Un patrimonio da circa 10 milioni di euro diviso in tre parti quasi uguali: i figli Tiziana e Alessandro e la segretaria Dina Minna, al fianco del conduttore per oltre trent’anni, sono gli eredi del signore della TV.
Ha segnato oltre mezzo secolo di storia televisiva italiana, diventando il simbolo del piccolo schermo con la conduzione di 13 edizioni del Festival di Sanremo e programmi che hanno fatto epoca. Ma oggi, a distanza di settimane dall’ultimo saluto a Militello, il nome di Pippo Baudo torna a far discutere per la lettura del suo testamento, avvenuta nello studio del notaio Renato Carraffa a Bracciano. A sorpresa, accanto ai due figli Alessandro e Tiziana, figura anche la storica assistente Dina Minna, che ha ricevuto una quota quasi uguale a quella dei familiari. Una scelta che racconta molto del legame speciale tra il conduttore e la donna che lo ha accompagnato per 36 anni.
L’eredità da 10 milioni e le proprietà tra Roma e la Sicilia
Secondo quanto riportato da Corriere della Sera, Il Messaggero, Adnkronos e Quifinanza, il patrimonio di Baudo ammonterebbe a circa 10 milioni di euro. Una cifra accumulata grazie a una carriera che non ha conosciuto interruzioni: dalle conduzioni televisive ai diritti d’immagine, dalle campagne pubblicitarie alle partecipazioni in società.
A pesare molto sulla cifra finale è il comparto immobiliare, stimato in circa 5 milioni di euro. Tra i beni figurano:
cinque appartamenti a Roma, di cui uno in zona Prati e gli altri nel centro storico;
una villa a Fiano Romano, nella provincia della Capitale;
dieci terreni a Noto e sei a Siracusa, legati alle origini siciliane di Baudo.
Non solo case: Baudo possedeva anche quote in due società edilizie nel Catanese e a Catania, attive nella costruzione di immobili residenziali e non residenziali. Un portafoglio ampio, che spiega come l’eredità abbia raggiunto una cifra così importante.
La divisione è stata chiara: tre parti quasi uguali destinate a Tiziana, Alessandro e Dina Minna. Una scelta che ha sorpreso l’opinione pubblica, ma che appare coerente con il rapporto strettissimo nato tra il conduttore e la sua assistente.
Dina Minna, più di una segretaria: “Ho perso un padre”
Assunta giovanissima, a soli 18 anni, Dina Minna è rimasta accanto a Pippo Baudo per 36 anni, diventando non soltanto una collaboratrice ma un punto fermo nella vita del conduttore. Ha gestito agende, impegni, rapporti professionali, ma ha anche rappresentato un sostegno costante nei momenti più delicati. Non a caso è stata lei a seguire Baudo anche durante la camera ardente al Teatro delle Vittorie e fino all’ultimo viaggio verso Militello.
Alla notizia della sua morte, aveva dichiarato all’ANSA: «Ho perso un padre». Parole che rendono evidente la natura del loro legame, che travalicava l’ambito lavorativo per trasformarsi in un rapporto affettivo profondo. La decisione di inserire Dina Minna tra gli eredi principali non è quindi soltanto una scelta economica, ma il riconoscimento di un rapporto umano unico.
Alla lettura del testamento era presente accanto ai due figli. Alessandro, nato nel 1962 dalla relazione con Mirella Adinolfi e riconosciuto ufficialmente solo negli anni ’90, e Tiziana, figlia del matrimonio con Angela Lippi, hanno rispettato la volontà del padre. Durante i funerali, Tiziana ha voluto ringraziare il pubblico: «Grazie per l’immenso affetto per mio papà, un uomo perbene, garbato, dal cuore grande».
Le polemiche e i possibili lasciti benefici
Non sono mancate le polemiche. In particolare, l’ex moglie Katia Ricciarelli ha espresso pubblicamente il suo disappunto, lamentando di essere stata esclusa non solo dal testamento, ma anche dagli ultimi momenti della vita del conduttore. Ha criticato la decisione di lasciare a Dina Minna una quota pari a quella dei figli, sostenendo che non fosse opportuno equiparare il ruolo di assistente a quello dei legami di sangue.
Un altro aspetto ancora da chiarire riguarda la possibile presenza di lasciti a scopo benefico. Secondo alcune indiscrezioni, l’amico di famiglia e storico avvocato Giorgio Assumma, assente alla lettura, potrebbe essere stato incaricato di gestire una parte del patrimonio da devolvere ad associazioni, enti culturali o Chiese del paese natale di Baudo. Nulla di ufficiale, ma l’ipotesi resta aperta e potrebbe aggiungere un tassello importante alla storia di questa eredità.
Il testamento di Pippo Baudo, insomma, non è soltanto un atto notarile. È un documento che riflette la sua vita, i suoi affetti, le sue scelte e le sue priorità. Il patrimonio non rappresenta solo il successo professionale, ma anche il modo in cui il conduttore ha voluto ringraziare chi gli è stato accanto, sia nella vita privata che in quella pubblica.
In definitiva, la divisione dell’eredità di Pippo Baudo conferma un aspetto centrale della sua esistenza: la televisione lo ha reso immortale, ma i rapporti umani hanno avuto per lui un valore altrettanto grande. Tra figli riconosciuti tardi, proprietà in Sicilia e a Roma, e una segretaria che per decenni è stata al suo fianco, il lascito di Baudo racconta non solo la storia di un patrimonio, ma la fotografia intima di un uomo che ha amato profondamente la sua terra, il suo lavoro e le persone a lui più vicine.






