Decidere la meta del prossimo viaggio diventerà sempre più complicato nel 2026: il mondo si sta aprendo con nuove rotte, progetti culturali ambiziosi, aree remote che tornano accessibili e destinazioni che puntano con decisione sulla sostenibilità. Le segnalazioni raccolte da reporter, esperti di turismo responsabile e professionisti del settore mostrano un quadro sorprendentemente vario. Scopriamo quali mete hanno le carte in regole per diventare le più ambite dai turisti nel corso del prossimo anno.
Abu Dhabi: tra musei d’avanguardia e nuovi parchi tematici
Negli Emirati, la capitale federale vive un momento di trasformazione profonda. Dopo l’apertura del Louvre Abu Dhabi, il distretto culturale di Saadiyat sta entrando in una fase decisiva con l’arrivo di strutture museali di dimensioni e ambizioni uniche. Il TeamLab Phenomena, il più grande museo digitale del pianeta, accoglie visitatori con installazioni immersive che fondono tecnologia e arte, mentre il Museo Nazionale dedicato a Sheikh Zayed racconta la storia e la visione del fondatore dell’Emirato attraverso più di 1.500 reperti.
Accanto a queste inaugurazioni, sta prendendo forma il Museo di Storia Naturale Abu Dhabi, un edificio imponente ispirato alla geologia del Golfo Arabico. Sullo sfondo rimane l’attesa per il Guggenheim Abu Dhabi, progetto più volte rimandato e destinato a diventare la galleria più vastamente dedicata all’arte contemporanea in Medio Oriente.
La città però non punta solo sulla cultura. L’Isola di Yas sta diventando un colosso del divertimento: Warner Bros. World inaugurerà un’area dedicata al mondo di Harry Potter e Yas Waterworld è in espansione con nuovi scivoli e strutture. Nei prossimi anni dovrebbe arrivare persino il primo Disneyland della regione. Il volto di Abu Dhabi, un tempo dominato da sabbia e fortini, cambia rapidamente e il 2026 sarà un anno chiave per assistere a questa evoluzione.
Algeria: rovine romane, Sahara sconfinato e un patrimonio finalmente accessibile
Il Paese più vasto d’Africa sta vivendo un risveglio turistico atteso da tempo. L’Algeria, ricchissima di siti archeologici, deserti monumentali e città dalla storia complessa, è stata per decenni frenata da un sistema dei visti particolarmente rigido. Ora le cose stanno cambiando.
Il governo punta a raggiungere 12 milioni di visitatori all’anno entro il 2030 e negli ultimi mesi ha introdotto procedure di ingresso più snelle, tra cui un visto all’arrivo per chi partecipa a viaggi organizzati. Nel frattempo è nata una compagnia aerea dedicata ai collegamenti interni, Domestic Airlines, utile per esplorare con facilità territori vastissimi. Parallelamente cresce l’impegno per la tutela culturale: corsi di formazione e sostegno economico sono pensati per i 460.000 artigiani che custodiscono tecniche tradizionali secolari.

Le principali novità riguardano l’apertura di itinerari che consentono di raggiungere città simbolo come Algeri, con la sua eredità fenicia e ottomana, oppure Constantine, un museo a cielo aperto di tremila anni di storia. Gli appassionati di archeologia troveranno a Timgad e Djémila alcuni dei resti romani meglio conservati al mondo, privi delle folle presenti in destinazioni più note. Chi ama gli scenari desertici può spingersi fino a Djanet, un’oasi che da più di cinque secoli è il cuore pulsante delle spedizioni nel Sahara algerino.
Colchagua Valley: il cuore enologico del Cile tra tradizione e cieli stellati
Chi immagina il Cile solo come porta d’accesso alla Patagonia o all’Atacama dovrà ricredersi. A due ore da Santiago, la Valle di Colchagua si estende dalle Ande fino all’Oceano Pacifico seguendo il corso del fiume Tinguiririca. È un territorio che unisce cantine storiche, colline coltivate, haciendas d’epoca coloniale e un crescente ventaglio di attività all’aria aperta.
È qui che alcuni dei marchi più rinomati del panorama vinicolo cileno, come Viu Manent, Los Vascos, Casa Silva e MontGras, hanno costruito il successo internazionale del Paese. A questo patrimonio consolidato si aggiungono esperienze gastronomiche di rilievo, tra cui il celebre Fuegos de Apalta, il ristorante firmato dal maestro della cucina alla brace Francis Mallmann. Le strutture ricettive mantengono l’impronta immersiva: Clos Apalta offre dieci ville moderne affacciate sui vigneti, sospese letteralmente sopra i pendii coltivati a Carménère, Cabernet e Syrah.
