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Bonifici tra parenti 2025, cambia tutto: le regole nascoste che il Fisco non perdona

by Andrea Casamassima
8 Settembre 2025

Nel 2025, l’Agenzia delle Entrate continua a monitorare con attenzione i trasferimenti di denaro tra familiari. I bonifici non sono vietati, ma se non adeguatamente documentati rischiano di essere interpretati come redditi non dichiarati. Per evitare contestazioni fiscali è fondamentale conoscere le regole, le franchigie previste dalla legge e le migliori pratiche da adottare. In qualità di commercialista, ti spiego passo passo tutto quello che c’è da sapere.

Perché i bonifici tra parenti attirano i controlli

Negli ultimi anni l’Italia, in linea con le direttive europee e con la normativa antiriciclaggio, ha rafforzato il sistema di monitoraggio dei flussi bancari. Ogni movimento di denaro può essere segnalato se considerato anomalo, soprattutto quando non trova una giustificazione logica nei redditi dichiarati.

In particolare, i bonifici tra familiari possono destare sospetti se:

  • non hanno una causale chiara,

  • coinvolgono importi elevati,

  • si ripetono con frequenza senza motivazioni,

  • non sono supportati da documentazione aggiuntiva.

La logica del Fisco è semplice: se arriva denaro sul conto di un contribuente, questo potrebbe rappresentare reddito imponibile. Spetta quindi al cittadino dimostrare che si tratta di una donazione o di un prestito familiare, e non di un compenso occulto.

Bonifici tra parenti 2025, cambia tutto: le regole nascoste che il Fisco non perdona – Alanews.it

Cosa dice la legge: donazioni e imposte

I trasferimenti tra parenti rientrano nella disciplina delle donazioni regolata dal D.Lgs. 346/1990 (Testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta sulle successioni e donazioni).

Le principali regole:

  • Coniuge e parenti in linea retta (genitori-figli, nonni-nipoti): franchigia di 1.000.000 € a beneficiario, con aliquota del 4% sulla parte eccedente.

  • Fratelli e sorelle: franchigia di 100.000 €, con aliquota del 6% sulla parte eccedente.

  • Altri parenti fino al 4° grado e affini in linea retta: nessuna franchigia, aliquota 6%.

  • Altri soggetti: nessuna franchigia, aliquota 8%.

👉 Questo significa che un genitore può trasferire a un figlio fino a 1 milione di euro senza pagare imposte, purché la donazione sia formalizzata correttamente.

Causale del bonifico: cosa scrivere per evitare problemi

Uno degli errori più comuni è scrivere causali vaghe come “regalo”, “sostegno” o “aiuto”. Queste possono non bastare in caso di verifica.

Ecco alcune causali consigliate:

  • “Donazione liberale da genitore a figlio per spese universitarie”

  • “Sostegno familiare per acquisto prima casa”

  • “Aiuto economico tra coniugi per spese domestiche”

  • “Donazione liberale occasionale tra fratelli”

Più la causale è specifica e coerente, più sarà facile dimostrare che si tratta di una donazione e non di reddito occulto.

Prestito o donazione? La differenza è fondamentale

Non tutti i trasferimenti di denaro tra familiari sono donazioni. Spesso si tratta di veri e propri prestiti.

  • Donazione: trasferimento definitivo, senza obbligo di restituzione. Per somme rilevanti dovrebbe essere registrata con atto notarile o scrittura privata autenticata.

  • Prestito familiare: somma che dovrà essere restituita, anche senza interessi. In questo caso è consigliabile redigere una scrittura privata con data certa, registrata all’Agenzia delle Entrate (costo fisso di 200 €).

👉 Un prestito non documentato rischia di essere considerato donazione occulta e quindi tassabile.

Soglie di attenzione per i controlli

Non esiste una soglia ufficiale oltre la quale scatta automaticamente un accertamento, ma l’esperienza professionale dimostra che:

  • Bonifici occasionali fino a 2.000-3.000 € raramente attirano verifiche, se motivati.

  • Per somme oltre 5.000 € è sempre meglio predisporre documentazione (scrittura privata o dichiarazione firmata).

  • Oltre 10.000 € l’operazione può essere segnalata ai fini antiriciclaggio dalla banca.

Sentenze recenti: cosa ha detto la giurisprudenza

  • Corte Tributaria Regionale Puglia, sent. 4378/2024: i bonifici da genitore a figlio, se motivati come atti di liberalità, non costituiscono reddito imponibile.

  • Cassazione n. 18725/2019: la prova dell’origine non reddituale del denaro deve essere “analitica e documentata”. Non basta una dichiarazione generica.

Queste decisioni rafforzano l’idea che la tracciabilità e la documentazione sono essenziali per difendersi in caso di contestazione.

Documenti da conservare

Per prevenire problemi, è utile conservare:

  • Copia del bonifico con causale chiara.

  • Eventuale scrittura privata (donazione o prestito).

  • Comunicazioni scritte (email, messaggi) che testimonino l’intenzione.

  • Per prestiti: piano di restituzione firmato dalle parti.

Questi documenti possono fare la differenza in caso di accertamento fiscale.

Le alternative al bonifico: assegni e contanti

  • Assegno bancario o circolare non trasferibile: valido ma meno pratico. Sempre da intestare al beneficiario.

  • Contanti: sconsigliati, perché oltre i 5.000 € non sono consentiti dalle normative antiriciclaggio e sono difficili da giustificare.

Errori da evitare assolutamente

  1. Usare causali generiche o lasciarle vuote.

  2. Fare trasferimenti frequenti senza spiegazioni.

  3. Non formalizzare prestiti tra familiari.

  4. Superare le franchigie senza registrare la donazione.

  5. Usare contanti per importi rilevanti.

Consiglio da commercialista

Se hai intenzione di trasferire somme significative a un parente:

  • valuta se si tratta di donazione o prestito,

  • formalizza l’atto con un notaio o con una scrittura privata registrata,

  • conserva sempre la documentazione,

  • inserisci causali chiare e precise,

  • controlla franchigie e aliquote in base al grado di parentela.

Ricorda: prevenire è sempre meglio che difendersi da un accertamento.

I bonifici tra parenti non sono vietati, anzi rappresentano un gesto di sostegno e solidarietà molto comune. Ma nel 2025, con i controlli fiscali sempre più capillari, è fondamentale trattarli con la stessa attenzione di qualsiasi altra operazione finanziaria.

Scrivere una causale corretta, mantenere la tracciabilità e predisporre la documentazione giusta non è una formalità, ma la vera chiave per evitare che un atto d’amore si trasformi in un problema fiscale.

Il consiglio, da commercialista, è semplice: informati, pianifica e documenta. Solo così potrai gestire i tuoi trasferimenti familiari in totale serenità.

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