisfare le esigenze di ricarica rapida dei veicoli a batteria.

La Lombardia mantiene la leadership tra le regioni con oltre 14.200 punti installati, seguita da Lazio, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. A livello provinciale, Roma continua a essere in testa con quasi 5.900 punti, seguita da Milano e Napoli. Questo posizionamento riflette un’evoluzione significativa anche nelle aree urbane più popolate, dove la domanda di infrastrutture di ricarica cresce parallelamente alla diffusione dei veicoli elettrici.
Le sfide normative e la proposta di Motus-E
Nonostante i progressi, il comparto soffre ancora per le difficoltà legate ai processi autorizzativi e alla complessità normativa. Il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, CEO di A2A E-Mobility, sottolinea come “sostenere questa crescita sta diventando sempre più complicato per gli operatori, a causa di ritardi normativi e regolatori che rallentano l’attivazione delle infrastrutture”.
Fabio Pressi, alla guida di Motus-E dal 2025, è una figura di riferimento nel settore della mobilità elettrica in Italia. Con un’esperienza ventennale e una forte attenzione all’integrazione tra energia e trasporto, ha promosso iniziative innovative come l’interoperabilità della rete di ricarica e progetti di colonnine di quartiere. Per Pressi, la mobilità elettrica è parte integrante della più ampia trasformazione energetica necessaria per il Paese.
Motus-E ha elaborato il manifesto “Ricaricare l’Italia: manifesto per un’infrastruttura strategica per il Paese”, che individua cinque aree chiave per superare gli ostacoli attuali:
- Riduzione dei costi energetici per gli operatori, allineandoli ai livelli europei per garantire tariffe più competitive ai consumatori;
- Semplificazione delle procedure normative e autorizzative per la connessione delle infrastrutture alla rete elettrica;
- Copertura completa della rete autostradale con punti di ricarica;
- Estensione delle concessioni di suolo pubblico a 20 anni, per assicurare stabilità e ritorno sugli investimenti;
- Governance centralizzata e pianificazione infrastrutturale condivisa tra tutti gli stakeholder, con strumenti di monitoraggio e programmazione dei dati.
Verso una mobilità elettrica sempre più diffusa
I numeri confermano un trend di crescita sostenuto: al 31 ottobre 2025 in Italia circolano circa 339.000 veicoli elettrici full electric, con immatricolazioni in aumento del 28,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, la quota di mercato delle auto elettriche resta al 5,2%, ancora distante dal 18,1% della media europea e dagli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia-Clima per il 2030.
Per Fabio Pressi, “non è più tempo di discutere sulle date di fine vendita dei veicoli termici, ma di definire una politica industriale europea e nazionale seria, capace di sostenere l’innovazione e mantenere la competitività del settore automotive”.
Il percorso delineato da Motus-E mira a creare una rete di ricarica più densa, accessibile e a costi contenuti, riconoscendo che l’infrastruttura è un fattore abilitante essenziale per la diffusione della mobilità elettrica. L’iniziativa coinvolge un ampio spettro di soggetti, dalla filiera industriale al mondo accademico, con l’obiettivo di trasformare l’Italia in un modello di riferimento europeo nella transizione verso una mobilità sostenibile.



