Roma, 19 novembre 2025 – L’Italia si conferma fanalino di coda in Europa per la conoscenza della lingua inglese, posizionandosi al 59° posto nella classifica mondiale e ultima tra i Paesi dell’Unione Europea, secondo il report EF English Proficiency Index (EPI) 2025 di Education First, che ha analizzato il livello di competenza linguistica degli adulti in 123 nazioni.
Chi conosce meglio l’inglese?
Al vertice della graduatoria continentale si collocano Paesi Bassi, seguiti da Croazia, Austria e Germania, mentre l’Italia scivola indietro rispetto a Francia e Spagna, confermando un trend di difficoltà nell’apprendimento e nell’uso della lingua inglese a livello nazionale. Nonostante il primato regionale del Friuli-Venezia Giulia e delle province di Bergamo e Brescia come territori con il migliore inglese parlato, la competenza generale si mantiene su livelli medio-bassi.
Il report evidenzia che l’espressione orale resta la competenza più debole e si registrano significative differenze tra le abilità linguistiche soprattutto nei Paesi con un livello medio-alto di padronanza. Preoccupa inoltre la situazione dei giovani italiani: gli adulti sotto i 25 anni mostrano risultati inferiori rispetto alle fasce più mature, anche se il divario di genere si sta riducendo.
Impatto socio-economico e sfide future
Secondo Natalia Anguas, amministratore delegato di EF Italia, “il risultato dell’Italia nell’EPI 2025 conferma che c’è ancora molto da fare, soprattutto per le competenze comunicative”. La padronanza dell’inglese è infatti cruciale nel contesto globale per favorire scambi culturali, economici e scientifici. Studi correlano una buona conoscenza dell’inglese a un incremento del PIL e a maggiori opportunità professionali, un elemento che l’Italia fatica ancora a sfruttare pienamente.
Il contesto nazionale vede una penetrazione di Internet al 74,4%, un dato che limita ulteriormente l’accesso a strumenti digitali di apprendimento linguistico. Inoltre, nessuna regione italiana ha raggiunto nel 2025 un livello alto di competenza in inglese, a differenza di quanto accadeva fino al 2018.
Kate Bell, autrice del rapporto EF, sottolinea che “l’inglese resta la lingua più utilizzata nella comunicazione internazionale e il suo ruolo di ponte tra culture, economie e idee è più importante che mai”. Per l’Italia, migliorare la conoscenza dell’inglese rappresenta una sfida strategica fondamentale per non perdere competitività nel mercato globale e per supportare la crescita economica e culturale del Paese.






