Milano, 20 novembre 2025 – Il fenomeno social del Boomer Milanese continua a riscuotere grande successo e interesse, grazie a un personaggio che incarna con ironia e satira l’archetipo dello sbruffone milanese, tra mitologia personale e un passato che affonda le radici nella Milano di Tangentopoli. Dietro questa maschera virale, che conta oltre 400mila follower su Instagram e 250mila su TikTok, c’è Gabriele Celia, creatore e anima del progetto, che oggi svela nuovi dettagli sul suo alter ego e sul contesto culturale da cui nasce.
Il Boomer Milanese: un ritratto satirico della Milano di Tangentopoli
Gabriele Celia descrive il suo personaggio come un “bauscia”, un tipico milanese spaccone e narcisista, capace di raccontare storie esagerate o inventate con disinvoltura. Il Boomer Milanese è un aedo moderno, convinto di saper fare tutto: dal meccanico al medico, passando per il calciatore mancato a causa di un “maledetto crociato”. Passa dalle notti allo Studio 54 con Donald Trump ai flirt con celebrità come Moana Pozzi e Monica Bellucci, sempre con una narrazione esagerata che mescola realtà e fantasia.
“Il Boomer nasce dalla Milano di Tangentopoli, un’epoca di furbastri e chiacchieroni in una città che era il cuore del potere e del denaro”, spiega Celia, sottolineando come il personaggio incarna il sistema valoriale di quel tempo, fatto di arroganza e illusione di onnipotenza.
Dietro la maschera iperbolica e il filtro digitale che ne altera il volto, il Boomer Milanese vuole essere un simbolo della quotidianità milanese: un tipo indefinito ma ben riconoscibile, la macchietta che si può incontrare ovunque. “Se usassi il mio volto reale, vestito in doppio petto, a raccontare certe storie, avrei molti più detrattori”, ammette Celia, rimarcando come la maschera sia anche un filtro critico nei confronti della bulimia comunicativa dei social media.

Il legame con la cultura milanese e la satira sociale
Il Boomer Milanese è profondamente legato a Milano, città che considera “sacro” il suo stadio, San Siro, e che ha visto scrivere canzoni come “Luci a San Siro” con Vecchioni. Politicamente, il personaggio rappresenta l’opportunista per eccellenza: negli anni Settanta era un protestaio per cause di cui ignorava persino la collocazione geografica, per poi diventare un berlusconiano convinto, emblema della “bella vita” e del gaudio sfrenato. Non ha ideologie politiche forti, ma solo interessi personali.
Nonostante alcune analogie, il Boomer Milanese si distingue nettamente da altri personaggi del folklore meneghino come il “Dogui” di Guido Nicheli o il “Milanese Imbruttito” di Germano Lanzoni. Se il primo rappresenta il milanese arricchito dal boom economico, il Boomer è il “bauscia” da bar, più cazzaro e millantatore, mentre il Milanese Imbruttito incarna la frenesia lavorativa e la routine, lui invece preferisce il bar e la vita notturna, rifuggendo il lavoro e la famiglia tradizionale.
Gabriele Celia: l’uomo dietro la maschera
Classe 1985, Celia ha iniziato a pubblicare i suoi video quasi per gioco, senza alcuna esperienza o conoscenza dei meccanismi virali. Il successo è arrivato inaspettato, tanto che inizialmente nemmeno lui si rendeva conto della viralità dei suoi contenuti. Oggi, riconosciuto da molti, sta vivendo una sorta di crisi d’identità, oggetto di studi accademici negli Stati Uniti per la peculiarità del fenomeno.
Prima della carriera social, Celia si era avvicinato al mondo della pittura, seguendo maestri professionisti, e ha svolto per lungo tempo attività di consulenza aziendale nel settore assicurativo. Tuttavia, il successo del Boomer Milanese ha in parte compromesso questo lavoro, portandolo a riflettere su un possibile futuro da creator a tempo pieno.
Celia sottolinea anche il valore degli amici “Giangi” e “Buslaghi”, ispirati a compagni di adolescenza con cui ha perso i contatti. Questi personaggi rappresentano la convivialità e la goliardia della gioventù milanese, spesso dimenticate nell’era digitale.
Il ricordo di Moana Pozzi nel racconto del Boomer
Tra le storie più iconiche del Boomer Milanese ci sono i flirt con Moana Pozzi, figura simbolo dell’Italia degli anni Ottanta e Novanta. Moana Pozzi, nata Anna Moana Rosa Pozzi nel 1961 a Genova, è stata un’attrice pornografica, conduttrice televisiva e politica italiana, celebre anche per la sua intelligenza e cultura fuori dal comune per il suo settore. La sua carriera iniziò nei primi anni Ottanta e si concluse prematuramente con la sua morte nel 1994 a soli 33 anni, ufficialmente per un carcinoma epatocellulare.
Moana fu una personalità controversa e carismatica, capace di attraversare i confini tra pornografia, televisione e politica. Nel 1992 fu segretaria del Partito dell’Amore, un’esperienza politica che si svolse in un periodo di forte crisi e scandali, proprio come la Milano che ispira il Boomer. La sua figura è ancora oggi oggetto di interesse e speculazioni, con molte pubblicazioni e documentari che ne ripercorrono la vita e la carriera. Il suo nome rimane legato anche a episodi di costume e cultura pop, e la sua influenza è tale che persino la Disney, per evitare confusione, ha rinominato il film d’animazione “Moana” in “Oceania” per il mercato italiano.
Il racconto ironico e iperbolico del Boomer Milanese si nutre di queste icone e leggende urbane, intrecciando realtà e mitologia personale in una satira che fa riflettere sulla trasformazione della società milanese e italiana nel corso degli ultimi quarant’anni.






