Bologna, 15 ottobre 2025 – L’invasione della cimice asiatica torna a preoccupare diverse regioni italiane, in particolare l’Emilia-Romagna e il Veneto, dove si registrano nuovamente danni significativi alle colture agricole. Dopo un biennio di apparente miglioramento, la situazione è tornata a peggiorare, spingendo le autorità regionali a intensificare le attività di monitoraggio e ricerca, anche attraverso collaborazioni internazionali. A fare il punto è stato l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi, che ha ricordato gli ingenti ristori erogati agli agricoltori e gli sforzi per individuare soluzioni efficaci contro questo parassita.
La cimice asiatica: un nemico polifago e resistente
La cimice asiatica (Halyomorpha halys), originaria della Cina e delle regioni dell’Asia orientale, è considerata uno dei parassiti più dannosi per l’agricoltura italiana. Segnalata per la prima volta in Italia nel 2012 nelle campagne modenesi, si è rapidamente diffusa su tutto il territorio nazionale, colpendo soprattutto il Nord Italia. La sua capacità di nutrirsi di oltre 150 specie vegetali, tra cui frutti come mele, pere, kiwi, pesche e ciliegie, così come colture di mais, soia, pomodori e ortaggi, la rende un grave pericolo per la filiera agroalimentare.
La rapidità di diffusione è favorita da diversi fattori: gli adulti sono ottimi volatori e la specie può generare fino a due generazioni l’anno in Italia, con un tasso di riproduzione elevatissimo. La femmina depone centinaia di uova in ogni ciclo riproduttivo, mentre i feromoni di aggregazione emessi dagli insetti attraggono altri esemplari, creando vere e proprie colonie. Questi gruppi si rifugiano durante i mesi freddi in anfratti riparati di case, garage e magazzini, causando anche notevoli disagi domestici.

Strategie di contrasto e prevenzione
L’assessore Alessio Mammi, attivo da anni nel settore agricolo regionale, ha sottolineato l’importanza di intervenire tempestivamente, soprattutto prima che la cimice esca dal letargo invernale, per limitare la sua proliferazione stagionale. La Regione Emilia-Romagna ha predisposto un piano di contrasto articolato che comprende misure di monitoraggio, sostegno economico agli agricoltori e sperimentazioni in collaborazione con istituti internazionali, soprattutto negli Stati Uniti, dove il problema è noto da più tempo.
Le azioni pratiche per ridurre la presenza di cimici includono la rimozione manuale negli ambienti domestici e agricoli, l’uso di aspirapolveri dotati di sacchetto per catturare gli insetti senza schiacciarli (evitando così la diffusione del loro caratteristico odore sgradevole), e il trattamento con ghiaccio spray per immobilizzarli temporaneamente. Nei campi, si suggeriscono reti protettive e l’impiego di repellenti naturali come aglio, menta e erba gatta. Per la difesa delle colture, sono raccomandati insetticidi naturali a base di piretro, mentre si sconsiglia l’uso di prodotti chimici non certificati perché inefficaci e potenzialmente dannosi per l’ambiente.
Consigli per evitare l’intrusione in casa
Con l’arrivo dell’autunno, la cimice asiatica tende a spostarsi dai campi verso le abitazioni, alla ricerca di luoghi caldi dove trascorrere l’inverno. Il Comune di Imola, tra le amministrazioni più attive nella sensibilizzazione dei cittadini, consiglia di adottare alcune semplici pratiche per impedire che gli insetti entrino in casa. Tra queste, l’installazione di zanzariere e reti antinsetto ben sigillate alle finestre, la chiusura di crepe e fessure in muri e infissi, e il controllo attento di bucato e tende prima di rientrare.
In caso di invasione, è utile utilizzare il vapore per stanare le cimici da anfratti come cassonetti delle tapparelle o tubature, e raccoglierle con l’aspirapolvere. Gli insetti catturati devono essere eliminati rapidamente immergendoli in acqua saponata, che impedisce loro di galleggiare e provoca l’annegamento. Questo metodo naturale è sicuro per le persone e l’ambiente, evitando l’uso indiscriminato di insetticidi.






