Milano, 21 novembre 2025 – Sembrava una truffa superata, quasi d’altri tempi, ma non è così. La truffa dello squillo estero, nota anche con il nome giapponese “wangiri”, è tornata con numerosi tentativi segnalati in tutta Italia. Basta un singolo squillo da un numero con prefisso internazionale, il più delle volte lasciato apposta senza tempo per rispondere, e il meccanismo scatta: chi riceve la chiamata si incuriosisce, richiama e finisce nella rete dei truffatori.
Nelle ultime ore diversi organi di stampa locali hanno registrato un’impennata dei casi, con segnalazioni particolarmente numerose in Emilia Romagna. Il fenomeno cresce proprio nel periodo più delicato dell’anno, quello tra Black Friday e acquisti natalizi, quando le persone sono più propense a utilizzare il telefono o a interagire con messaggi sconosciuti. Ed è proprio in questo contesto che i cybercriminali cercano di colpire.
Come mai la truffa “wangiri” funziona ancora
Il funzionamento della truffa è tanto semplice quanto efficace. Il numero che compare sul display ha un prefisso straniero — in queste ore soprattutto il +44, riferito a linee britanniche — e lascia un solo, brevissimo squillo. Non sufficientemente lungo da permettere alla vittima di rispondere, ma abbastanza da far scattare la curiosità: “Chi mi ha cercato?”.

È proprio partendo da questo impulso naturale che i truffatori costruiscono il loro raggiro. Se la persona richiama, può ritrovarsi esposta a tariffe internazionali molto alte, perdendo denaro in pochi secondi. Altri tentativi utilizzano una tecnica diversa ma parallela: una chiamata con messaggio preregistrato che promette offerte di lavoro, premi, investimenti miracolosi o rimborsi inesistenti.
Lo scopo finale è sempre lo stesso: ottenere soldi o dati personali. I truffatori puntano a spingere le vittime verso investimenti fittizi, a sottrarre credenziali di accesso a conti e carte, o a indurre l’utente a compiere azioni impulsive che compromettono la sicurezza dei propri dispositivi.
La truffa continua a funzionare perché sfrutta due leve psicologiche potentissime: l’istinto di richiamare e la paura di perdere un’opportunità. E, come dimostrano le nuove segnalazioni, queste dinamiche non sembrano per nulla indebolirsi.
Perché i tentativi aumentano proprio adesso
Gli esperti spiegano che i truffatori agiscono in modo strategico, scegliendo periodi in cui le persone sono più distratte o più inclini a interagire con numeri sconosciuti. Le settimane tra Black Friday e Natale, ricche di offerte, pacchi in arrivo, notifiche di ordini e consegne, sono il momento ideale per colpire.
Inoltre, in un contesto in cui gli acquisti online aumentano e gli utenti ricevono più comunicazioni del solito, è più facile confondere uno squillo truffaldino con una chiamata legittima. Non a caso, nelle ultime 24-48 ore si registra una concentrazione anomala di telefonate verso l’Emilia, con diverse segnalazioni arrivate a redazioni locali come parmatoday.it.
La parola chiave, dunque, è attenzione. Davanti a uno squillo da prefisso straniero — soprattutto se arriva più volte — non bisogna mai richiamare. È consigliabile bloccare il numero, segnalarlo al proprio operatore e ignorare qualsiasi messaggio che prometta guadagni facili o opportunità improvvise.
Il periodo delle feste dovrebbe essere un momento di serenità, non di rischi digitali. Eppure, proprio per questo, i truffatori contano sulla nostra distrazione. Conoscere il meccanismo del “wangiri” è il primo passo per non cadere nella trappola più vecchia — ma ancora sorprendentemente efficace — della telefonia internazionale.






