Nel mezzo della pianura friulana, circondata da un paesaggio che alterna borghi, vigneti e silenzi, sorge Palmanova, una città che sembra uscita da un disegno rinascimentale. La sua storia comincia nel 1593, quando la Repubblica di Venezia decise di fondare una nuova fortezza per proteggere i propri confini dalle incursioni degli Ottomani e dalle pressioni dell’Impero Asburgico.
Ma Palmanova non fu concepita come una semplice piazzaforte: i suoi progettisti, guidati dall’ingegnere militare Giulio Savorgnan, vollero realizzare una città ideale, che combinasse perfettamente esigenze difensive e principi estetici. La pianta fu disegnata a stella a nove punte, una struttura che ancora oggi appare sorprendente e che la rende l’unica città al mondo a conservare intatta la sua forma originaria.
La scelta del giorno della fondazione non fu casuale: il 7 ottobre 1593, anniversario della vittoria veneziana nella battaglia di Lepanto e festività di Santa Giustina, patrona della Serenissima. Ogni elemento era pensato per dare a Palmanova un significato simbolico, oltre che pratico. La città rappresentava infatti l’unione di razionalità, armonia numerica e potenza militare, diventando un vero modello di architettura moderna.

La perfezione geometrica e la vita dentro le mura
La grandezza di Palmanova sta nella sua precisione matematica. Tutto è basato sul numero 3 e sui suoi multipli: 9 bastioni, 18 vie radiali, 6 vie principali e 3 porte monumentali, dedicate a Udine, Cividale e Aquileia. Queste proporzioni non erano soltanto un esercizio di stile, ma servivano a garantire la massima efficacia difensiva e al tempo stesso una funzionalità urbana esemplare. Viste dall’alto, le mura creano un disegno stellato perfetto, con le strade che si irradiano come raggi di luce fino alla Piazza Grande, cuore della città.
Al centro di questa piazza esagonale, lastricata in pietra d’Istria, sventola ancora oggi lo stendardo veneziano. Intorno si affacciano edifici di grande valore, come il Duomo di Palmanova, iniziato nel 1603 e completato nel 1636, dedicato al Santissimo Redentore. Il campanile fu volutamente lasciato basso, per non offrire un facile punto di riferimento agli eserciti nemici. Le porte cittadine, ancora intatte, sono imponenti e decorate, a testimonianza di come la città fosse pensata anche come simbolo politico oltre che militare.
Nei secoli successivi, Palmanova vide ampliarsi il suo sistema difensivo. Dopo la cerchia originale veneziana, furono aggiunte altre due linee di fortificazioni, l’ultima delle quali realizzata in epoca napoleonica. Oggi chi percorre i suoi fossati, i bastioni e i rivellini può ancora percepire la potenza di questa architettura, studiata per resistere agli assedi e al tempo stesso ammirata per la sua bellezza.
Nonostante la perfezione urbanistica, la città faticò a popolarsi nei primi anni. Troppo rigida, troppo lontana dai grandi centri commerciali, Palmanova non attirava nuovi abitanti. Per incentivarne la crescita, Venezia arrivò a offrire case e terreni gratuiti, persino ai prigionieri che accettavano di trasferirsi. Con il tempo, però, Palmanova ha trovato un equilibrio, trasformandosi da cittadella militare a borgo vivibile e affascinante, con poco più di 5.000 abitanti che oggi custodiscono questo gioiello architettonico.

Patrimonio UNESCO e fascino contemporaneo
Dal 2017, Palmanova è entrata ufficialmente nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità UNESCO, come parte delle “Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo”. È anche annoverata tra I Borghi più belli d’Italia, a conferma della sua unicità e del suo valore storico-culturale. Camminare tra le sue vie significa immergersi in una città che sembra sospesa nel tempo, dove ogni strada, ogni bastione e ogni prospettiva raccontano un’idea di perfezione e controllo.
Oggi Palmanova non è soltanto un luogo da ammirare, ma anche da vivere. Durante l’anno ospita rievocazioni storiche, festival musicali, eventi culturali e mercatini che animano la piazza centrale e le strade radiali. Visitandola si resta colpiti non solo dalla sua straordinaria pianta stellata, ma anche dall’atmosfera che si respira: un mix di storia militare, visione rinascimentale e autenticità friulana.
Conservata in modo quasi miracoloso nei secoli, Palmanova resta uno degli esempi più riusciti di architettura militare moderna e di utopia urbana trasformata in realtà. Vista dall’alto, la sua stella a nove punte continua a brillare come un capolavoro unico al mondo, testimonianza dell’ingegno veneziano e della capacità dell’uomo di unire geometria, difesa e bellezza in un’unica opera senza tempo.






