Ci sono luoghi che sembrano nati per il racconto: pietre che parlano, cortili che conservano echi lontani, mura che restituiscono l’impressione di entrare in un tempo diverso. Il Castello di Fénis, uno dei simboli più riconoscibili della Valle d’Aosta, appartiene a questa categoria. Perfettamente conservato, scenografico e intriso di storia, rappresenta una delle testimonianze medievali più affascinanti d’Italia. Visitandolo si comprende subito perché, nel corso dei secoli, sia diventato un’icona dell’immaginario collettivo: l’armonia delle sue torri, l’eleganza delle decorazioni, l’imponenza delle mura e il paesaggio alpino che lo circonda creano un insieme unico e indimenticabile.
Un castello diverso dagli altri
Chi arriva a Fénis e osserva il castello per la prima volta resta spesso sorpreso dalla sua posizione. A differenza di molte fortificazioni valdostane, costruite in luoghi impervi e difficili da raggiungere, questa residenza signorile sorge su un dolce rilievo erboso. Non è un caso: più che una rocca militare, era concepita come sede prestigiosa della potente famiglia Challant, una delle casate più influenti dell’area alpina.
La doppia cinta muraria, le numerose torrette e la struttura pentagonale avevano certamente un valore strategico, ma la loro funzione principale era comunicare prestigio, autorità e ricchezza. La passeggiata tra le mura permette di immergersi in un ambiente che conserva intatta la sua atmosfera medievale, affascinando tanto gli appassionati di storia quanto le famiglie in cerca di un’esperienza suggestiva.
Dalle origini medievali alla magnificenza dei Challant
Le prime testimonianze scritte relative al Castello di Fénis risalgono al 1242, quando la struttura viene registrata come possedimento dei visconti di Aosta, i Challant. In quel periodo era probabilmente una costruzione più semplice e funzionale.
La sua trasformazione radicale avvenne intorno alla metà del Trecento, quando Aimone di Challant avviò un importante progetto di ampliamento. Fu lui a conferire al castello l’impianto pentagonale e molte delle caratteristiche architettoniche che oggi lo rendono inconfondibile.
Il periodo d’oro arrivò però sotto il figlio Bonifacio I di Challant, influente figura della corte sabauda. Tra la fine del XIV secolo e i primi decenni del XV, Bonifacio trasformò l’edificio in una residenza raffinata, degna di un grande signore. Commissionò cicli di affreschi, ampliò gli ambienti e rese il castello un centro politico e amministrativo del feudo.
Declino, abbandono e rinascita ottocentesca
Con l’estinzione del ramo Challant-Fénis nel 1716, la fortezza perse la sua funzione originaria e iniziò un lungo declino. Gli interni vennero svuotati, le sale convertite a uso agricolo, il piano nobile trasformato in fienile e il piano terra adibito a stalle. Per oltre un secolo il castello non fu altro che una cascina imponente e decadente.

La svolta arrivò nel XIX secolo, quando l’architetto Alfredo d’Andrade, figura fondamentale nella tutela del patrimonio medievale, lo acquistò per conto dello Stato nel 1895. D’Andrade avviò un lavoro meticoloso di restauro, recuperando quanto possibile dell’aspetto originario e restituendo dignità a un monumento che rischiava di scomparire.
Oggi il castello appartiene alla Regione Autonoma Valle d’Aosta e rappresenta uno dei siti culturali più visitati dell’intera regione.
L’architettura esterna del castello
Chi varca il primo ingresso viene subito colpito dalla complessità della struttura difensiva. La doppia cinta muraria con torri merlate, camminamenti di ronda e cortine possenti crea un impatto visivo straordinario.
Pur avendo una funzione protettiva, queste architetture erano pensate soprattutto per magnificare il prestigio dei signori locali: la loro imponenza era un messaggio politico, un modo per dichiarare potere e stabilità.
L’arrivo attraverso il prato circostante contribuisce a rafforzare l’impressione fiabesca, come se il castello emergesse da un racconto medievale ancora vivo.
