Milano, 3 dicembre 2025 – Nel ritmo quotidiano delle attività domestiche, soprattutto in cucina, esistono piccoli accorgimenti capaci di migliorare in modo significativo la manutenzione degli spazi e tra questi, uno sta attirando un interesse crescente da parte di chi desidera soluzioni semplici, economiche e poco impattanti sull’ambiente: spargere alcuni cucchiaini di farina sul lavello dopo aver terminato il lavaggio dei piatti. A prima vista può sembrare un rimedio tradizionale, quasi un trucco tramandato dalle nonne, ma si tratta invece di una pratica supportata da considerazioni concrete, che unisce aspetti funzionali e igienici con un approccio rispettoso dell’ambiente.
Farina, l’accorgimento per un lavello sempre pulito
La farina, infatti, non va considerata soltanto come un ingrediente destinato alle preparazioni culinarie. Grazie alla sua struttura fisica e alle sue caratteristiche naturali, può diventare uno strumento utile anche nella pulizia domestica. La sua particolare capacità assorbente si rivela efficace soprattutto quando si tratta di eliminare residui di sporco e tracce di grasso che, nonostante un lavaggio accurato, possono facilmente rimanere sulle superfici del lavello. Queste particelle, quasi invisibili, tendono nel tempo ad accumularsi e a generare problemi che vanno dai cattivi odori fino a veri e propri intasamenti.
Il principio di funzionamento è semplice ma sorprendentemente efficiente. Una volta distribuita sul lavello, la farina entra in contatto con i residui oleosi e organici e li ingloba, trasformandoli in piccoli aggregati solidi. Questa reazione permette di catturare lo sporco residuo che non è stato eliminato durante il lavaggio, rendendo la rimozione successiva molto più immediata. Un abbondante risciacquo, infatti, è sufficiente per portar via la farina carica di impurità, lasciando il lavello più pulito e libero da depositi difficili da eliminare con i soli detergenti.

Il problema dei cattivi odori
Uno dei problemi più comuni legati al lavello è la formazione di odori sgradevoli, spesso percepibili già avvicinandosi allo scarico. Questi derivano dalla decomposizione dei residui alimentari che rimangono intrappolati nelle tubature e costituiscono il terreno ideale per la proliferazione batterica. L’uso della farina aiuta a contenere questo fenomeno perché limita la quantità di residui che raggiungono lo scarico e che potrebbero trattenersi all’interno delle tubazioni. Assorbendo parte dello sporco, la farina funge da barriera fisica contro gli odori generati dalla decomposizione.
Oltre a contrastare i cattivi odori, la farina contribuisce indirettamente anche alla prevenzione degli intasamenti. I grassi che finiscono nel lavello, infatti, una volta raffreddati tendono a solidificarsi e ad aderire alle pareti delle tubature, creando strati che nel tempo possono rallentare il deflusso dell’acqua o causare veri e propri blocchi. L’assorbimento iniziale da parte della farina riduce la quantità di grasso che arriva allo scarico, mantenendo le tubature più pulite e diminuendo la necessità di interventi drastici come l’uso di disgorganti chimici o la chiamata a un tecnico.
Come mettere in pratica questo semplice accorgimento
Mettere in pratica questo metodo richiede pochissimo tempo. Dopo aver lavato i piatti, basta versare due o tre cucchiaini di farina comune sul lavello, distribuendola bene lungo tutta la superficie, inclusa l’area intorno allo scarico. Con una spugna leggermente umida si sparge la farina con movimenti delicati e circolari, in modo da favorirne l’azione assorbente. È utile attendere qualche minuto affinché la farina possa catturare completamente i residui presenti. A quel punto, un semplice risciacquo con acqua tiepida è sufficiente per rimuovere tutto e ottenere un lavello pulito, lucente e privo di odori.
Per un risultato ottimale, questo semplice procedimento può essere ripetuto con regolarità, una o due volte alla settimana, a seconda dell’uso quotidiano della cucina. È fondamentale utilizzare farina comune, come quella di tipo 00 o la versione integrale, senza aggiunta di aromi o altri ingredienti che potrebbero risultare inutili o indesiderati. Questo metodo risulta particolarmente efficace dopo aver cucinato piatti ricchi di grassi o dopo aver lavato stoviglie molto unte, situazioni in cui i residui oleosi sono più abbondanti e difficili da eliminare completamente.






