Il 12 ottobre è una di quelle date che racchiudono secoli di storia e umanità. È la giornata di San Serafino da Montegranaro, il frate cappuccino che predicava con l’umiltà, ma anche l’anniversario di due episodi che hanno scosso il mondo: lo sbarco di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo nel 1492 e il celebre gesto di Nikita Krusciov alle Nazioni Unite nel 1960. Fede, esplorazione e politica si intrecciano in un racconto che parla di coraggio, rivoluzione e destino.
San Serafino da Montegranaro, il santo che predicava col sorriso
Nato nel 1540 nelle Marche, Felice Rapagnano – poi conosciuto come San Serafino da Montegranaro – fu un frate cappuccino dall’animo semplice e profondamente spirituale. Non aveva studiato teologia né retorica, ma sapeva parlare al cuore della gente. Entrato giovanissimo nell’ordine, trascorse la vita come portinaio di convento, accogliendo chiunque bussasse: ricchi, poveri, disperati, curiosi.
La sua santità non nacque dai miracoli spettacolari, ma dalla quotidianità vissuta con amore.
Accoglieva con un sorriso, ascoltava senza giudicare e trovava nelle piccole cose la grandezza della fede. Morì nel 1604, e nel 1767 fu canonizzato da Papa Clemente XIII. Oggi è ricordato come il santo dell’umiltà, esempio di spiritualità autentica e disarmante nella sua semplicità.

1492: il giorno in cui il mondo cambiò rotta
Il 12 ottobre 1492, dopo un viaggio di oltre due mesi, Cristoforo Colombo avvistò terra. Credeva di aver raggiunto le Indie, ma si trovava davanti a un continente sconosciuto: l’America. Quello sbarco segnò l’inizio dell’età moderna e la fine del Medioevo, cambiando per sempre la mappa del pianeta.
L’impresa di Colombo fu un atto di coraggio visionario.
Partì con tre navi – la Niña, la Pinta e la Santa Maria – sostenuto dal re e dalla regina di Spagna, e tornò con una scoperta che avrebbe trasformato la storia dell’umanità. Ma quella conquista portò con sé anche ombre profonde: la colonizzazione, la schiavitù e la distruzione delle culture indigene.
Oggi, in Spagna e in molti Paesi dell’America Latina, il 12 ottobre è festa nazionale, celebrata come Giornata della Hispanidad o Día de la Raza. Una ricorrenza che, pur tra controversie, continua a ricordare come ogni scoperta nasca da un gesto di audacia – e ogni audacia porti con sé un prezzo.
1960: Krusciov e la “scarpa dell’ONU”
Tre secoli e mezzo dopo, un altro 12 ottobre fece il giro del mondo.
Nel 1960, durante una seduta all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il leader sovietico Nikita Krusciov reagì a un discorso di un delegato filippino battendo una scarpa sul tavolo. Un gesto eclatante, in piena Guerra Fredda, che divenne simbolo di un’epoca dominata da tensioni e sfide globali.
Krusciov, erede di Stalin e protagonista del disgelo con l’Occidente, voleva mostrare forza e rabbia contro le accuse all’URSS. Ma quell’atto impulsivo rivelò anche la fragilità del potere sovietico, costretto a difendere la propria immagine con gesti teatrali.
La “scarpa dell’ONU” resta uno dei momenti più iconici del Novecento: un colpo di scena che racconta meglio di mille parole la follia e il nervosismo di un mondo sull’orlo del conflitto nucleare.
Hugh Jackman, tra forza e armonia
Il 12 ottobre 1968 nasceva Hugh Jackman, attore australiano capace di unire muscoli e sensibilità.
Celebre per il ruolo di Wolverine nella saga degli X-Men, è anche un raffinato interprete teatrale e cantante, protagonista del musical The Greatest Showman.
Artista completo, ha saputo conquistare pubblico e critica con un equilibrio raro tra energia e grazia, diventando uno dei volti più amati di Hollywood.
Il 12 ottobre è un giorno che parla di scelte: quelle di chi osa cambiare il corso delle cose, con un atto di fede o di coraggio. Da San Serafino, che trovò Dio nell’umiltà, a Colombo, che sfidò l’ignoto, fino a Krusciov, che fece tremare il mondo con una scarpa.
Ogni gesto, piccolo o grande, può riscrivere la storia.






