Ogni dicembre, puntuale come le luci nelle strade e le playlist dei negozi, arriva una sfida ormai diventata una tradizione non ufficiale delle feste: il Whamaggeddon. Un nome roboante, quasi epico, per un gioco che in realtà è semplicissimo. L’idea? Sopravvivere fino al 24 dicembre senza sentire Last Christmas degli Wham!.
Whamaggeddon, una missione “impossibile”
Sembra facile, vero? E invece no. Per niente. Tutto comincia il 1° dicembre, quando migliaia di persone — chi seriamente, chi per scherzo — iniziano un percorso di “sopravvivenza sonora”. L’obiettivo è resistere all’assalto della canzone più onnipresente del Natale. Perché Last Christmas è ovunque: nei supermercati, alla radio, nei centri commerciali, in ascensore, nei video su internet, nelle playlist che partono da sole. È praticamente impossibile evitarla davvero. E infatti è questo che rende la sfida divertente.
Le regole
La sfida inizia il 1° dicembre e finisce il 24 dicembre incluso.
Vale solo la versione originale degli Wham! del 1984.
Cover, remix, parodie e citazioni non fanno perdere.
Se ascolti la canzone involontariamente (al supermercato, in radio, in un video), perdi comunque.
Se qualcuno te la fa ascoltare apposta, la colpa non è tua (ma hai comunque perso).
La parte divertente — o crudele, a seconda dei punti di vista — è che Last Christmas è onnipresente nel periodo natalizio: nei negozi, nei locali, nelle playlist festive… praticamente ovunque. Vincere il Whamaggeddon è praticamente impossibile.
Gioco di parole tra “Wham!” e “Armageddon”
L’idea è quella di un’apocalisse musicale: basta una nota, un ritornello, anche un attacco lontano in sottofondo, e il giocatore è immediatamente colpito, sconfitto, fuori dal gioco. Chi perde dice di essere “caduto nel Whamhalla”, un altro termine spiritoso che rievoca il Valhalla dei guerrieri nordici — solo che qui i guerrieri sono gli ascoltatori sfortunati e il nemico è una canzone pop degli anni ’80.
La sfida ha origini piuttosto informali. Come molte mode nate online, si è diffusa da forum anglofoni e community internet, poi è esplosa sui social. Ogni anno, a inizio dicembre, tornano meme, post, confessioni tragicomiche di chi è stato “colpito” troppo presto. C’è chi resiste solo poche ore, chi viene tradito da un amico, chi finisce eliminato mentre fa la spesa, senza alcuna pietà.
Ma perché proprio Last Christmas?
Perché è una delle canzoni natalizie più riconoscibili di sempre. Piace, è melodica, ti resta in testa, ed è ormai un simbolo musicale del periodo festivo. In più, gli Wham! sono una band amatissima, e George Michael ha lasciato un’impronta tale da rendere il brano quasi un rituale di stagione. Insomma, scegliere quella canzone per una sfida di sopravvivenza è inevitabile: è come cercare di evitare il panettone il 25 dicembre.
Il paradosso più curioso è che il Whamaggeddon, pur essendo una sfida “contro” la canzone, finisce per celebrarla ancora di più. Ogni anno si parla di Last Christmas, ci si scherza, ci si gioca attorno. Il brano diventa protagonista, persino quando si cerca disperatamente di evitarlo.
Alla fine, il Whamaggeddon è soprattutto questo: un modo leggero, ironico e un po’ folle per entrare nello spirito natalizio. Una tradizione pop moderna che abbiamo inventato per ridere di noi stessi e delle nostre abitudini musicali di dicembre.
E chissà: magari quest’anno riuscirai davvero a sopravvivere fino alla vigilia… ma se anche fallissi, non sarebbe poi così grave. Dopotutto, ci sono sconfitte che hanno una colonna sonora davvero niente male.
