La Francia ha deciso di intervenire con una misura che, nel panorama europeo dell’aviazione civile, segna uno dei segnali più forti degli ultimi anni. Dopo mesi di rapporti preoccupanti sugli episodi di disturbo a bordo e un numero crescente di incidenti legati a comportamenti aggressivi o mancato rispetto delle norme, Parigi ha introdotto un nuovo pacchetto di sanzioni che arriva fino a 20.000 euro e al divieto di volo per quattro anni. È una scelta che nasce da un timore concreto, più volte espresso dalle autorità: l’idea che la cattiva condotta dei passeggeri stia diventando una minaccia reale per la sicurezza del volo, e che serva un quadro normativo più rapido e più efficace per affrontarla. Il decreto è già operativo dall’8 novembre e sta cambiando il modo in cui le compagnie aeree francesi gestiscono gli episodi di disturbo a bordo dei loro velivoli.
Perché la Francia ha deciso di introdurre multe record e cosa cambia davvero per chi vola con vettori francesi
Il governo francese ha motivato il nuovo giro di vite citando una cifra che impressiona: tra 200 e 500 incidenti al mese segnalati dalle agenzie dell’aviazione europee, un dato che da solo racconta la fragilità crescente del contesto. Nel 2024, l’Associazione internazionale del trasporto aereo ha registrato un caso di comportamento indisciplinato ogni 395 voli, numeri che per un settore basato sulla sicurezza assoluta rappresentano un rischio inaccettabile. L’obiettivo dichiarato di Parigi è proteggere equipaggi e passeggeri, creando un sistema che consenta alle compagnie di agire rapidamente e senza ambiguità.
Il decreto introduce una banca dati nazionale nella quale i vettori francesi possono registrare episodi di “comportamenti dannosi”. È un archivio pensato per individuare soggetti recidivi, tracciare incidenti gravi e applicare sanzioni proporzionate. Le multe arrivano a 10.000 euro, che diventano 20.000 in caso di recidiva, e colpiscono tre situazioni molto precise: l’uso non autorizzato di dispositivi elettronici, l’ostacolo all’operato dell’equipaggio e il rifiuto ripetuto di seguire le istruzioni di sicurezza. Per i casi più estremi è previsto il divieto di imbarco fino a quattro anni, una misura che pochi Paesi europei hanno adottato con una simile severità.
Le nuove norme non sostituiscono le sanzioni penali già presenti nell’ordinamento francese, che prevedono fino a cinque anni di reclusione e multe di 75.000 euro nei reati più gravi, ma si aggiungono a esse come strumento intermedio, più rapido e più flessibile. Il ministro dei Trasporti Philippe Tabarot ha definito “inaccettabili” i comportamenti di disturbo, ricordando che ogni episodio altera il lavoro dell’equipaggio e mette in pericolo la sicurezza del volo. Tabarot ha insistito sul fatto che il nuovo quadro normativo vuole mandare un “messaggio forte”, ovvero che a bordo non esiste più alcuna tolleranza per atteggiamenti che minano l’ordine pubblico.
Il decreto arriva in un momento in cui l’aviazione europea sta affrontando una sorta di mutazione sociale: sempre più episodi di aggressività, l’aumento dei voli pieni, la frustrazione legata ai ritardi e la forte pressione psicologica su personale di cabina e passeggeri. Le compagnie francesi sostengono che la nuova banca dati ridurrà le zone grigie, perché finora ogni compagnia doveva gestire singolarmente le segnalazioni, rendendo difficile individuare comportamenti ripetuti su più rotte o con compagnie diverse. Con il nuovo sistema, invece, un passeggero recidivo può essere monitorato da tutto il settore, riducendo il rischio che episodi gravi vengano “persi” tra un volo e l’altro.

Come reagiscono le compagnie aeree e perché il caso Ryanair mostra che la stretta è già iniziata in tutta Europa
Sebbene il decreto francese sia uno dei primi così strutturati a livello europeo, la stretta sui passeggeri indisciplinati è una tendenza che si sta diffondendo su tutto il continente. La Francia ha scelto un approccio sistematico, creando una banca dati che dà più potere operativo ai vettori e introducendo sanzioni proporzionate, ma altre compagnie, anche estere, hanno iniziato da mesi a muoversi nella stessa direzione. Il caso Ryanair, che all’inizio dell’anno ha citato in giudizio un passeggero chiedendo 15.000 euro di risarcimento, è forse l’esempio più evidente di questa trasformazione culturale nel settore. Il volo, che da Dublino era diretto a Lanzarote, è stato deviato in Portogallo, costringendo la compagnia a rimborsare hotel e logistica ai suoi 160 passeggeri, un episodio che ha reso immediata l’urgenza di norme più severe. Ryanair stessa ha definito il comportamento del passeggero “imperdonabile”, spiegando che continuerà a perseguire chi mette a rischio il volo.
La reazione pubblica alle misure francesi è stata mista: molti passeggeri hanno accolto con favore il decreto, percependolo come una garanzia di sicurezza, mentre altri temono un eccesso di rigore o possibili abusi nelle segnalazioni. Tuttavia, le compagnie sostengono che la tracciabilità dei comportamenti indisciplinati impedirà proprio gli errori, perché ogni segnalazione deve rispondere a criteri precisi e verificabili. Non si tratta di punire semplici disguidi, ma di repressare episodi che compromettono direttamente la sicurezza del volo.
L’analisi degli esperti mostra però un altro aspetto interessante: la pressione psicologica sugli equipaggi, ormai costretti a gestire non solo mansioni operative ma anche comportamenti sempre più imprevedibili dei passeggeri. Le tensioni sociali degli ultimi anni, sommate alla maggiore affluenza sui voli e alla frequenza di ritardi e cancellazioni, hanno creato un terreno fertile per attriti improvvisi. In questo contesto, un quadro normativo unificato può fare da filtro, riducendo la discrezionalità e offrendo agli equipaggi uno strumento chiaro per intervenire.
Non è escluso che la Francia, con il suo decreto, diventi un modello per altri Paesi europei. La presenza di norme severe, unita alla possibilità di monitorare i passeggeri recidivi, potrebbe portare a un’armonizzazione europea che al momento manca e che le agenzie internazionali chiedono da tempo. Per ora, la certezza è che la stretta francese rappresenta uno spartiacque: un messaggio politico e operativo che suggerisce come il comportamento a bordo non sia più un tema marginale, ma un elemento centrale della sicurezza dei voli.






