Potrebbe essere il water più celebre del mondo. Si tratta di “America”, il trono d’oro massiccio da 18 carati e 100 chili realizzato da Maurizio Cattelan, pronto a riapparire sulla scena dell’arte contemporanea dopo una storia degna di un film. L’opera, che nel 2016 attirò oltre 100.000 visitatori quando fu installata nel bagno del Guggenheim Museum di New York, divenne un’icona di ironia e provocazione. Tre anni più tardi, però, la scultura balzò nuovamente alle cronache: una banda armata di mazze la trafugò in un colpo lampo di cinque minuti dal Blenheim Palace, la sontuosa residenza inglese dove nacque Winston Churchill. Nonostante le condanne inflitte ai responsabili, il “trono d’oro” non è mai stato ritrovato. Si ritiene che sia stato smontato o fuso, trasformandosi in milioni di dollari di lingotti.
Il ritorno del water d’oro di Cattelan in scena da Sotheby’s
La saga non finisce qui. Cattelan, che aveva dichiarato di aver realizzato più di un’edizione dell’opera, vedrà una seconda versione di “America” tornare sotto i riflettori. A riportarla in scena sarà Sotheby’s di New York, che la metterà all’asta il prossimo 18 novembre.
Prima della vendita, l’opera sarà esposta — nel bagno al quarto piano della nuova sede della casa d’aste — per dieci giorni. Stavolta, però, l’uso sarà vietato al pubblico.

“La porta rimarrà aperta”, ha scherzato David Galperin, responsabile per l’arte contemporanea di Sotheby’s, “ma i visitatori dovranno limitarsi ad ammirarla da fuori”.
Un’asta dal valore… d’oro
Il prezzo di partenza sarà ancorato al valore dell’oro, stimato intorno ai 10 milioni di dollari, cifra destinata a oscillare con il mercato. “È un modo per tornare al cuore concettuale dell’opera”, spiega Galperin, “che mette in contrasto il valore materiale con quello artistico”.
Una riflessione che si lega perfettamente a un’altra provocazione firmata Cattelan: la banana “Comedian”, appesa al muro con del nastro adesivo e venduta da Sotheby’s per 6,24 milioni di dollari lo scorso autunno. Se “Comedian” ironizzava sull’intangibilità del valore, “America” lo ribalta con la sua fisicità opulenta.
Dal Guggenheim a Duchamp: un’eredità provocatoria
L’opera, definita dal Guggenheim come “un’intimità senza precedenti con un’opera d’arte”, è oggi considerata una delle sculture più emblematiche del XXI secolo. Con un chiaro rimando all’orinatoio “Fountain” di Marcel Duchamp del 1917, Cattelan rinnova la tradizione del gesto dissacrante, trasformando l’oggetto più quotidiano in un simbolo di potere, eccesso e riflessione sociale.
“Cattelan ha sempre criticato il sistema”, conclude Galperin. “Dalla dinamica museale al valore commerciale delle opere, fino al modo in cui vengono scambiate. ‘America’ è una lente d’ingrandimento su tutto ciò — e lo fa con ironia, intelligenza e una lucentezza che non passa inosservata”.
Il 18 novembre, dunque, il trono dorato tornerà a brillare. E il mondo dell’arte, ancora una volta, dovrà chiedersi quanto valga davvero l’oro, e quanto valga un’idea.


