Il 16 ottobre è una data sospesa tra tragedia e rinascita. Da un trono che cade al suono della ghigliottina alla voce di un papa che cambia la storia della Chiesa, questa giornata racconta i due volti del potere: quello che si perde e quello che si conquista attraverso la fede e il coraggio.
Santa Margherita Maria Alacoque, la voce del Sacro Cuore
Il Santo del giorno è Santa Margherita Maria Alacoque, mistica francese vissuta nel XVII secolo, conosciuta per aver diffuso la devozione al Sacro Cuore di Gesù.
Nata in Borgogna nel 1647, entrò nel convento della Visitazione di Paray-le-Monial dopo un’infanzia segnata da malattie e sofferenze. Lì ebbe una serie di visioni mistiche, in cui Cristo le mostrò il suo cuore “circondato di spine” e le chiese di promuovere una nuova forma di culto basata sull’amore e la riparazione.
All’inizio fu osteggiata — la sua voce femminile e mistica non trovava spazio nella Chiesa razionale e rigorosa del tempo — ma col tempo le sue parole conquistarono fedeli e vescovi.
Oggi è ricordata come la patrona di chi cerca consolazione e come simbolo di una spiritualità dolce ma rivoluzionaria: quella che mette il sentimento al centro della fede.

1793: Maria Antonietta, la regina senza corona
Il 16 ottobre 1793, alle 12 e 15 di un mattino d’autunno, Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, ultima regina di Francia, saliva sul patibolo in Place de la Révolution a Parigi.
Aveva 37 anni. Figlia dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, moglie di Luigi XVI, era diventata il volto dell’arroganza della monarchia francese. La Rivoluzione non le perdonò né il lusso né la distanza dal popolo.
Quel giorno, con passo fermo e abito bianco, salì i gradini della ghigliottina davanti a una folla immensa. Le sue ultime parole, rivolte al boia dopo avergli pestato un piede, furono: “Pardon, monsieur, je ne l’ai pas fait exprès”.
Con lei finiva un mondo. Il suo sangue segnò il tramonto dell’Ancien Régime e l’inizio di una nuova era, segnata da libertà, ma anche da terrore e disincanto.
A distanza di secoli, la sua figura resta simbolo di potere e fragilità, vittima e complice del proprio destino, tra storia e leggenda.
1978: “Non abbiate paura”, l’inizio di una rivoluzione spirituale
Proprio il 16 ottobre, ma del 1978, il conclave riunito in Vaticano elesse Karol Wojtyła come nuovo pontefice: il primo papa non italiano dopo 455 anni.
Alle 19:18, il fumo bianco dal comignolo della Cappella Sistina annunciò al mondo un nome destinato a entrare nella storia: Giovanni Paolo II.
Arcivescovo di Cracovia, 58 anni, ex operaio e poeta, Wojtyła portò nel papato un’energia nuova, una spiritualità radicata nell’esperienza della sofferenza e della libertà negata.
Il suo primo messaggio, dalla loggia di San Pietro, è rimasto uno dei più celebri della storia moderna: “Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo.”
Fu un invito politico e morale insieme: non temere il cambiamento, non piegarsi all’oppressione.
Il suo pontificato durò 27 anni, attraversando guerre, crisi globali e una rivoluzione silenziosa nell’Est europeo. Wojtyła parlava ai giovani, ai poveri, ai popoli schiacciati dai totalitarismi. E il mondo lo ascoltò.
Le luci del 16 ottobre: da Angela Lansbury a John Mayer
Due nati in questa data hanno inciso nel mondo dello spettacolo e della musica.
Angela Lansbury (1925-2022) è stata una delle più longeve e amate attrici della scena anglosassone. Dal cinema hollywoodiano di Angoscia e Assassinio sul Nilo alla serie cult La signora in giallo, la sua voce e il suo carisma hanno attraversato generazioni.
John Mayer (1977), cantautore statunitense, ha ridefinito il pop contemporaneo con una chitarra blues e testi introspettivi. Brani come Gravity e Slow Dancing in a Burning Room hanno reso il suo stile riconoscibile e sofisticato.
16 ottobre: tra potere e spiritualità
Dal sangue di Maria Antonietta al sorriso di Giovanni Paolo II, il 16 ottobre mostra le due facce del potere: quello terreno, fragile, e quello spirituale, capace di resistere al tempo.
E nel mezzo, la voce di una mistica, Santa Margherita Maria Alacoque, che ricordava a tutti un principio universale: il cuore — umano o divino — resta il vero motore della storia.






