Il 13 novembre è un giorno che intreccia spiritualità, genialità e catastrofi naturali. Dalla dolcezza mistica di Sant’Agnese di Assisi all’immaginazione senza confini di Walt Disney, fino al disastro del Nevado del Ruiz, la montagna colombiana che nel 1985 cancellò un’intera città, questa data racconta la fragilità e la potenza dell’animo umano.
Sant’Agnese di Assisi, la forza della dolcezza
Il santo del giorno è Sant’Agnese di Assisi, sorella di Santa Chiara e una delle prime compagne di San Francesco. Nata nel 1197, abbandonò la vita agiata per seguire la sorella nel convento di San Damiano. La famiglia cercò di riportarla a casa con la forza, ma Agnese resistette, difesa — raccontano le cronache — da una misteriosa energia divina che rese pesante il suo corpo come pietra, impedendo a chiunque di spostarla.
Divenne abbadessa e fondò diversi monasteri dell’ordine delle Clarisse, dedicando la vita alla povertà, all’umiltà e alla preghiera. Morì nel 1253, pochi giorni dopo Chiara, quasi a voler suggellare anche nella morte un legame che il tempo non poteva spezzare.
Oggi Sant’Agnese è il simbolo della fedeltà ai propri ideali, un modello di resistenza spirituale in un mondo che troppo spesso confonde forza con durezza.
1940: Fantasia, l’arte diventa musica
Il 13 novembre 1940, a New York, Walt Disney presenta al mondo Fantasia, un film che non è solo un classico dell’animazione, ma un manifesto artistico. Un’esperienza visiva e sonora che unisce musica sinfonica e immaginazione in un modo mai visto prima.
Topolino, nei panni dell’apprendista stregone, danza tra note di Bach, Beethoven e Stravinskij, mentre gli strumenti della Philadelphia Orchestra diretta da Leopold Stokowski si fondono con i colori.
All’epoca fu un azzardo visionario: costò una fortuna, incassò poco, eppure cambiò per sempre la storia del cinema. Disney, con la sua testardaggine da sognatore, aprì la strada a un nuovo linguaggio: quello dell’arte popolare che parla all’anima.
Oggi Fantasia è considerato uno dei capolavori assoluti del Novecento, un film che anticipò di decenni la fusione tra immagine, suono e tecnologia. Un viaggio nel meraviglioso che ci ricorda che anche la fantasia può essere una forma di fede — in ciò che ancora non esiste, ma che può prendere vita.

1985: Nevado del Ruiz, la tragedia annunciata
Il 13 novembre 1985, in Colombia, il vulcano Nevado del Ruiz erutta dopo 69 anni di silenzio. Una colata di fango e cenere, generata dallo scioglimento dei ghiacciai sommitali, travolge in pochi minuti la città di Armero. Più di 23.000 persone muoiono soffocate, sepolte o trascinate via.
La tragedia non fu solo naturale, ma anche umana. I geologi avevano lanciato l’allarme settimane prima, ma le autorità ignorarono gli avvertimenti. La montagna, chiamata dagli indigeni “la dormiente che sogna fuoco”, si risvegliò nel peggiore dei modi.
L’immagine di Omayra Sánchez, la bambina rimasta intrappolata tra le macerie e morta dopo tre giorni di agonia sotto gli occhi del mondo, divenne un simbolo della negligenza e del dolore collettivo.
Da quella tragedia nacque una nuova coscienza sulla prevenzione dei disastri naturali, ma anche la consapevolezza che la natura non perdona chi la ignora.
Compleanni sotto il segno dell’arte
Il 13 novembre porta con sé due stelle di Hollywood: Whoopi Goldberg, nata nel 1955, e Gerard Butler, classe 1969. Goldberg è l’emblema della versatilità, capace di passare da Ghost a Sister Act fino all’attivismo per i diritti civili. Butler, con il suo fascino ruvido, ha incarnato il guerriero moderno — da 300 a Law Abiding Citizen — dimostrando che anche l’azione può avere una sfumatura romantica.
Tra fede, arte e memoria
Il 13 novembre è un giorno di contrasti: il silenzio dei conventi di Assisi, la sinfonia di Disney, il boato di un vulcano. Tre linguaggi diversi, un unico messaggio: la forza umana di creare, credere e resistere.






