La guida Michelin 2025 ha tolto a Gianfranco Vissani l’ultima stella rimasta alla sua Casa Vissani, il ristorante sul lago di Corbara che per decenni è stato una delle vette della cucina italiana. Una perdita simbolica che chiude un ciclo iniziato nel 2019, quando la prima delle due stelle era già stata revocata.
Lo chef, raggiunto dal Corriere della Sera, appare controllato, quasi distaccato. Alla domanda sulla Michelin risponde con pochi centimetri di voce: “Sulla Michelin non ho nulla da dirle”. Un’indifferenza che però non maschera la complessità di un momento storico per uno dei personaggi più discussi e riconosciuti della gastronomia italiana.
Poi l’ammissione più personale: “Non ci sono rimasto male, la sola perdita per cui ho sofferto e pianto è stata la morte di mia mamma nel 2020”. Per Vissani, la madre è stata una figura assoluta: “Mamma. Fidanzata. Moglie. Amica. Tutto. Quando vivi un dolore così, il resto non conta”.
“La mia brigata è qui e il ristorante va bene”: lo chef guarda avanti
La prima stella era caduta nel 2019, lasciando un segno profondo e provocando dichiarazioni rabbiose. Questa volta, invece, domina un atteggiamento diverso: fermo, quasi sereno. “Ho continuato ad andare avanti, è quello che conta. Io con la mia brigata siamo sempre qui”, dice. E aggiunge un messaggio chiaro: “Voglia di fare una cucina semplice, gustosa e immediata: il ristorante va bene, lo sanno anche all’estero”.
Casa Vissani resta infatti un luogo simbolo. Una casa di famiglia trasformata in tempio culinario, gestita direttamente dallo chef e dai suoi parenti, con un’attenzione rigorosa ai prodotti del territorio. Nonostante la caduta delle stelle, il brand personale di Vissani continua a essere forte, sorretto da decenni di tv, libri, polemiche e un carattere che ha segnato gli anni Novanta e Duemila.

La Lista di Parigi al posto della Michelin per Vissani
Se la Michelin lo estromette dal firmamento stellato, Vissani vira immediatamente verso un altro palcoscenico: La Liste, la classifica internazionale che valuta migliaia di ristoranti nel mondo incrociando oltre 600 guide e recensioni.
“Tra qualche ora volerò a Parigi. Alla fine non c’è solo la Michelin”, racconta. E precisa: “Ci andrò a testa bassa, non da abbattuto ma da uno che pensa solo a lavorare”.
Parole che marcano una distanza netta dal 2019, quando lo chef, furioso, commentò così la perdita della prima stella: “Potevano levarcele entrambe. La Michelin è una vergogna italiana, una guida dei compromessi”.
Oggi no. Oggi prevale il pragmatismo: la voglia di continuare, di restare in scena, di non farsi definire da un giudizio esterno, per quanto autorevole.
Un personaggio irripetibile della cucina italiana
Nato come fenomeno televisivo grazie al suo temperamento esuberante, Gianfranco Vissani ha costruito negli anni un impero gastronomico centrato sull’identità familiare e territoriale. Casa Vissani non è solo un ristorante: è una struttura immersa nella sua terra, con materie prime locali, ricette personali e una gestione che ruota attorno ai legami di casa.
La perdita dell’ultima stella chiude un capitolo, ma non chiude la storia. E lo chef sembra il primo a saperlo. La sua cucina resta, il suo nome resta, la sua forza mediatica anche.

