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Formicolio alle mani, da cosa è causato? E quando bisogna preoccuparsi?

Nella maggior parte dei casi si tratta di un disturbo passeggero e benigno, ma in alcune situazioni può essere un campanello d’allarme da non sottovalutare

by Alessandro Bolzani
24 Dicembre 2025
Le mani di una donna

Le mani di una donna | Unsplash @Marian Jenis - Alanews.it

Capita a tutti, prima o poi, di avvertire quella sensazione fastidiosa di “spilli” o intorpidimento alle mani. In medicina viene chiamata parestesia e indica un’alterazione della sensibilità che può manifestarsi con formicolio, bruciore o piccole scosse. È un segnale del sistema nervoso: qualcosa, lungo il percorso dei nervi o dei vasi sanguigni, non sta funzionando come dovrebbe. Nella maggior parte dei casi si tratta di un disturbo passeggero e benigno, ma in alcune situazioni può essere il campanello d’allarme di carenze nutrizionali o patologie da non sottovalutare.

Perché compare il formicolio alle mani

Il meccanismo alla base del formicolio è quasi sempre lo stesso: il nervo non riesce a trasmettere correttamente gli impulsi oppure il flusso di sangue viene temporaneamente ostacolato. Succede spesso quando si mantiene a lungo una posizione scomoda, ad esempio con il polso piegato, il braccio sotto la testa o una pressione prolungata sui gomiti. In questi casi basta muoversi o cambiare postura perché la sensazione scompaia rapidamente. Se però il disturbo tende a ripresentarsi o dura nel tempo, è opportuno approfondire.

Le compressioni nervose più frequenti

La causa più comune del formicolio alle mani è la compressione di un nervo periferico. Al polso, ad esempio, la sindrome del tunnel carpale comporta la compressione del nervo mediano e si manifesta spesso di notte, con dita che sembrano gonfie e il bisogno di muovere o stringere la mano al risveglio. Al gomito, invece, può essere coinvolto il nervo ulnare: la sensazione tipica interessa mignolo e anulare ed è simile a una fitta elettrica. Più in alto, a livello della spalla, la sindrome dello stretto toracico deriva dalla compressione del plesso brachiale tra clavicola e prima costola e può dare formicolio, pesantezza o debolezza al braccio, soprattutto con le braccia sollevate.

Queste situazioni sono spesso favorite da caratteristiche anatomiche individuali, dall’uso intensivo delle mani e dei polsi, da posture scorrette durante il lavoro o il sonno e da infiammazioni locali come tendiniti o artrosi.

Il ruolo delle carenze vitaminiche

Non sempre il problema è meccanico. Alcune carenze nutrizionali possono danneggiare la mielina, la guaina che protegge i nervi, provocando parestesie. La più nota è la carenza di vitamina B12, che tende a colpire vegetariani e vegani, persone con disturbi dell’assorbimento intestinale e chi fa uso abituale di protossido di azoto. In questi casi i sintomi sono spesso progressivi e possono coinvolgere più arti contemporaneamente. È sufficiente un semplice esame del sangue per individuare il problema. Più raramente, anche un eccesso di vitamina B6 può causare sensazioni simili.

Quando il formicolio segnala qualcosa di più serio

Le cause più gravi sono decisamente rare, ma vanno considerate. Possono coinvolgere il midollo spinale o la conduzione nervosa centrale, come nel caso di compressioni dovute ad artrosi cervicale, mielite o sclerosi multipla. Qui il formicolio si associa spesso a rigidità, problemi di equilibrio o perdita di precisione nei movimenti. Nella neuropatia diabetica avanzata, invece, il disturbo interessa di solito i piedi, ma nelle fasi più severe può estendersi anche alle mani.

Mano appoggiata su un materasso
Mano appoggiata su un materasso | Unsplash @Rae Angela – Alanews.it

Una distinzione importante riguarda la durata: un formicolio intermittente è quasi sempre benigno, mentre una sensazione costante o in peggioramento merita attenzione medica.

Diabete, tiroide e Raynaud: cosa è vero e cosa no

Esistono alcune convinzioni diffuse che non sempre trovano conferma clinica. I disturbi della tiroide, ad esempio, non hanno nel formicolio alle mani un sintomo tipico. Il diabete può favorire alcune compressioni nervose, come il tunnel carpale, ma difficilmente causa un formicolio isolato. Nella sindrome di Raynaud, infine, il sintomo principale è il cambiamento di colore delle dita associato al dolore; il formicolio è solo secondario.

Formicolio alle mani, quando è il caso di consultare un medico?

È consigliabile rivolgersi a uno specialista se il formicolio dura da giorni, compare senza una causa evidente, interessa entrambe le mani in modo simmetrico o si accompagna a dolore, debolezza muscolare o difficoltà nei movimenti fini. In questi casi il medico può richiedere esami come l’elettromiogramma, utile per valutare la conduzione nervosa e individuare eventuali compressioni.

Rimedi quotidiani per alleviare il formicolio

Nella maggior parte delle situazioni, piccoli accorgimenti sono sufficienti per ridurre o far scomparire il formicolio. Massaggiare mani e avambracci, muovere regolarmente dita e polsi, fare pause frequenti se si lavora al computer e curare l’ergonomia della postazione sono gesti semplici ma efficaci. Anche evitare posizioni scorrette durante il sonno e migliorare la postura di collo e spalle può fare la differenza.

Le possibili soluzioni quando c’è una causa precisa

Non esiste una cura universale per la parestesia: il trattamento dipende sempre dall’origine del problema. In caso di tunnel carpale può essere utile un tutore per il polso, mentre la fisioterapia è indicata quando il disturbo nasce da tensioni cervicali. Se viene individuata una carenza di vitamina B12, l’integrazione mirata risolve spesso i sintomi. Solo in situazioni selezionate, come ultima opzione, si può ricorrere a un intervento chirurgico per liberare il nervo compresso.

Farmaci e prevenzione: cosa sapere

Non esistono farmaci specifici per “far sparire” il formicolio. Eventuali dolori associati possono essere attenuati con analgesici leggeri o antinfiammatori, ma solo se indicati dal medico. La prevenzione resta l’arma migliore: muovere spesso le mani, evitare il fumo, proteggersi dal freddo, mantenersi idratati e monitorare l’andamento dei sintomi aiuta a ridurre il rischio di recidive. Chi segue diete particolari dovrebbe anche controllare periodicamente eventuali carenze.

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