Roma, 25 novembre 2025 – Alcune date entrano nel calendario con un peso specifico particolare. Il 25 novembre è una di quelle giornate che obbligano a guardare alla storia con un’attenzione diversa, perché tiene insieme memorie lontane e sensibilità contemporanee: una santa che trasformò la cultura in resistenza, un colpo di Stato che scosse l’Europa mediterranea e una canzone che provò a risvegliare l’opinione pubblica internazionale nel pieno degli anni Ottanta. È un giorno che costringe a scegliere una direzione: capire come il passato continua a filtrare nel presente.
Santa Caterina, il coraggio della parola
La figura di Santa Caterina d’Alessandria resta una delle più affascinanti della tradizione cristiana. I racconti medievali la descrivono come una giovane donna colta, preparata, capace di discutere alla pari con filosofi e retori convocati per confutarla. Lei non arretrò. Non si limitò a opporsi: smontò con calma, punto per punto, le argomentazioni dei suoi interlocutori.
Il suo martirio, ricorda oggi un religioso durante l’omelia mattutina in una parrocchia romana, «non è un gesto di eroismo isolato, ma l’esito di una coscienza che rifiuta di piegarsi». È un modo diverso per dire che la parola – quando è libera – può essere più pericolosa di qualsiasi arma.
In molte chiese la celebrazione di Santa Caterina diventa così l’occasione per riflettere sul rapporto tra cultura e potere, su quanto sia fragile la libertà quando il pensiero critico viene percepito come minaccia. Non è un discorso astratto: basta guardare alla cronaca internazionale per capire quanto resti attuale.

La Grecia del 1973: una notte che cambia il decennio
Il colpo di Stato in Grecia del 25 novembre 1973 segnò uno dei momenti più drammatici del secondo dopoguerra europeo. Il regime dei colonnelli, già indebolito dalla rivolta del Politecnico di Atene, crollò sotto il peso delle lotte interne. Il generale Dimitrios Ioannidis prese il controllo del Paese, dando vita a una fase breve ma durissima.
Gli storici la definiscono “l’ultima convulsione” della dittatura. Le testimonianze dell’epoca parlano di un clima teso: militari nelle strade, arresti improvvisi, comunicati radio monotoni. Ma quell’atto di forza, paradossalmente, accelerò la fine del regime. Nel giro di pochi mesi si aprì il processo che avrebbe portato alla rinascita democratica e alla fine formale della dittatura nel 1974.
«Fu uno shock che cambiò la percezione dell’Europa mediterranea», racconta una docente ateniese in un recente incontro pubblico. La Grecia moderna porta ancora addosso le cicatrici di quella stagione.
1984: quando la musica diventa una chiamata globale
Il 25 novembre 1984 usciva “Do They Know It’s Christmas?”, pensata da Bob Geldof e Midge Ure per raccogliere fondi contro la carestia in Etiopia. Non fu soltanto un brano: fu un progetto di mobilitazione culturale. Le immagini del video, con decine di artisti riuniti nello stesso studio, raccontano una stagione in cui la musica tentava ancora di intervenire nella realtà.
Oggi la canzone è parte fissa delle playlist natalizie, ma il suo impatto resta legato alla capacità di generare attenzione globale. «Era il modo più diretto per dire che il mondo non poteva voltarsi dall’altra parte», ha dichiarato Geldof in un’intervista recente.
I nati del giorno: da Applegate a DiMaggio
Il 25 novembre è anche il compleanno di Christina Applegate, attrice che ha costruito la propria carriera tra sitcom, cinema e testimonianze pubbliche sulla malattia. Il suo percorso personale ha trasformato la sua voce in una presenza credibile, ascoltata.
Nato oggi anche Joe DiMaggio, simbolo della leggenda sportiva americana. Per generazioni il suo nome è stato sinonimo di eleganza, disciplina, mito. Ancora oggi il suo profilo resta uno dei più riconoscibili della storia del baseball.






