Un approccio psicologico sempre più usato aiuta a mettere ordine nei pensieri e a smettere di restare intrappolati in circoli viziosi di ansia e riflessioni infinite.
Che cos’è l’overthinking e perché ci rovina la vita
Il termine overthinking indica la tendenza a rimuginare in modo eccessivo su problemi, decisioni o situazioni, senza arrivare mai a una soluzione concreta. Non è semplice “pensare tanto”: è un’attività mentale che diventa ossessiva, un continuo ritorno sugli stessi dubbi, che porta più stress che chiarezza.
Gli psicologi spiegano che l’overthinking ha conseguenze dirette sulla salute mentale e fisica: aumenta l’ansia, disturba il sonno, rende difficile la concentrazione e può persino compromettere la capacità di prendere decisioni. Molti descrivono questa condizione come una “gabbia mentale” che li tiene bloccati, incapaci di agire.
La tecnica della “preoccupazione programmata”
Per contrastare questo fenomeno esiste una strategia pratica chiamata “preoccupazione programmata”. Si tratta di un metodo sviluppato in ambito cognitivo-comportamentale che consiste nel riservare un momento preciso della giornata per affrontare le proprie ansie e i propri pensieri ricorrenti.
In pratica, invece di lasciare che i pensieri invadano la mente in ogni momento, si stabilisce un orario – ad esempio 20 o 30 minuti al pomeriggio – durante i quali ci si concede di preoccuparsi liberamente. Tutto ciò che emerge fuori da quel tempo viene rimandato a quell’appuntamento.
Questo meccanismo ha due vantaggi:
controllo del pensiero, perché insegna al cervello che non deve restare immerso nelle preoccupazioni 24 ore su 24;
riduzione dell’ansia, perché il rimando costante a un “momento dedicato” permette di liberare energie durante il resto della giornata.

Come applicarla passo dopo passo
Gli esperti consigliano alcune regole per rendere la tecnica davvero efficace:
Scegli un momento fisso della giornata – meglio non troppo vicino all’ora di dormire.
Stabilisci un luogo tranquillo dove puoi riflettere senza distrazioni.
Scrivi i pensieri su carta: trasformarli in parole li rende più concreti e gestibili.
Datti un limite di tempo, ad esempio 20 minuti, oltre i quali interrompi l’attività.
Chiudi il “rituale” con un gesto simbolico, come accartocciare il foglio o archiviarlo: questo comunica alla mente che il tempo delle preoccupazioni è terminato.
Molti notano che già dopo pochi giorni di pratica il carico mentale inizia a ridursi. Con il tempo, alcuni pensieri appaiono persino meno rilevanti, perché affrontati solo quando è davvero il momento.
Perché funziona davvero
La forza della preoccupazione programmata sta nel cambiare il rapporto con i pensieri. Non si tratta di eliminarli – cosa quasi impossibile – ma di gestirli. Il cervello smette di percepire l’ansia come un’allerta costante e impara ad associare le preoccupazioni a uno spazio limitato e controllato.
In questo modo si rompe il circolo vizioso dell’overthinking: invece di sentirsi vittima dei propri pensieri, la persona riacquista la sensazione di essere al comando.
Alcuni studi dimostrano che questa tecnica migliora anche la qualità del sonno e riduce gli episodi di insonnia legati a rimuginio e ansia notturna.
Altri strumenti per gestire l’overthinking
La preoccupazione programmata può essere potenziata da altre pratiche utili:
Mindfulness: imparare a concentrarsi sul presente aiuta a non restare intrappolati nel passato o nel futuro.
Attività fisica: il movimento scarica la tensione accumulata e aiuta a schiarire i pensieri.
Routine serale: spegnere dispositivi elettronici e dedicarsi a letture leggere o tecniche di rilassamento favorisce la calma mentale.
Questi strumenti non sostituiscono la tecnica, ma la rendono più efficace e completa.
Un metodo semplice ma rivoluzionario
Molte persone pensano che per smettere di pensare troppo servano strategie complicate o drastiche. In realtà, la preoccupazione programmata dimostra che basta una piccola modifica alle proprie abitudini per ottenere grandi benefici.
Non si tratta di “scacciare i pensieri” – cosa impossibile – ma di imparare a conviverci in modo sano. Con costanza, questo approccio riduce lo stress, migliora la concentrazione e restituisce spazio mentale per ciò che conta davvero: vivere il presente con maggiore leggerezza.






