Milano, 15 dicembre 2025 – Sono in arrivo significative novità riguardanti i controlli delle caldaie domestiche in Italia, con proposte di modifica al decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che potrebbero rivoluzionare le modalità di verifica degli impianti termici. Nel frattempo, a livello europeo, la Commissione ha riformulato la sua posizione sulle caldaie a gas, sospendendo il divieto di vendita previsto per il 2029, ma mantenendo l’obiettivo di eliminarle entro il 2040, nell’ambito della direttiva sulle “case green”.
Le novità sui controlli delle caldaie domestiche
Secondo una bozza avanzata del nuovo decreto ministeriale, come riportato da Il Corriere della Sera, verrebbero abolite le ispezioni in loco per le caldaie con potenza inferiore a 70 kW, ossia la quasi totalità degli impianti domestici a gas in Italia, che sono ancora circa 20 milioni, di cui 7 milioni con oltre 15 anni di anzianità. Al loro posto, resterebbero solo controlli documentali, effettuabili da remoto dagli enti preposti.
Questa modifica ha suscitato critiche da parte dell’Unione Artigiani della provincia di Milano e Monza Brianza, che mette in luce come l’attuale sistema informativo e i catasti degli impianti non siano sufficientemente integrati e aggiornati per garantire l’affidabilità delle verifiche a distanza. Secondo il segretario generale Marco Accornero, “alleggerire gli oneri a spese della sicurezza e dell’ambiente è un pericoloso scambio che può aumentare rischi e incidenti, analogamente a eliminare i controlli periodici sulle automobili per risparmiare”.
Riduzione della frequenza dei controlli e impatto sulla sicurezza
Il decreto prevede anche, come standard nazionale, un solo controllo di efficienza energetica ogni quattro anni, lasciando la possibilità alle Regioni di intensificare tale periodicità solo in presenza di motivazioni ben precise. Questo potrebbe rappresentare un arretramento rispetto a modelli regionali più rigorosi, come in Lombardia, dove il 5% degli impianti viene ispezionato annualmente con alternanza tra controllo di efficienza e pulizia, a vantaggio della sicurezza, del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni.
L’associazione artigiana richiama inoltre l’attenzione sui dati degli incidenti legati al gas: tra il 2019 e il 2023 si sono registrati 1.119 episodi con 128 morti e 1.784 feriti, sottolineando il peso che potrebbero avere controlli meno stringenti. Oltre alla sicurezza, vi è la preoccupazione per l’aumento dell’inquinamento atmosferico nelle città, soprattutto durante la stagione invernale, quando l’accensione degli impianti termici supera costantemente i limiti di tolleranza delle polveri sottili.
Il contesto europeo e le implicazioni per il mercato italiano
Parallelamente, la Commissione europea ha pubblicato il 1° dicembre 2025 una nuova bozza di revisione del regolamento Ecodesign, che ha rimosso il bando totale alla vendita delle caldaie tradizionali a gas previsto inizialmente per il 2029. L’obiettivo di dismettere entro il 2040 le caldaie alimentate da combustibili fossili rimane, ma sarà perseguito tramite incentivi per la sostituzione e politiche nazionali, senza un divieto diretto alla loro commercializzazione.
Giuseppe Lorubio, presidente di Assotermica, ha accolto con favore questa retromarcia, definendola “una misura folle” che avrebbe danneggiato l’industria e compromesso gli obiettivi climatici. Anche Assogasliquidi-Federchimica esprime speranza che questa revisione porti a una revisione dei vincoli della direttiva Epbd, che oggi limita interventi di sostituzione con caldaie a condensazione più efficienti.
La normativa italiana, intanto, continua a privilegiare l’installazione di caldaie a gas metano di tipo murale a camera stagna e tiraggio forzato, evoluzione tecnologica che assicura maggiore sicurezza e rendimento termico, in linea con le direttive europee sul risparmio energetico e la riduzione delle emissioni nocive.
L’Unione Artigiani invita il governo a riconsiderare con attenzione le modifiche normative in corso, affinché non si sacrifichi la sicurezza e la tutela ambientale sulla base di una semplificazione delle procedure che al momento appare prematura rispetto alle capacità tecnologiche e gestionali attuali degli enti di controllo.






