Il conduttore dal sorriso indimenticabile rivive attraverso le parole del fratello maggiore Fabio, che racconta la loro infanzia, i giochi, le prime esperienze radiofoniche, le passioni musicali, gli amori e le amicizie, fino agli ultimi anni segnati dalla malattia affrontata con una dignità esemplare. Un ritratto privato e commovente che svela lati meno noti della vita di uno degli uomini più amati della televisione italiana.
I primi ricordi e la complicità fraterna
Fabio Frizzi non dimenticherà mai il 5 febbraio 1958, giorno in cui nacque Fabrizio. All’inizio convinto che sarebbe arrivata una sorellina, scoprì con sorpresa di avere un fratellino. «Davanti al vetro della nursery papà mi disse: quello è il tuo fratellino. Io risposi: teniamoci lui, è carino». Era l’inizio di un legame profondo che li avrebbe accompagnati per tutta la vita.
L’infanzia trascorse tra giochi, complicità e qualche lite. Dividevano una stanza arredata in stile nordico, sempre in disordine. «Fabri era persino più caotico di me – ricorda Fabio – il suo era un caos scientifico». Le giornate scorrevano tra partite infinite di ping pong, flipper e biglie. «Era competitivo, voleva vincere in tutto, ma era anche divertente, una persona che sapeva trasformare ogni momento in un gioco».
Non mancavano le marachelle: un giorno, da bambino, Fabio lasciò Fabrizio su una seggiolina mentre stirava i suoi pannolini. Il piccolo cadde e si fece un bernoccolo. «Non mi rimproverarono, ma io ci rimasi malissimo». Ricordi che oggi assumono il sapore della nostalgia.
Una famiglia tra musica e rigore
La famiglia Frizzi era immersa nella musica e nel cinema. Il padre Fulvio, uomo severo ma appassionato, dirigeva la Cineriz e sperava che i figli diventassero avvocati. Ma in casa, la domenica, dopo pranzo, si trasformava tutto in un piccolo concerto domestico: «Io e Fabri suonavamo la chitarra, papà il mandolino. Il nostro pezzo forte era Ho in mente te».
Fu in quel contesto che i fratelli svilupparono una passione irresistibile per la musica e lo spettacolo. Fabio iniziò a lavorare nelle radio private, e poco dopo lo seguì Fabrizio, che con la sua simpatia naturale e la capacità di imitare chiunque trovò presto il suo spazio. Da lì, il passaggio alla Rai fu naturale: il provino in cui presentò un immaginario concerto di Lucio Battisti gli aprì le porte di una carriera destinata a durare decenni.

Gli amori e le grandi amicizie
La vita privata di Fabrizio fu segnata da incontri speciali. Il primo colpo di fulmine avvenne con Rita Dalla Chiesa, conosciuta a “Pane e Marmellata”. Anni dopo, la felicità piena arrivò con il matrimonio con Carlotta Mantovan. «Il giorno delle nozze fu uno dei più belli della sua vita – racconta Fabio – finalmente lo vidi felice e completo».
Per lui, la famiglia era il centro di tutto. La nascita della figlia Stella fu un dono immenso. Fabrizio si trasformò in un papà tenero e presente. Per i nipoti si travestiva da Babbo Natale, fino a quando venne smascherato: «Ma tu sei zio Fabrizio!». Una dolcezza che rimase il suo tratto distintivo fino alla fine.
Accanto agli amori, non mancavano le grandi amicizie. Con Claudio Baglioni condivideva la passione musicale e lunghe cene conviviali. Con Pino Daniele nacque un rapporto unico: «Pino era riservato, ma con Fabrizio si apriva. Passavano serate intere tra risate e piatti infiniti». Fabrizio sapeva creare attorno a sé un clima di gioia e accoglienza.
Carriera, coraggio e fedeltà alla Rai
Il percorso professionale di Fabrizio fu costellato di successi e scelte coraggiose. Dopo il boom di Miss Italia, un dirigente Rai decise inspiegabilmente di accantonarlo: «Ci rimase malissimo, fu un colpo durissimo». Nonostante questo, Fabrizio scelse di non lasciare la sua azienda, rifiutando persino le proposte di Silvio Berlusconi che lo avrebbe voluto a Mediaset. «Si sentiva un uomo Rai, fedele e onesto».
Un episodio emblematico della sua lealtà riguarda l’attrice Demi Moore, ospite in una trasmissione: pare che avesse mostrato simpatia per lui, ma Fabrizio rifiutò un invito a cena per non mancare a un impegno già preso. Era fatto così: un uomo che non tradiva mai la sua parola.
Nonostante i momenti difficili, continuò a essere amatissimo dal pubblico. Il suo sorriso rassicurante e la sua capacità di entrare nelle case degli italiani senza mai imporsi lo resero unico, diverso da tutti gli altri conduttori.

La malattia e la lotta con dignità
Il capitolo più doloroso riguarda gli ultimi anni. Un giorno, dopo un malore, Fabrizio capì che non era un semplice giramento di testa. Iniziò così la sua battaglia contro la malattia, affrontata con coraggio e straordinaria dignità. «Non si è mai perso d’animo – ricorda Fabio – continuava a scherzare e a pensare agli altri».
Il suo ritorno in televisione, dopo un periodo di cure, fu un momento indimenticabile. Entrò in studio accolto dall’applauso dei colleghi e disse con un sorriso: «Eccomi, io sono qua». Un segnale di forza e gratitudine verso un pubblico che non aveva mai smesso di amarlo.
In quei mesi non fu mai solo. Accanto a lui c’erano Antonella Clerici, definita «una sorella», e Carlo Conti, amico fraterno che lo considerava un fratello. «Non lo hanno mai lasciato, il loro affetto era epocale» racconta Fabio.
L’eredità di un uomo buono
Per Stella, Fabrizio rimane un eroe. «Lo adora ancora oggi – dice Fabio – per lei è una leggenda che continua a vivere». Anche i nipoti lo ricordano con affetto: uno zio speciale, un compagno di giochi, un uomo che portava gioia ovunque.
Fabio custodisce ancora l’ultimo WhatsApp ricevuto dal fratello: «Ciao, ci vediamo dopo». Non ha mai cancellato quel numero. «Ogni volta che rileggo quei messaggi sento ancora la sua presenza».
Il ricordo di Fabrizio Frizzi è quello di un uomo onesto, sorridente, generoso. Non solo un conduttore di successo, ma una persona capace di incarnare i valori della gentilezza e dell’autenticità. Una figura che ha lasciato un segno profondo non soltanto nella televisione italiana, ma soprattutto nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo davvero.
Fonte: Corriere.it – 2024






