La tosse è uno dei sintomi più comuni delle infezioni respiratorie stagionali, come raffreddore, influenza o bronchite, ma può comparire anche in presenza di allergie, aria troppo secca o reflusso gastrico. Non tutte le tossi, però, sono uguali: distinguere tra tosse secca e tosse grassa è fondamentale per scegliere il rimedio corretto ed evitare errori che possono peggiorare la situazione. L’automedicazione può essere utile nei casi lievi e di breve durata, ma deve essere sempre mirata, prudente e limitata nel tempo. Capire che tipo di tosse si ha è il primo passo per trattarla in modo efficace e sicuro.

Tosse secca: quando calmare l’irritazione è la priorità
La tosse secca, detta anche irritativa, è caratterizzata dall’assenza di muco ed è spesso fastidiosa, insistente, a volte più intensa di notte. Può essere causata da infezioni virali, allergie, aria secca, reflusso gastroesofageo o da alcuni farmaci, come gli ACE-inibitori. In questi casi l’obiettivo non è “curare” la tosse, ma ridurre lo stimolo che la provoca e dare sollievo alle vie respiratorie.
Esistono farmaci sedativi della tosse che agiscono a livello del sistema nervoso centrale, come il destrometorfano, utile soprattutto per attenuare la tosse notturna. La codeina, un tempo molto diffusa, oggi è prescrivibile solo dal medico per il rischio di sonnolenza e dipendenza. Alcuni sciroppi con antistaminici sedativi, come l’oxomemazina, possono essere indicati nelle tossi secche di origine allergica, ma vanno usati con cautela per i possibili effetti collaterali.
Accanto ai farmaci, esistono soluzioni più delicate. Il miele, dai 12 mesi di età in poi, ha un effetto lenitivo riconosciuto, così come l’idratazione costante e l’umidificazione dell’aria. Anche alcune piante e oli essenziali possono contribuire ad alleviare l’irritazione, ma devono essere usati correttamente e non sostituiscono il parere medico se la tosse persiste.
Tosse grassa: perché non va soppressa e come gestirla
La tosse grassa o produttiva è accompagnata dalla presenza di catarro ed è una tosse “utile”, perché aiuta a liberare i bronchi dalle secrezioni. Sopprimerla può essere controproducente, perché favorisce il ristagno del muco. In questo caso l’obiettivo è facilitare l’espettorazione e rendere le secrezioni più fluide.
I mucolitici e fluidificanti bronchiali, come acetilcisteina e carbocisteina, agiscono proprio in questo senso, ma non sono sempre necessari. Secondo le raccomandazioni internazionali, nei casi di tosse virale acuta il loro beneficio è limitato. Devono inoltre essere evitati nei bambini sotto i due anni, assunti con cautela in chi soffre di disturbi gastrici e non utilizzati la sera, per non favorire la tosse notturna.
Anche alcune piante con proprietà espettoranti possono aiutare, ma non sono adatte a tutti, in particolare ai bambini piccoli e alle persone asmatiche. In generale, l’automedicazione non dovrebbe superare i cinque giorni. Se cambia caratteristiche, dura più di tre settimane o si associa a febbre alta, difficoltà respiratorie, dolore al petto o sangue nell’espettorato, è fondamentale consultare il medico. In gravidanza, in età avanzata o nei bambini molto piccoli, la prudenza deve essere ancora maggiore: in questi casi, anche un rimedio da banco può non essere la scelta giusta.






