La fotografia della qualità della vita in Italia nel 2025, scattata dalla trentaseiesima edizione dell’indagine del Sole 24 Ore, conferma un quadro ormai ricorrente: il Nord continua a dominare, mentre il Sud fatica a risalire. Trento torna in vetta, seguita da Bolzano e Udine, in un podio che testimonia il primato dell’area nord-orientale della penisola. Nella top ten compaiono quasi esclusivamente province settentrionali, molte delle quali di dimensioni medio-piccole ma caratterizzate da un’elevata efficienza nei servizi, da una forte competitività economica e da una qualità dell’ambiente sopra la media nazionale. L’indagine, basata su 90 indicatori suddivisi in sei macro-aree, offre uno sguardo complesso e sfaccettato sul benessere reale dei cittadini: dall’economia alla sicurezza, dalla cultura all’ambiente, fino al capitale umano e ai servizi alla persona.
Nord-Est al comando nella classifica sulla qualità della vita nelle province italiane
La vetta della classifica 2025 ribadisce il primato del Nord-Est, da anni considerato il motore della qualità della vita italiana. Trento riconquista il primo posto grazie alla solidità degli indicatori economici, alla qualità dei servizi e a un sistema sociale equilibrato. Bolzano si conferma stabile ai vertici per ricchezza, occupazione e benessere collettivo, mentre l’ingresso di Udine al terzo posto rappresenta una delle principali sorprese dell’anno, segnando una crescita significativa nel comparto affari-lavoro e nella qualità dei servizi.

La top ten premia anche Bologna (quarta), Bergamo (quinta), Treviso (sesta), Verona (settima), Milano (ottava), Padova (nona) e Parma (decima). Colpisce, in particolare, il balzo di Treviso, che sale di ben 18 posizioni, e il ritorno di Padova tra le migliori dieci dopo trent’anni di assenza. È un successo diffuso delle province di dimensioni intermedie, capaci di combinare competitività economica, buona vivibilità urbana e una crescente offerta culturale.
A livello di categorie specifiche, Milano mantiene la leadership in ricchezza e consumi, oltre a primeggiare in affari e lavoro; Brescia è prima per ambiente e servizi; Bologna guida la classifica “demografia, salute e società”. Oristano sorprende per giustizia e sicurezza, mentre Trieste si conferma capitale italiana della cultura e del tempo libero.
Metropoli in risalita: i grandi centri recuperano terreno
Una delle tendenze più evidenti dell’edizione 2025 è la risalita delle maggiori città metropolitane. Su 14 aree urbane principali, solo Bari e Catania peggiorano rispetto allo scorso anno, mentre tutte le altre registrano miglioramenti sensibili. Roma compie un balzo significativo, guadagnando 13 posizioni e arrivando 46ª: un segnale del rafforzamento della capitale sul fronte dei servizi, della cultura e della capacità attrattiva per studenti e lavoratori. Anche Genova cresce (+11 posizioni, ora 43ª), mentre Torino segna un lieve ma importante progresso, salendo al 57° posto. Firenze rimane stabile in una fascia medio-alta della classifica (36ª), mantenendo la sua tradizionale forza culturale e universitaria.
A favorire la risalita delle metropoli sono soprattutto la tenuta del mercato del lavoro, il potenziamento dell’offerta formativa e l’investimento in infrastrutture culturali e sociali. Tuttavia, queste città continuano a confrontarsi con forti disuguaglianze interne: il contrasto tra quartieri centrali e periferie rimane marcato, e la pressione dei costi della vita penalizza alcune fasce della popolazione.
Il Sud resta indietro: divari profondi e difficili da colmare
Nonostante i fondi PNRR, la ripresa del turismo e alcuni segnali positivi sul fronte imprenditoriale, il Mezzogiorno continua a occupare stabilmente le ultime posizioni della classifica. Le ultime 24 province italiane sono tutte meridionali, confermando un divario che in 36 edizioni dell’indagine non ha mostrato segni di riduzione. Cagliari, 39ª, è la prima provincia del Sud per piazzamento e migliora di cinque posizioni, ma dietro di lei la situazione è critica: Messina è 91ª, Catania scende al 96° posto, Palermo è 97ª, Napoli 104ª, mentre Reggio Calabria chiude la graduatoria per il secondo anno consecutivo.
Il Sud paga soprattutto la debolezza nei servizi, nell’occupazione giovanile, nell’ambiente e nella sicurezza. Eppure non mancano punti di forza: il clima, il costo della vita più accessibile, una demografia relativamente più dinamica rispetto al Nord. Tuttavia, questi elementi non bastano ancora a colmare gap che affondano le radici nella struttura economica e produttiva del territorio.
Qualità della vita nelle province italiane: un’Italia che cambia
L’edizione 2025 della classifica sulla qualità della vita nelle province italiane introduce 23 indicatori nuovi o reintrodotti, tra cui percezione di insicurezza, mortalità per tumore, incidenti stradali, qualità dell’aria. L’obiettivo è cogliere meglio l’evoluzione della società italiana, caratterizzata da nuove esigenze e nuove criticità. L’analisi comparata con l’edizione precedente mostra un Paese che lentamente esce dallo stallo post-Covid: aumentano le retribuzioni medie (+703 euro), diminuiscono le famiglie con ISEE molto basso (-7,5%), e l’occupazione cresce leggermente. Tuttavia, non mancano segnali d’allarme: aumentano del 22,8% le ore di cassa integrazione autorizzate e diminuisce il numero delle startup innovative.
L’Italia resta anche un Paese che invecchia: il rapporto tra anziani e giovani continua a peggiorare e la natalità è ferma, con un calo dei nuovi nati soprattutto al Nord. Sul fronte dell’uguaglianza di genere, Siena conquista la quinta edizione dell’indice sulla qualità della vita delle donne grazie a performance elevate in occupazione femminile, istruzione e partecipazione alla vita pubblica.
In conclusione, la qualità della vita nel 2025 restituisce un’Italia a due velocità: un Nord competitivo e un Sud ancora fragile. Ma emergono anche nuovi segnali di cambiamento, con città medie in forte crescita e metropoli che tornano a investire sul futuro. Una fotografia che invita a riflettere — e soprattutto ad agire — per costruire un Paese più equilibrato e inclusivo.






