New York, 21 ottobre 2025 – Una giovane influencer di TikTok, Nandi, viene trovata in stato confusionale mentre attraversa una strada trafficata di Manhattan, urlando contro passanti e automobilisti. È l’inizio di un episodio della serie “The Pitt”, su HBO Max, che affronta un problema reale: la presenza di sostanze tossiche nei cosmetici di uso quotidiano.
Cosmetici sotto accusa: la dura realtà dietro i prodotti di bellezza
Nel racconto, Nandi soffre di insonnia, tremori e allucinazioni. Solo dopo vari esami, i medici scoprono la causa: un avvelenamento da mercurio provocato da una crema viso importata, lo stesso prodotto che la ragazza pubblicizza sui social. Un caso estremo, certo, ma non così lontano dalla realtà. Un’indagine del 2021, su 231 cosmetici comprati tra Stati Uniti e Canada, ha trovato PFAS (composti per- e polifluoroalchilici) nel 52% dei prodotti. Queste sostanze sono note per interferire con gli ormoni e comportano rischi per la salute.
I numeri parlano chiaro: fondotinta con PFAS nel 63% dei casi, mascara waterproof nell’82% e rossetti a lunga tenuta nel 62%. Ancora più preoccupante, l’88% dei prodotti non riportava queste sostanze sulle etichette. “Il consumatore non ha modo di difendersi”, spiega David Andrews, responsabile scientifico dell’Environmental Working Group (EWG), che segue la sicurezza dei prodotti di largo consumo.
Attenzione anche ai prodotti per capelli e la pelle
Il problema non riguarda solo il trucco. Da tempo si sa che molti prodotti per capelli destinati a donne nere contengono ingredienti pericolosi: circa metà delle creme stiranti analizzate contengono formaldeide, sostanza cancerogena. Ma qualcosa sta cambiando. Il rapporto “Beauty & Personal Care Ingredient Intelligence Report 2025” di ChemFORWARD, un’organizzazione no profit che controlla la sicurezza chimica, segnala una leggera riduzione delle sostanze rischiose nei cosmetici venduti negli Stati Uniti. “La sicurezza aumenta, con una diminuzione del 2% degli ingredienti preoccupanti”, dice Stacy Glass, cofondatrice di ChemFORWARD.
Resta però un problema: quasi il 4% dei prodotti contiene ancora ingredienti ad alto rischio, soprattutto in rossetti, creme idratanti, shampoo e balsami. Un dato che può sembrare piccolo, ma va ricordato che sono stati analizzati circa 50mila prodotti, una piccola parte rispetto al mercato globale.
Ingredienti sotto la lente: cosa sappiamo davvero?
ChemFORWARD ha esaminato le liste degli ingredienti di quasi 50mila prodotti di aziende come Dow, Sephora, The Honest Company e Ulta Beauty. Il risultato? Oltre il 71% delle sostanze è considerato sicuro o a basso rischio per la salute e l’ambiente. Si tratta di componenti come glicerina, acido ialuronico, ossidi di ferro e tocoferolo acetato (una forma sintetica di vitamina E), usati per idratare e proteggere la pelle.
Ma non tutto è chiaro. Più del 24% degli ingredienti non può essere valutato, perché mancano dati sulla sicurezza. “È un enorme punto cieco per la tutela dei consumatori”, si legge nel rapporto. Heather McKenney, responsabile scientifica di ChemFORWARD, sottolinea: “Molti pensano che gli estratti botanici siano sicuri, ma spesso non ci sono informazioni su rischi come il cancro o danni al DNA”.
Regole più rigide e responsabilità da parte delle aziende
Negli Stati Uniti si discute la Modernization of Cosmetics Regulations Act (MoCRA), una legge che obbligherebbe i produttori a testare la sicurezza dei cosmetici, tenere registri sugli effetti collaterali e comunicare alla FDA gli ingredienti e i prodotti. “Siamo orgogliosi di lavorare con il Congresso su questa riforma”, ha scritto Tesia Williams, portavoce del Personal Care Products Council.
McKenney avverte però: “Il consumatore non può restare solo davanti a etichette spesso incomprensibili. La responsabilità deve essere delle aziende. Serve trasparenza vera”.
Cosa evitare: sostanze da tenere d’occhio sulle etichette
Il rapporto di ChemFORWARD segnala alcune sostanze da controllare. Tra le più diffuse ci sono i siliconi ciclici cyclopentasiloxane e cyclomethicone, già limitati in Europa per i rischi ambientali. Da evitare anche i parabeni come methylparaben, sospettati di interferire con gli ormoni, e coloranti come D&C Red 27 o Acid Red 92, potenzialmente pericolosi per fertilità e sistema immunitario.
Un altro ingrediente sotto osservazione è il BHT (butylated hydroxytoluene), un conservante presente in creme, deodoranti e trucchi: secondo l’analisi può interferire con gli ormoni ed è tossico per gli organismi acquatici.
Verso una cosmesi più pulita e sicura
Nonostante le criticità, cresce l’impegno dell’industria verso prodotti più sicuri. “Siamo fiduciosi che la strada verso una chimica più pulita sia già iniziata”, dice Glass. Nel frattempo, nei negozi di Manhattan come nelle farmacie italiane, sempre più clienti chiedono dettagli sugli ingredienti. Una commessa di Sephora sulla Broadway racconta: “Le domande sulle etichette sono diventate la norma. La gente vuole capire cosa mette sulla pelle”.






