Milano, 15 agosto 2025 – Città svuotate, autostrade affollate, spiagge piene. Il 15 agosto, Ferragosto, resta per gli italiani il vero spartiacque dell’estate. Una tradizione che affonda le radici nelle Feriae Augusti istituite dall’imperatore Augusto nel 18 a.C., passata poi attraverso la devozione cattolica per l’Assunzione di Maria e diventata, nel Novecento, un rito collettivo laico.
Ferragosto, dalle Feriae Augusti alla festa dell’Assunta
Il nome “Ferragosto” viene dalle Feriae Augusti, il periodo di riposo istituito dall’imperatore Augusto nel 18 a.C., pensato come pausa dopo le fatiche agricole e celebrato con giochi e corse di cavalli. Nel Medioevo la data del 15 agosto si è sovrapposta alla solennità cristiana dell’Assunzione di Maria, già attestata nella liturgia antica e proclamata dogma nel 1950. In Italia la dimensione religiosa e quella civile convivono: processioni, fuochi d’artificio e feste patronali coesistono con la “grande fuga” verso mare e montagna.
L’invenzione del Ferragosto moderno
Il Ferragosto di massa nasce nel Novecento. Nel ventennio fascista i “treni popolari di Ferragosto” (anni ’30) democratizzarono, almeno simbolicamente, la gita fuori porta tra il 13 e il 15 agosto. Da lì la data si è cementata come spartiacque dell’estate: chiusure aziendali, città svuotate, esodo autostradale e rituali collettivi che hanno sedimentato un immaginario condiviso.
Il rito laico: cosa fanno (davvero) gli italiani
Ma la festa è anche un fenomeno economico: le località turistiche registrano il tutto esaurito, con effetti positivi sull’indotto ma anche problemi di traffico, rifiuti e pressione ambientale. Cresce, in parallelo, l’attenzione per borghi interni e mete meno affollate, mentre le ondate di calore spingono ad adattare orari e modalità di svago.
Ferragosto per gli italiani è anche sinonimo di vacanza: mare, lago, montagna non fanno differenze con picchi di presenze in località costiere e alpine, con prenotazioni spesso anticipate e prezzi che si fanno più alti. Grigliate e tavolate la fanno da padrone con il pranzo di Ferragosto che è ormai diventato un “Natale d’agosto”: cucina regionale, angurie gelate, piatti freddi e chi più ne ha più ne metta.
Non mancano in questa giornata sagre e fuochi d’artificio: il calendario di agosto è costellato di feste dell’Assunta e sagre paesane che tengono in vita economie locali e tradizioni gastronomiche. Anche concerti e “tormentoni” sono ben presenti.
Il Ferragosto detta i tempi dell’industria culturale: palinsesti tv in modalità estiva, cinema all’aperto, arene nei borghi. Il marketing cavalca l’occasione con campagne “mid-summer” e limited edition, facendo della data un checkpoint commerciale che segna l’ultimo sprint dei saldi e l’inizio della comunicazione “back to school”.
Lavoro, diritti e retroscena della festa
Sotto il velo della spensieratezza c’è il lavoro “invisibile” di chi l’estate la fa funzionare: camerieri, bagnini, addetti alle pulizie, autisti, rider, sanitari. Ferragosto è picco operativo, tra turni lunghi e straordinari. La festa rivela così la dicotomia italiana tra diritto alle ferie, conquistato e simbolicamente ribadito in agosto, e la stagionalità che rende questo il mese più duro per chi serve il tempo libero altrui.
Che cosa rappresenta oggi Ferragosto
Ferragosto è un acceleratore identitario: la somma di tradizioni antiche, welfare delle ferie, turismo di massa, mercato dell’intrattenimento e fede popolare. È anche un termometro sociale: misura disuguaglianze (chi può permettersi vacanze lunghe e chi no), cambiamenti climatici, trasformazioni del lavoro e del consumo culturale. In un Paese che continua a raccontarsi tramite tavolate e piazze, il 15 agosto resta un palcoscenico collettivo dove l’Italia si guarda allo specchio tra nostalgia, rituale e reinvenzione.



