Roma, 20 novembre 2025 – Il calendario di oggi è un mosaico di storie che avanzano e si scontrano. A volte si ignorano, a volte si completano. Dalla fermezza di un sovrano medievale al tribunale che ha cambiato il diritto internazionale, fino agli orizzonti aperti dallo spazio e alla voce immortale di Tolstoj. Il 20 novembre è una data che spinge a riflettere su potere, memoria e futuro.
San Edmondo, un re che scelse di non piegarsi
Il santo del giorno, Edmondo martire, guida una narrazione antica e ancora attuale. Re giovane e carismatico, governò l’East Anglia in un’epoca segnata da invasioni vichinghe e tensioni interne. La sua fine è ricordata come un atto di resistenza morale: preferì il martirio al tradimento della propria fede.
Nelle celebrazioni di questa mattina, il tema ricorrente è proprio questo: la coerenza. «Edmondo ricordava a tutti cosa significhi governare per un bene più grande di sé», racconta un parroco romano durante la messa delle 7. L’eco arriva diretto, soprattutto in un tempo come il nostro, in cui la leadership sembra spesso misurarsi più nelle parole che nei gesti.
Norimberga, il giorno in cui il mondo cambiò linguaggio
Il 20 novembre 1945 non è solo una data nei libri di storia. È un punto di svolta. Quel giorno iniziò il processo di Norimberga, il primo tribunale internazionale chiamato a giudicare crimini contro l’umanità. Una definizione nuova, che costrinse il diritto a fare un salto avanti.
Le immagini d’epoca mostrano aule gremite, uniformi, faldoni impilati. La voce dei procuratori taglia l’aria e traccia un confine tra ciò che poteva essere considerato politico e ciò che era puro orrore. «Mai più», dissero in molti. Un’espressione che, però, nel corso dei decenni è tornata a scricchiolare davanti ai conflitti che si sono succeduti.
Oggi gli storici ricordano Norimberga come un laboratorio: imperfetto, complesso, ma necessario. Un luogo dove il mondo intero fu costretto a guardarsi allo specchio.

Dalla Terra all’orbita: il giorno in cui nacque la ISS
Il 20 novembre 1998, dal cosmodromo di Baikonur, partì il modulo Zarya, il primo elemento della Stazione Spaziale Internazionale. Una struttura che, nel tempo, sarebbe diventata uno dei simboli più potenti di cooperazione scientifica.
La ISS è ancora lì, dopo migliaia di orbite, decine di equipaggi e centinaia di esperimenti. Un “condominio” sospeso, dove si incontrano russi, americani, europei, giapponesi, canadesi. Nonostante le fratture geopolitiche a terra, sopra le nuvole continua a esistere uno spazio condiviso.
Lo ricordano anche gli ingegneri dell’Agenzia Spaziale Europea: «Ogni vita utile della ISS è un promemoria. Non siamo obbligati a collaborare, ma quando lo facciamo il risultato è più grande di tutti noi». Una frase che, di questi tempi, suona quasi come una provocazione.
Tolstoj, il gigante che continua a camminare
Il 20 novembre segna anche l’anniversario della morte di Lev Tolstoj, scomparso nel 1910 in una piccola stazione ferroviaria, dopo essere fuggito di notte dalla sua casa per un disperato bisogno di libertà morale. La sua vita è stata un romanzo nel romanzo: aristocratico ribelle, moralista inquieto, narratore di eserciti, famiglie e passioni irrisolte.
Oggi Tolstoj continua a parlare a nuovi lettori. Le sue pagine, fitte di gesti e percezioni, ritornano nelle discussioni pubbliche quando si parla di guerra, pace, potere. «Tolstoj non si limita a raccontare: ci costringe a prendere posizione», ricorda un professore dell’Università di Bologna. Ed è vero: i suoi personaggi sembrano muoversi ancora, con quella intensità che non ha perso un colpo.
I compleanni di oggi
Il 20 novembre è anche il compleanno di Joe Biden, figura centrale della politica americana contemporanea, e di Joel McHale, attore dalla vena comica che ha costruito una carriera tra tv e cinema. Due mondi diversi, accomunati dal peso della popolarità.






