Il 15 novembre è una data che unisce sapere, rivoluzione e autodeterminazione. Dalla mente brillante di Sant’Alberto Magno alla nascita della Repubblica del Brasile, fino alla dichiarazione di indipendenza della Palestina, questa giornata è attraversata da un unico filo: la ricerca della libertà — di pensiero, di popolo, di verità.
Sant’Alberto Magno, il filosofo che insegnò a pensare
Il santo del giorno è Sant’Alberto Magno, domenicano tedesco vissuto nel XIII secolo, definito Doctor Universalis per l’ampiezza del suo sapere. Nato a Lauingen nel 1206, fu teologo, filosofo, scienziato, botanico, alchimista e astronomo. In un’epoca in cui fede e ragione sembravano inconciliabili, lui ebbe il coraggio di metterle in dialogo.
Maestro di Tommaso d’Aquino, fu uno dei primi a sostenere che lo studio della natura non contraddice la fede, ma la completa. Studiò le leggi del moto, la composizione dei minerali, la crescita delle piante e il comportamento degli animali con metodo sperimentale, anticipando di secoli la scienza moderna.
Canonizzato nel 1931 e proclamato patrono degli scienziati, Sant’Alberto Magno rappresenta ancora oggi l’idea di un sapere libero, capace di unire spirito e materia, ragione e intuizione. Un pensatore che non cercava solo risposte, ma il modo giusto di porre le domande.
1889: il Brasile diventa repubblica
Il 15 novembre 1889 il Brasile si sveglia da un impero e si scopre repubblica. A Rio de Janeiro, un colpo di Stato pacifico guidato dal maresciallo Deodoro da Fonseca depone l’imperatore Pedro II, ponendo fine a 67 anni di monarchia.
L’evento non fu una rivoluzione di piazza ma una transizione orchestrata da militari e intellettuali influenzati dal positivismo di Auguste Comte. Sulla nuova bandiera verde e oro, ancora oggi, campeggia il motto comtiano: Ordem e Progresso.
La Repubblica del Brasile nacque in un contesto di forti contraddizioni. Era il paese più grande dell’America Latina, ma anche uno degli ultimi al mondo ad aver abolito la schiavitù, solo un anno prima. Il sogno repubblicano si portava dietro un debito morale con la storia.
Eppure, da quel 15 novembre, il Brasile iniziò il suo lento cammino verso la modernità, oscillando tra democrazia e autoritarismo, sviluppo e disuguaglianza. Oggi quella data è celebrata come Festa della Repubblica, simbolo di una nazione giovane e complessa, dove il desiderio di libertà continua a essere più forte di ogni crisi.

1988: la Palestina dichiara la sua indipendenza
Novant’anni dopo, il 15 novembre 1988, un’altra pagina di storia si scrive dall’altra parte del mondo. A Algeri, durante una riunione straordinaria del Consiglio Nazionale Palestinese, Yasser Arafat proclama la Dichiarazione d’indipendenza dello Stato di Palestina.
Il documento, ispirato ai principi delle Nazioni Unite e scritto dal poeta Mahmoud Darwish, riconosce la risoluzione ONU del 1947 e dichiara Gerusalemme capitale. È un atto politico e simbolico che dà voce a un popolo senza Stato.
La dichiarazione fu riconosciuta da oltre cento Paesi, ma non da Israele e dagli Stati Uniti. L’anno successivo, Arafat avviò il dialogo con Washington, aprendo la strada ai futuri Accordi di Oslo, che nel 1993 sembrarono avvicinare la pace.
Trentasette anni dopo, quella speranza resta sospesa. Ma il 15 novembre 1988 rimane una data fondativa: il giorno in cui la Palestina mise per iscritto la sua esistenza politica e morale, affermando al mondo che anche i sogni hanno diritto di cittadinanza.
Nati oggi: tra arte e impegno
Tra i nati il 15 novembre spiccano due volti molto diversi, ma ugualmente iconici. Ed Asner (1929–2021), attore americano e storico presidente del sindacato SAG, simbolo del cinema sociale e dell’impegno civile a Hollywood. E Lily Aldridge, modella statunitense nata nel 1985, tra i volti più noti di Victoria’s Secret, incarnazione della bellezza contemporanea che ha saputo reinventarsi tra moda e business digitale.
Scienza, libertà e coraggio
Il 15 novembre è un giorno che guarda avanti. Dalla fede di Alberto Magno alla rivoluzione brasiliana, fino alla voce di un popolo in cerca di pace, tutto racconta lo stesso impulso: trasformare il pensiero in azione.
Perché ogni progresso — religioso, politico o umano — nasce da chi ha il coraggio di immaginare un mondo diverso.






