Stoccolma, 7 novembre 2025 – Il governo danese ha raggiunto un importante accordo volto a tutelare la salute mentale e il benessere dei minori, introducendo un divieto all’accesso ai social media per i bambini sotto i 15 anni. Una misura che si inserisce nel più ampio dibattito internazionale sulle conseguenze dell’uso precoce delle piattaforme digitali da parte dei giovani.
La stretta sui social media: le parole della premier Frederiksen
Nel corso della sessione d’apertura del Parlamento, la prima ministra danese Mette Frederiksen ha espresso con fermezza le ragioni alla base della proposta: «Abbiamo scatenato un mostro. Mai prima d’ora ci sono stati così tanti bambini e giovani che soffrono di ansia e depressione». Frederiksen ha sottolineato che gli smartphone e i social media “hanno rubato l’infanzia” ai ragazzi, aggiungendo che spesso i più piccoli sono esposti a contenuti inappropriati che influenzano negativamente la loro capacità di concentrazione e di lettura.
Il divieto consentirà tuttavia ai genitori di concedere una deroga, permettendo ai figli di età inferiore ai 13 anni di utilizzare i social media con il loro consenso. La premier ha evidenziato come oggi manchino regole efficaci e ha auspicato che la società invii un segnale chiaro sulla necessità di prendersi maggior cura dei bambini e dei giovani.
Contesto internazionale e sfide di attuazione
La Danimarca segue l’esempio di paesi come Australia e Norvegia, che hanno adottato o stanno valutando misure simili per innalzare l’età minima di accesso ai social media, rispettivamente a 16 e 15 anni. Tuttavia, permangono incertezze sulle modalità pratiche di implementazione, in particolare riguardo alla verifica dell’età degli utenti senza violare la privacy.
Ad esempio, l’Australia ha approvato una legge nel 2024 con il divieto per i minori di 16 anni, ma non ha ancora definito i dettagli tecnici per la verifica dell’età, tra cui l’uso di documenti ufficiali o sistemi di riconoscimento facciale, sollevando preoccupazioni sulla tutela dei dati personali. Anche in Norvegia, il progetto di legge non ha ancora indicato come rendere effettivo il divieto.
Nell’Unione Europea, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) stabilisce un’età minima di 13 anni per il consenso al trattamento dei dati personali, ma gli Stati membri possono fissare limiti più elevati. In Italia, ad esempio, l’iscrizione autonoma è teoricamente consentita dai 14 anni, ma mancano controlli efficaci.
Con questa iniziativa, la Danimarca punta a un cambiamento culturale e legislativo che tenga conto dei rischi derivanti dall’uso precoce dei social media, con l’obiettivo di tutelare la salute mentale e lo sviluppo equilibrato delle nuove generazioni.