La regione non vive solo di vino. Il territorio è la patria dei gauchos cileni e concentra rodei, mercati vivaci e piccoli borghi come Santa Cruz e Lolol. Chi ama il cielo stellato trova nell’osservatorio Cerro Chaman uno dei punti migliori per ammirare la volta celeste grazie alla limpidezza dell’aria. Nel 2026, la Ruta del Vino celebra 30 anni e conferma Colchagua come una delle mete più complete per chi cerca cultura, natura, gastronomia e relax.
Isole Cook: un paradiso polinesiano sempre più protetto
Il piccolo arcipelago nel cuore del Pacifico è un gioiello rimasto sorprendentemente poco frequentato. Rarotonga, l’isola principale, racchiude montagne triangolari, foreste lussureggianti e un’ampia laguna turchese che ricorda da vicino gli scenari di Tahiti. Nonostante le dimensioni ridotte, condensa l’essenza della cultura polinesiana e rappresenta solo una minima parte di ciò che le Isole Cook hanno da offrire: oltre a Rarotonga e alla romantica Aitutaki, restano altre tredici isole visitabili in quasi totale solitudine.
Il 2026 segnerà un salto decisivo nella tutela del patrimonio naturale: Marae Moana, uno dei parchi marini più estesi del pianeta, rafforza la protezione delle sue aree più sensibili e tre motu di Aitutaki ottengono un riconoscimento speciale. È inoltre stata sospesa qualsiasi attività di esplorazione mineraria sottomarina almeno fino al 2032. Anche l’entroterra è al centro di nuove attenzioni: la valle sacra di Maungaroa, candidata nella lista provvisoria UNESCO, conserva habitat incontaminati di grande valore ecologico.
La destinazione diventa più facilmente raggiungibile grazie al potenziamento dei collegamenti: Hawaiian Airlines ha aggiornato le tratte con Honolulu e Jetstar inaugurerà un volo diretto da Brisbane nel 2026. Un’opportunità nuova per scoprire un arcipelago che unisce accoglienza calorosa e un impianto turistico ancora poco invasivo.
Costa Rica: tra biodiversità estrema e nuove tutele ambientali
La nazione centroamericana è considerata da decenni un modello globale di conservazione. È stato il primo Stato tropicale a invertire il processo di deforestazione e oggi quasi il 60% della superficie è ricoperta da foreste, mentre un quarto del territorio è formalmente protetto. Le attrazioni sono note: spiagge bianche, monti vulcanici avvolti nella nebbia, foreste pluviali e una storia precolombiana molto ricca.
Il Paese rappresenta un raro equilibrio tra avventura e benessere. I visitatori raggiungono baie deserte, osservano macachi e ara che sorvolano acque turchesi, esplorano mangrovie illuminate dalla bioluminescenza o partecipano a lezioni di surf, yoga o meditazione prima di addentrarsi nei sentieri della foresta. L’Osa Peninsula, uno dei luoghi con la maggior concentrazione di specie al mondo, è resa più accessibile dai voli diretti da San José a Puerto Jiménez, punto di ingresso per il Parco Nazionale Corcovado.

Il 2026 sarà un anno decisivo anche per gli ecosistemi: ONG e istituzioni nazionali intendono ampliare le aree protette a terra e in mare, rafforzando i corridoi dei giaguari e garantendo una maggiore protezione ai grandi squali migratori. Le realtà locali puntano sulla sostenibilità: resort come Lamangata Surf utilizzano energia solare e riciclo delle acque, mentre Blue Osa Yoga Retreat collabora con associazioni impegnate nella salvaguardia delle tartarughe marine. Una destinazione che dimostra come turismo responsabile e lusso possano coesistere.
Ebridi: il volto più autentico della Scozia tra whisky, storia e paesaggi primordiali
Nelle isole battute dal vento sull’Atlantico, il 2026 porta novità importanti. Lewis, la più grande delle Ebridi Esterne, inaugura il nuovo centro visitatori dedicato ai Calanais Standing Stones, un complesso neolitico più antico di Stonehenge. L’introduzione di un biglietto d’ingresso servirà a sostenere la conservazione di un patrimonio di oltre 5.000 anni.
Barra, la piccola isola famosa per la pista d’atterraggio sulla spiaggia, vede nascere la sua prima distilleria, un passo importante per l’economia locale. Il trend del whisky coinvolge anche Islay, già celebre per i suoi single malt torbati: nel 2026 apriranno due nuove distillerie, Laggan Bay e Portintruan. Quest’ultima è parte di un progetto più ampio che comprende Ardbeg House, il primo hotel dell’isola interamente dedicato al tema del whisky.
In primavera, l’appuntamento fisso è il Fèis Ìle, il festival che celebra la cultura locale e i suoi distillati. Tra spiagge bianchissime, castelli medievali e comunità accoglienti, le Ebridi confermano la loro identità unica nel panorama europeo.
Ishikawa: un Giappone resiliente che invita a tornare
Il 2024 ha colpito duramente la penisola di Noto, in Ishikawa, con un violento terremoto. A distanza di due anni, la regione si sta rialzando e chiede ai visitatori di contribuire alla sua rinascita.