Il cortile interno del castello
Superata la porta d’accesso, il visitatore si trova nel cortile pentagonale, probabilmente la parte più celebre dell’intero complesso. Qui l’architettura militare lascia spazio alla raffinatezza cortese:
uno scenografico scalone semicircolare in pietra conduce ai ballatoi superiori;
due ordini di logge in legno finemente lavorate circondano lo spazio centrale;
le pareti sono completamente ricoperte da affreschi quattrocenteschi vibranti di colore.
Tra questi spicca l’immagine di San Giorgio che affronta il drago, attribuita alla bottega di Giacomo Jaquerio, uno dei grandi interpreti del gotico internazionale. Lungo i ballatoi si riconoscono saggi e filosofi con cartigli in francese antico, un tempo letti come monito e ispirazione morale per chi viveva nella dimora.
Sale interne e quotidianità nel Medioevo
La visita guidata, obbligatoria per tutti i visitatori, consente di esplorare ambienti che raccontano la vita in un castello medievale.
Al piano terra si trovano:
la sala d’armi,
il refettorio,
le cucine con il grande camino adibito ai banchetti.
Al piano nobile sono collocate invece le stanze dei signori, le sale di rappresentanza e la cappella privata. Sebbene gli arredi originali siano andati perduti durante i secoli di abbandono, gli ambienti sono stati ricolmati con mobili d’epoca valdostani che permettono di immergersi nell’atmosfera del tempo.
La cappella
Il percorso si conclude nella cappella, vero e proprio gioiello artistico del castello. Le sue pareti ospitano una ricca decorazione religiosa: una Crocifissione, una Madonna della Misericordia che protegge sotto il suo mantello i membri della famiglia Challant e altre scene attribuite alla stessa bottega che lavorò nel cortile.
Si tratta di uno dei migliori esempi di pittura tardogotica dell’area alpina.
Gli orari di apertura del castello nel 2025
Il castello segue una programmazione stagionale:
Aprile – settembre: aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00.
Ottobre – marzo: aperto dal martedì alla domenica, 10:00-13:00 e 14:00-17:00.
Chiusure: 25 dicembre e 1° gennaio.
L’ultimo ingresso è consentito 30 minuti prima della chiusura.
Quanto costano i biglietti del castello nel 2025?
La visita è esclusivamente guidata. I gruppi partono ogni mezz’ora.
Tariffe:
Intero: 10 €
Ridotto (19-25 anni): 3 €
Gratuito: minori di 18 anni, persone con disabilità e accompagnatori, possessori Abbonamento Musei Piemonte-Lombardia
Sono disponibili biglietti combinati, tra cui l’opzione Castello di Fénis + MAV (Museo dell’Artigianato Valdostano).
È possibile acquistare i biglietti in biglietteria o online tramite il circuito MiDA Ticket. L’acquisto anticipato è consigliato, soprattutto nei weekend e nei mesi estivi.
Come arrivare a Fénis
In auto
Dall’autostrada A5 Torino-Aosta, l’uscita consigliata è Nus. Da lì, in pochi minuti si raggiunge il castello seguendo le indicazioni. È disponibile un piccolo parcheggio ai piedi del maniero e un secondo parcheggio più ampio vicino all’area verde Tzanté de Bouva.
Con i mezzi pubblici
Autobus in partenza dalla stazione di Aosta raggiungono regolarmente il comune di Fénis. Gli orari vanno verificati sul portale della compagnia di trasporto locale.
Cosa fare nei dintorni del castello
Area verde Tzanté de Bouva
Perfetta per rilassarsi dopo la visita: parco giochi, area pic-nic e un bosco che offre ombra e tranquillità.
Pista ciclabile panoramica
Un anello di 5 km accessibile a tutti, ottimo per passeggiate, corsa o giri in bicicletta.
Escursioni nel Vallone di Clavalité
Per chi ama il trekking, il percorso fino al Bivacco Borroz è un’esplorazione suggestiva tra pascoli e vecchie baite. In inverno la zona si presta a splendide ciaspolate.
Equitazione a Saint-Vincent
A pochi chilometri si trova un centro specializzato in escursioni a cavallo e corsi di equitazione.
Il borgo di Fénis
Da non perdere la Chiesa di San Maurizio e le caratteristiche “caseforti”, testimonianze di un tempo in cui il paese era un piccolo centro di potere locale.




