Roma, 4 ottobre 2025 – La giornata di oggi è dedicata a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia e simbolo universale di fraternità con il creato. La sua scelta di vita radicale, la povertà come strumento di ribellione alla corruzione, ha segnato per sempre la storia del cristianesimo. Il Cantico delle Creature, scritto nel XIII secolo, resta un inno di gratitudine verso la natura e gli esseri viventi, capace di parlare al cuore di credenti e laici.
Ogni anno, in questa data, migliaia di fedeli e pellegrini si radunano ad Assisi. L’immagine del santo che predica agli uccelli o dialoga con il lupo di Gubbio torna a ricordare che la spiritualità non è distacco dal mondo, ma immersione nella sua bellezza fragile. Francesco è un santo capace di unire fede, poesia e rivoluzione spirituale: una figura che ancora oggi richiama alla responsabilità verso ambiente e animali.
1957: lo Sputnik accende la corsa allo spazio
Il 4 ottobre non è solo devozione: è anche scienza e politica. Nel 1957, dall’Unione Sovietica, partiva lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale della storia. Una piccola sfera metallica di 83 chili che aprì le porte all’era spaziale. Quel segnale radio che attraversava il cielo diventò il battito della Guerra Fredda, simbolo della rivalità tecnologica e militare tra Urss e Stati Uniti.
Milioni di persone guardarono il cielo con meraviglia e timore. Lo Sputnik mostrava che l’uomo poteva conquistare lo spazio, ma anche che la corsa alle armi non aveva più confini. La rivoluzione tecnologica era cominciata, e con essa una nuova geografia del potere.

1992: la crisi dei Boiardi scuote Mosca
Saltiamo avanti al 1992, quando Mosca fu travolta dalla crisi costituzionale che passerà alla storia come “crisi dei Boiardi”. Il conflitto esplose tra il presidente Boris Eltsin e il Parlamento, spingendo la Russia sull’orlo del collasso istituzionale. Le immagini dei carri armati schierati davanti alla Casa Bianca russa fecero il giro del mondo, mostrando una democrazia fragile, nata da poco sulle macerie sovietiche.
In quei giorni la Russia rischiò di scivolare nel caos. Alla fine Eltsin prevalse, ma il prezzo fu alto: violenza nelle strade, morti e un Paese diviso. Per molti russi quell’ottobre rappresentò la fine delle speranze di una transizione pacifica e l’inizio di un cammino accidentato verso il futuro.
Hollywood e ribellione: compleanni e addii
Il 4 ottobre porta anche volti e voci che hanno segnato il nostro immaginario.
Rita Hayworth, nata nel 1918, resta icona di sensualità e malinconia del cinema classico.
Susan Sarandon, classe 1946, ha unito carriera artistica e impegno politico, incarnando una femminilità libera e combattiva.
Dakota Johnson, nata nel 1989, ha scelto ruoli coraggiosi che l’hanno consacrata come volto della Hollywood contemporanea.
Ma c’è anche un addio che pesa: il 4 ottobre 1970 moriva Janis Joplin, la regina del rock blues. Voce graffiata, energia bruciante, simbolo del “Club 27”, il gruppo di artisti morti giovanissimi e trasformati in leggende. Con lei se ne andava non solo una cantante, ma una generazione intera che aveva fatto della musica un grido di libertà e disperazione.
Una data di contrasti
Il 4 ottobre tiene insieme santi e ribelli, conquiste scientifiche e crisi politiche, icone di Hollywood e miti maledetti della musica. È un giorno che racconta la complessità della storia: dal messaggio universale di San Francesco all’eco metallica dello Sputnik, dai carri armati di Mosca alle note laceranti di Janis Joplin. Una data che mostra come fede, scienza e cultura pop possano convivere nello stesso calendario, parlando ancora oggi al nostro presente.