Kanazawa, accessibile in treno ad alta velocità da Tokyo, resta un cuore pulsante di arte e tradizioni. Ospita uno dei giardini più celebri del Paese, Kenrokuen, e laboratori dove si tramandano tecniche secolari come la lavorazione della foglia d’oro e la tintura Kaga Yuzen.
Il ritorno dei visitatori è però particolarmente importante nel nord, dove le fattorie della penisola stanno riaprendo grazie a un’economia rurale fragile e a volte in bilico. Gli agriturismi permettono di partecipare alla vita agricola stagionale e di contribuire alla tutela delle risaie terrazzate di Shiroyone Senmaida, simbolo della cultura agricola locale.
Le eccellenze alimentari non mancano: il pesce della penisola è rinomato in tutto il Giappone e la tradizione del sake è risorta grazie a iniziative come “Don’t Stop the Noto Sake”, che indirizza i ricavi verso le distillerie colpite dal sisma. Acquistare prodotti artigianali, soggiornare nelle strutture familiari e mangiare nei ristoranti appena riaperti diventa così un gesto di supporto concreto alle comunità locali.
Isole Komodo: l’incontro con i draghi nel cuore dell’Indonesia
Per chi desidera un’avventura in presenza di una fauna antica e rara, il Parco Nazionale di Komodo rappresenta una delle esperienze più iconiche al mondo. Qui vivono gli ultimi esemplari selvatici di drago di Komodo, enormi rettili che possono superare i tre metri di lunghezza. Il paesaggio è altrettanto straordinario: spiagge rosa, colline di savana e fondali popolati da mante e una grande varietà di specie marine.

Nel 2026 il parco festeggia 45 anni e introdurrà nuovi progetti dedicati alla conservazione e alla gestione dell’afflusso turistico. L’accesso diventa più semplice grazie ai voli diretti da Singapore e Kuala Lumpur verso Labuan Bajo, porta d’ingresso all’arcipelago. Il sistema di permessi regolamentati e le escursioni accompagnate da ranger garantiscono un equilibrio tra turismo e tutela degli habitat.
Chi visita le isole può scegliere tra escursioni giornaliere, soggiorni in eco-lodge o crociere su imbarcazioni tradizionali phinisi che attraversano baie remote. Un modo per osservare da vicino uno degli ecosistemi più delicati dell’Indonesia, contribuendo al suo sostentamento.
Loreto: il gioiello del Golfo di California che vive di conservazione
In Baja California Sur, Loreto è un esempio virtuoso di gestione ambientale. Il Parco Nazionale Bahía de Loreto protegge da trent’anni più di 200.000 ettari di mare ricco di biodiversità, habitat di balene blu, tartarughe marine e leoni marini.
Il prossimo futuro vedrà la nascita di due nuovi parchi nazionali, Nopoló e Loreto II, che estenderanno ulteriormente la tutela a canyon desertici, mangrovie e corridoi naturali riservati alla fauna. In questo contesto, la comunità ha un ruolo centrale: molti ex pescatori operano oggi come guide naturalistiche e organizzano uscite in kayak, avvistamenti di balene e attività di citizen science, durante le quali i visitatori possono contribuire alla raccolta di dati sulle migrazioni dei cetacei.
Loreto è anche un luogo di incontro culturale: festival eco-sostenibili, passeggiate con gruppi comunitari e cene collettive permettono di conoscere da vicino i residenti. Con le sue strade bianche, la missione storica e la catena montuosa della Sierra de la Giganta sullo sfondo, offre un raro equilibrio tra semplicità e grandeur naturale.
Montenegro: l’erede nascosto del Mediterraneo occidentale
Tra le destinazioni europee che attireranno maggiore attenzione nel 2026, il Montenegro si distingue per la sua combinazione di paesaggi aspri, borghi storici e coste suggestive. L’anno segna il ventesimo anniversario dell’indipendenza del Paese, un traguardo importante per una nazione giovane ma già ricca di attrattive.
La Baia di Kotor, spesso descritta come il fiordo più a sud d’Europa, è un mosaico di città fortificate veneziane, monasteri e porticcioli incastonati tra montagne imponenti. Sempre più viaggiatori scelgono di evitare le mete sovraffollate e si dirigono verso la costa montenegrina, oggi in crescita rapida ma ancora legata alle sue radici storiche.
All’interno, il Paese rivela aspetti meno conosciuti ma di grande fascino: Cetinje, antica capitale reale, con palazzi e musei che narrano la storia della regione; il Lago di Scutari, tra i più importanti santuari ornitologici europei; e soprattutto il massiccio delle Prokletije, uno degli ultimi autentici territori selvaggi del continente. Qui passa anche una tratta del celebre cammino Peaks of the Balkans, 192 km che attraversano Montenegro, Albania e Kosovo e sostengono le comunità montane attraverso un turismo rispettoso e sostenibile.






