Londra, 31 ottobre 2025 – Un’importante svolta nella storia recente della monarchia britannica è avvenuta con la decisione di Re Carlo III di privare suo fratello, Andrea, duca di York, dei titoli reali, compreso quello di Principe. Questo gesto, definito rivoluzionario per la sua portata storica e istituzionale, ha sancito un precedente concreto che potrebbe presto interessare anche il Duca di Sussex, Harry.
La revoca dei titoli a Andrea, duca di York: una scelta complessa e meditata
Il provvedimento di togliere i titoli regali ad Andrea, che ha perso formalmente lo status di Principe il 30 ottobre 2025, è stato il risultato di un lungo e complicato percorso normativo e personale per Re Carlo III. Nato a Buckingham Palace nel 1960, Andrea è stato fino a poco tempo fa un membro ufficiale della famiglia reale, con incarichi e titoli quali Duca di York, Conte di Inverness e Barone di Killyleagh. Tuttavia, le controversie legate al suo coinvolgimento con Jeffrey Epstein e le successive accuse di molestie hanno pesantemente compromesso la sua immagine pubblica e la reputazione della Corona.
Il Re, salito al trono nel settembre 2022 e incoronato nel maggio 2023, ha dovuto districarsi tra più di un secolo di legislazione reale e questioni parlamentari, nonché tra i sentimenti personali, prima di procedere con una decisione tanto drastica. La scelta, come sottolineato da fonti ufficiali, non è stata dettata da un impulso punitivo, ma da una profonda riflessione sul ruolo e sull’immagine della monarchia nel Regno Unito e nel Commonwealth. La rinuncia volontaria di Andrea al titolo di Duca di York, qualche anno fa, non è stata più ritenuta sufficiente. Ora, Andrea è conosciuto esclusivamente con il nome di Andrea Mountbatten-Windsor e dovrà lasciare il Royal Lodge, residenza reale di cui usufruiva senza pagare affitto da oltre due decenni. Si parla di un trasferimento a una proprietà a Sandringham, vicino al castello, per un controllo più stretto da parte di Carlo III.

L’ombra della revoca dei titoli si allunga su Harry, Duca di Sussex
L’iter procedurale definito per Andrea apre la porta a scenari simili per altri membri della famiglia reale, in particolare per Harry, Duca di Sussex. Sebbene Harry non sia coinvolto in scandali criminali, le sue critiche pubbliche alla Corona e ai suoi membri hanno alimentato tensioni interne e contribuito a una percezione negativa della monarchia a livello internazionale. Le accuse mosse da Harry, sebbene in gran parte infondate, hanno comunque avuto un impatto sulla reputazione del Sovrano e della famiglia reale.
La posizione di Harry è dunque più fragile che mai, e fonti vicine alla famiglia reale indicano che la possibilità di una revoca dei suoi titoli reali non è più solo ipotetica, ma un’opzione concreta in considerazione del nuovo precedente stabilito da Re Carlo III. Il Duca di Sussex, che ha scelto di allontanarsi dalla vita ufficiale della monarchia e di trasferirsi negli USA con la moglie Meghan Markle, continua a mantenere un ruolo controverso nel dibattito pubblico riguardante la Casa Windsor.

Re Carlo III: un monarca che pone la Corona al di sopra di ogni legame familiare
Re Carlo III, nato nel 1948 a Buckingham Palace e figlio maggiore della defunta regina Elisabetta II, ha dimostrato fin dall’inizio del suo regno la volontà di tutelare la stabilità e la dignità della monarchia, anche a costo di prendere decisioni dolorose sul piano familiare. Il suo regno, iniziato ufficialmente l’8 settembre 2022 e consolidato con l’incoronazione nel maggio 2023, si caratterizza per un approccio pragmatico e rigoroso verso la gestione della Corona.
La sua lunga esperienza come principe di Galles e il suo impegno in oltre 600 incarichi ufficiali lo hanno formato a gestire con fermezza e senso del dovere le delicate questioni istituzionali. L’azione contro Andrea e l’eventuale attenzione verso Harry si inseriscono in questo quadro di profondo rispetto per l’istituzione monarchica, che per Carlo III viene prima di qualsiasi legame personale o affettivo.
Con queste premesse, la monarchia britannica si trova oggi a un bivio storico, con la necessità di ridefinire il proprio ruolo e la propria immagine in un mondo sempre più esigente e critico, dove la trasparenza e la responsabilità pubblica sono diventate elementi imprescindibili per la legittimazione del potere reale.




