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Home Lifestyle

Negli Stati Uniti crollano le mance: perché i clienti lasciano sempre meno e i ristoranti rischiano grosso

by Andrea Casamassima
11 Agosto 2025

Nel cuore dell’economia americana dei servizi, le mance non sono un gesto di cortesia, ma una vera e propria colonna portante del reddito di chi lavora in ristoranti, bar e locali. Nel 2024, secondo i dati interni di Square, piattaforma di pagamento utilizzata da oltre 100mila attività negli Stati Uniti, il personale del settore ristorativo ha ricavato quasi il 23% dello stipendio proprio dalle mance. Una cifra che racconta quanto questo sistema sia radicato: a differenza dell’Europa, dove il lasciare qualcosa in più è facoltativo, oltreoceano rappresenta una voce imprescindibile per arrivare a fine mese.

Ma il 2025 sta segnando una svolta negativa. Nei mesi primaverili, la media delle mance lasciate nei ristoranti e nei locali americani è scesa sotto il 15% del conto, ben lontana dalla tradizionale fascia del 18-20% considerata standard. Un calo che, secondo diversi osservatori, non è solo un segnale di stanchezza dei clienti, ma un vero campanello d’allarme per la tenuta del settore.

Le ragioni di un crollo inatteso

Dietro questa flessione non c’è un’unica causa. L’aumento del costo della vita sta incidendo in modo diretto sulle abitudini di spesa. L’inflazione, che in diversi comparti della ristorazione è stata superiore alla media nazionale, ha fatto lievitare i conti: quando il totale sale, anche la mancia – calcolata in percentuale – pesa di più sul portafoglio. Molti clienti continuano a frequentare ristoranti e bar, ma tagliano su ciò che percepiscono come “non essenziale”.

C’è poi un aspetto culturale che sta guadagnando sempre più attenzione: la cosiddetta tipping fatigue, la “stanchezza da mancia”. I consumatori americani dichiarano di sentirsi sotto pressione quando si trovano davanti a tablet o POS che suggeriscono automaticamente percentuali elevate, anche in contesti in cui il servizio è minimo o quasi inesistente. Un fenomeno particolarmente diffuso nelle caffetterie, nel takeaway o nei servizi di consegna rapida, dove l’interazione con il personale è ridotta all’osso. In molti casi, la richiesta appare più come un obbligo sociale che un riconoscimento genuino.

Un’indagine recente ha rivelato che un terzo degli adulti negli USA ha notato un aumento significativo della frequenza con cui viene chiesta la mancia rispetto a cinque anni fa. Questo, unito all’espansione della richiesta a settori dove non era consuetudine, ha alimentato malumore e reazioni di rifiuto.

Un impatto diretto sui lavoratori

Per chi lavora nel settore, ogni punto percentuale perso sulle mance si traduce in un taglio concreto dello stipendio. In diversi stati americani, il salario base nel comparto ristorativo non supera i 5 dollari l’ora, il che rende le mance non un extra, ma una necessità. La testimonianza di Yumi Ortiz, sommelier a New York, è emblematica: “I clienti lasciano meno rispetto a qualche anno fa e per me significa dover lavorare più ore per mantenere lo stesso reddito”.

La crisi delle mance non colpisce solo i singoli, ma l’intero equilibrio economico di migliaia di attività locali. Con meno entrate, i lavoratori potrebbero abbandonare il settore in cerca di impieghi più stabili e garantiti, innescando una carenza di personale che i ristoratori già faticano a gestire.

Secondo analisti indipendenti, se la tendenza dovesse consolidarsi, il modello statunitense – basato su stipendi bassi compensati da mance elevate – potrebbe entrare in crisi strutturale. Questo comporterebbe la necessità di rivedere il sistema salariale, con un inevitabile aumento dei prezzi finali per i consumatori, o il rischio di una chiusura a catena di piccole e medie imprese del comparto.

Un cambiamento che potrebbe ridisegnare il settore

Le mance negli Stati Uniti non sono mai state solo una questione di cortesia, ma un vero contratto sociale non scritto. La loro riduzione mette in discussione l’intero equilibrio tra clienti, lavoratori e imprenditori. Per alcuni, il calo potrebbe essere un segnale di evoluzione: un possibile passaggio a un modello in cui i dipendenti siano pagati con stipendi più equi e trasparenti, senza dover contare sull’incertezza del buon cuore del cliente. Per altri, invece, rappresenta una minaccia immediata alla sopravvivenza di migliaia di famiglie che vivono grazie a questo sistema.

Se la tipping fatigue continuerà a diffondersi, i prossimi anni potrebbero vedere trasformazioni profonde: nuove leggi statali per fissare un salario minimo più alto, ristoranti che eliminano la mancia integrandola nel prezzo, o un ritorno forzato ai modelli più tradizionali. Una cosa è certa: quello che sta accadendo oggi non è solo un calo temporaneo, ma un fenomeno che rischia di ridisegnare per sempre il volto della ristorazione americana.

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