Il 14 novembre è una data che intreccia sacrificio, conquista e confessione. Dalla fede di un frate croato martire in Terra Santa al coraggio degli astronauti dell’Apollo 12, fino alla confessione che scosse Buckingham Palace, questo giorno racconta tre modi di affrontare l’ignoto: la fede, lo spazio e l’amore.
San Nicola Tavelić, il martire croato
Il santo del giorno è San Nicola Tavelić, francescano croato nato a Sebenico nel XIV secolo e considerato il primo martire della Terra Santa. Entrò giovanissimo nell’Ordine dei Frati Minori e, dopo anni di predicazione in Bosnia, partì per Gerusalemme con tre confratelli per evangelizzare i musulmani.
Era il 1391. I quattro religiosi decisero di predicare apertamente la fede cristiana davanti alle autorità islamiche, in un gesto tanto coraggioso quanto estremo. Furono arrestati, torturati e infine bruciati vivi fuori dalle mura della città. Tavelić e i suoi compagni vennero canonizzati nel 1970 da Paolo VI.
Oggi San Nicola Tavelić è il simbolo di testimonianza e libertà spirituale, di chi sceglie di rischiare tutto pur di restare fedele alla propria vocazione. Un martirio che continua a risuonare in tempi di conflitti religiosi e intolleranze sempre più sottili, ma non meno feroci.
1969: Apollo 12, la seconda volta sulla Luna
Il 14 novembre 1969, dalla base di Cape Kennedy, parte la missione Apollo 12, seconda spedizione con equipaggio sulla Luna. Il razzo Saturn V decolla sotto una pioggia torrenziale, colpito da due fulmini nei primi secondi di volo. Per un attimo sembra finita, ma il comandante Charles “Pete” Conrad e il pilota Alan Bean mantengono la calma e portano a termine la missione.
Sei ore dopo l’allunaggio, gli astronauti scendono sul suolo lunare nell’Oceanus Procellarum, a pochi metri da una sonda automatica lanciata due anni prima: è il primo atterraggio “di precisione” nella storia dello spazio. L’Apollo 12 dimostra che l’uomo non solo può raggiungere la Luna, ma può tornarci e farlo meglio.
Pete Conrad, al momento di mettere piede sul suolo lunare, rompe il protocollo e pronuncia una frase rimasta leggendaria:
«Chi dice che tutti gli uomini devono essere alti un metro e ottanta per andare sulla Luna?»
Una battuta ironica, ma profonda: dietro la leggerezza, la consapevolezza che il coraggio non ha statura, solo visione.

1991: Carlo e Diana, la favola incrinata
Il 14 novembre 1991, il Principe Carlo d’Inghilterra ammette per la prima volta pubblicamente la crisi con Diana Spencer, spezzando l’immagine della coppia perfetta che aveva incantato il mondo negli anni Ottanta.
In un’intervista alla BBC, il principe confessa: «Il nostro matrimonio non è un letto di rose». È l’inizio della fine di un’illusione.
Quell’ammissione, seguita da mesi di scandali, tradimenti e dichiarazioni incrociate, segna la rottura tra la monarchia e la fiaba. La stampa inglese, affamata di contraddizioni, trasforma la vicenda in un reality ante litteram. Carlo e Diana, intrappolati nel loro ruolo, diventano icone tragiche di un’epoca mediatica: due persone reali rese irriconoscibili dal peso della rappresentazione.
La separazione ufficiale arriverà nel 1992, il divorzio nel 1996, ma il mito di Diana – la principessa fragile e ribelle – non si spegnerà mai. E il 14 novembre resta una data-simbolo: il giorno in cui l’amore lasciò spazio alla verità.
Nati sotto il segno dell’arte e del sogno
Tra i nati di oggi spiccano Josh Duhamel (1972), attore americano dallo sguardo intenso, noto per film come Transformers e Love, Simon, e Claude Monet (1840), padre dell’Impressionismo, il pittore che fece della luce la sua religione.
Monet, con i suoi riflessi e le sue nebbie, ci ha insegnato che ogni istante è irripetibile; Duhamel, sullo schermo, continua a cercare quel momento in cui emozione e realismo si incontrano.
Un giorno tra fede, spazio e fragilità
Il 14 novembre è un viaggio nelle dimensioni dell’uomo: la fede che brucia, la scienza che osa, l’amore che crolla e si trasforma. Da Gerusalemme alla Luna, da Londra a Parigi, è una giornata che racconta l’eterno bisogno di cercare — Dio, il cielo, o semplicemente sé stessi.






