La cannella è una di quelle spezie che arrivano in punta di piedi e poi diventano indispensabili. Con l’autunno e l’inverno il suo profumo sembra diventare parte dell’aria stessa, entrando nelle case attraverso torte appena sfornate, infusi bollenti e ricette che richiamano l’idea di calore. Ricavata dalla corteccia di una pianta che forma spontaneamente i caratteristici bastoncini, la cannella non è solo un ingrediente dolce: è una presenza trasversale, capace di entrare nei piatti salati, nelle bevande e nelle preparazioni festive senza mai perdere la propria identità. Oggi è una spezia che unisce memoria, comfort e creatività, e continua a offrire possibilità quasi infinite.
Perché la cannella è così amata nei dolci e cosa la rende perfetta anche per piatti salati
La cannella è una delle spezie più antiche utilizzate dall’uomo e, ancora oggi, resta indissolubilmente legata alla pasticceria. Bastano pochi grammi per modificare l’anima di un impasto e creare quella vibrazione aromatica che rende riconoscibili biscotti, creme e dolci da forno. In frolle e crostate porta una nota calda e avvolgente, mentre nei dolci lievitati trova forse la sua espressione più completa. Il cinnamon roll, icona nordica ormai diffusa ovunque, vive proprio della combinazione tra burro, zucchero e cannella che sprigiona un profumo inconfondibile quando il rotolo cuoce in forno. Nelle creme, dalla pasticcera alla chantilly, la spezia diventa un dettaglio sottile: basta un pizzico per dare maggiore profondità al sapore senza coprire il resto.
Fra gli abbinamenti più classici emerge quello con le mele, che da sempre rappresentano il terreno ideale per esaltare il lato più morbido della cannella. Negli strudel, nelle mele al forno o nelle torte rustiche, l’unione fra la dolcezza del frutto e la nota speziata crea un equilibrio riconoscibile all’istante. Anche molti dolci italiani la utilizzano: punta nelle cialde dei cannoli siciliani, ritorna nei cavallucci di Siena, appare nelle ricette più antiche legate alle feste.
La cannella, però, da anni esce dal territorio del dolce e si muove con naturalezza in quello salato. Il suo apporto aromatico è sorprendente soprattutto quando entra nella preparazione della carne. Nel curry di pollo è già un ingrediente essenziale, ma può trasformare anche brasati, polpette, spezzatini e stufati. La sua capacità di profumare senza appesantire la rende preziosa nelle marinature, dove lavora insieme a zenzero, paprika, curcuma, alloro e rosmarino creando profili aromatici complessi ma morbidi.
Gli ortaggi invernali rispondono altrettanto bene alla presenza della spezia: zucca, patate dolci, finocchi e carote sembrano esaltarsi quando un pizzico di cannella li accompagna in cottura, soprattutto se si sceglie una preparazione al forno. Nei menu più creativi la cannella entra anche nella pasta, come nella curiosa ricetta dei rigatoni cacio e cannella, dove il suo aroma diventa un dettaglio che modifica la percezione del piatto senza dominare.
Le sue proprietà aiutano a spiegare questa versatilità: nella varietà più pregiata, la Cinnamomum zeylanicum, la cannella è ricca di antiossidanti, ha capacità digestive, antibatteriche, antinfiammatorie e contribuisce alla riduzione degli zuccheri nel sangue. Un insieme di benefici che la rendono non solo un profumo, ma un ingrediente vero, da dosare con cura ma capace di completare sia un dessert sia un piatto salato.

Dalla polvere ai bastoncini: come scegliere la cannella e perché nelle bevande diventa protagonista
Uno degli aspetti più affascinanti della cannella è la sua doppia natura: polvere o bastoncino, due forme che sembrano identiche nella sostanza ma che portano risultati diversi in cucina. Nei dolci la polvere è quasi sempre la scelta migliore, perché si integra con facilità negli impasti e nelle creme garantendo un aroma uniforme e controllabile. Ma ci sono ricette in cui gli stecchi danno un vantaggio decisivo.
I bastoncini, infatti, trattengono più a lungo l’essenza naturale della corteccia e la rilasciano lentamente. Per questo sono ideali quando si desidera una profumazione più delicata oppure quando si vuole che l’aroma si diffonda nel tempo. Per ottenere il massimo, è fondamentale tritarli o sbriciolarli al momento, così da sprigionare completamente la parte aromatica. Chi ha dimestichezza può usare un mixer o una grattugia fine, perché la cannella appena macinata ha un’intensità estremamente superiore rispetto a quella già confezionata.
Il momento in cui la cannella mostra tutta la sua forza è quello delle bevande calde, una tradizione che durante l’inverno torna in modo quasi rituale. Non c’è vin brulé senza cannella, così come non c’è tisana invernale che non tragga beneficio dalla presenza di uno stecco immerso nell’acqua bollente. L’aroma si fonde con quello degli agrumi, con lo zenzero, con le mele e con un cucchiaino di miele che completa il profumo e ne addolcisce la nota più pungente. Nelle tisane drenanti aiuta la digestione, mentre nei decotti offre una sensazione balsamica utile nei momenti più freddi dell’anno.
Anche bevande apparentemente lontane dalla tradizione invernale trovano nella cannella una compagna perfetta. Un esempio curioso e spesso inatteso è la sangria, che diventa più complessa e aromatica quando un bastoncino viene lasciato in infusione insieme alla frutta. Lo stesso accade con centrifugati e succhi, dove un tocco di cannella crea un contrasto che dà carattere a preparazioni altrimenti semplici.
La spezia, insomma, vive un ruolo che unisce gusto, memoria e benessere. Entra nelle cucine come profumo, diventa ingrediente, si sposta nelle bevande e accompagna molti piatti legati al freddo, ma resta una presenza capace di sorprendere anche quando arriva in ricette che non ci aspettiamo. Per questo torna ogni inverno: perché riesce a evocare sensazioni familiari e allo stesso tempo a rinnovare i piatti di tutti i giorni.






