Hai appena ricevuto un pacco, lo apri, togli l’oggetto, e in pochi secondi il tuo gatto è già dentro. A volte non aspetta nemmeno che la scatola sia vuota. Si accuccia, si strofina contro le pareti di cartone, si rannicchia e chiude gli occhi con aria soddisfatta. Una scena familiare a milioni di persone nel mondo. Ma perché i gatti impazziscono per il cartone? È solo un capriccio o c’è una ragione profonda dietro questo comportamento?
Gli studiosi di etologia felina — la scienza che studia il comportamento dei gatti — hanno indagato a lungo questo fenomeno apparentemente buffo, scoprendo che si tratta di una combinazione di istinto, comfort e psicologia animale.
Un rifugio naturale: la ricerca di sicurezza e calore
Nel mondo dei gatti, tutto ruota intorno alla sicurezza. Anche i mici domestici, abituati a letti morbidi e cucce eleganti, conservano l’istinto dei loro antenati selvatici: quello di cercare luoghi chiusi, protetti, dove potersi nascondere da potenziali predatori.
Le scatole di cartone rappresentano per loro un rifugio perfetto. Hanno pareti solide, un’apertura facilmente controllabile e un odore neutro. Quando un gatto entra in una scatola, prova una sensazione di controllo e tranquillità: sa di essere al sicuro da tutti i lati, con un solo punto d’ingresso.
Uno studio condotto dall’Università di Utrecht, nei Paesi Bassi, ha dimostrato che i gatti che avevano a disposizione scatole di cartone si adattavano più rapidamente a nuovi ambienti rispetto a quelli che non ne avevano. Dopo pochi giorni, mostravano livelli di stress più bassi, mangiavano di più e cercavano più spesso il contatto umano. Il cartone, in sostanza, riduce l’ansia felina.
Il motivo è semplice: la scatola riproduce la sensazione di essere “abbracciati” da uno spazio piccolo e protetto, simile a quello che i gatti sperimentano da cuccioli quando si stringono alla madre e ai fratellini.
Calore, odore e isolamento: la fisica del cartone
Oltre alla sicurezza psicologica, c’è anche un aspetto fisico. Il cartone è un ottimo isolante termico. Trattiene il calore corporeo del gatto e lo restituisce lentamente, creando un microclima caldo e asciutto.
I gatti amano il calore: la loro temperatura corporea ideale è di circa 38-39°C, e per mantenerla cercano sempre punti caldi, come i raggi del sole, il motore di un’auto parcheggiata o appunto una scatola.
In più, il cartone assorbe gli odori, e questo lo rende particolarmente interessante per un animale che basa il suo equilibrio sensoriale sull’olfatto. Quando un gatto si strofina contro una scatola, lascia il proprio odore e contemporaneamente ne assorbe di nuovi, costruendo una sorta di “mappa olfattiva” del suo ambiente.
In breve: la scatola non è solo un rifugio, ma una tana personalizzata e profumata, dove si sente “a casa”.
Gioco, curiosità e predazione: il fascino dell’ignoto
C’è poi l’aspetto più divertente e misterioso: il gioco predatorio. I gatti sono cacciatori nati, e le scatole rappresentano perfettamente un punto d’osservazione ideale da cui “tendere imboscate”.
Chi vive con un gatto lo sa: una scatola non è mai solo un rifugio, ma anche un teatro di azione. Basta una pallina che rotola o un rumore improvviso e il micio scatta fuori come un piccolo leone nella savana.
Questo comportamento risponde a un bisogno naturale di simulazione della caccia. Le scatole permettono al gatto di esplorare, nascondersi e sorprendere, stimolando la mente e scaricando lo stress.
Gli etologi lo definiscono “gioco di attivazione cognitiva”: un modo in cui l’animale esercita istinti antichi in un contesto domestico, mantenendo il cervello attivo e in equilibrio.
Inoltre, il cartone emette un suono caratteristico quando viene graffiato, un misto di scrocchi e fruscii che stimolano il sistema sensoriale del gatto. Grattare e mordere la scatola non è un segno di distruzione, ma una forma di comunicazione tattile e sonora.

La spiegazione scientifica dietro un gesto quotidiano
Molti comportamenti che ci sembrano buffi nei gatti hanno una base biologica complessa. Secondo la professoressa Claudia Vinke, che ha firmato lo studio di Utrecht, i gatti utilizzano le scatole come “spazi di coping”, ossia luoghi per gestire emozioni intense.
Quando un gatto è spaventato, stressato o annoiato, cerca naturalmente un rifugio chiuso. In assenza di grotte o cespugli, trova nel cartone il sostituto ideale.
Le scatole soddisfano anche la loro curiosità innata: ogni nuovo oggetto o spazio chiuso è una possibilità di esplorazione, un piccolo mistero da decifrare. La mente felina è fortemente attratta dalla novità, ma allo stesso tempo ha bisogno di sicurezza: il cartone unisce entrambe le cose.
Non è quindi un caso se, anche in case piene di cuscini e cucce costose, il gatto scelga sempre la scatola. È il suo ambiente ideale dal punto di vista cognitivo ed emozionale.
Le scatole come terapia felina
Negli ultimi anni, veterinari e comportamentisti hanno iniziato a consigliare le scatole di cartone anche come strumento terapeutico per gatti ansiosi o con difficoltà di adattamento.
L’idea è semplice: fornire un piccolo rifugio sicuro e caldo aiuta l’animale a recuperare fiducia e calma. Alcuni rifugi per animali hanno persino introdotto “stanze di cartone” per migliorare il benessere dei gatti ospitati.
Il risultato? Gatti più sereni, meno aggressivi e più propensi all’interazione umana. È una prova concreta di come un materiale semplice possa influire positivamente sulla salute mentale felina.
Un gesto d’amore nascosto nel cartone
In fondo, quando un gatto sceglie una scatola, non lo fa per dispetto né per ignorare la cuccia che gli hai comprato: lo fa perché sta seguendo il suo istinto più profondo.
Quel piccolo rifugio di cartone è un simbolo di sicurezza, calore e libertà. È la tana del cacciatore, il nido del cucciolo, il rifugio dell’anima felina.
Quindi, la prossima volta che ricevi un pacco, non buttar via la scatola. Lasciala lì, e guarda il tuo gatto entrare, sistemarsi e chiudere gli occhi con soddisfazione. Dentro quel gesto c’è la sintesi perfetta tra scienza, natura e affetto.






