Dal 1° ottobre è entrata in vigore una novità che cambierà profondamente il sistema dei controlli stradali in Italia. Con il decreto direttoriale 305/2025, ogni Comune, Provincia e Regione ha l’obbligo di censire tutti i propri autovelox nel nuovo registro ministeriale. Il termine è fissato a 60 giorni: entro fine novembre ogni dispositivo dovrà essere registrato con marca, modello, posizione e relativa documentazione.
Si tratta di un passaggio storico, perché senza iscrizione al portale, le multe elevate dagli apparecchi rischiano di essere dichiarate nulle. Una circostanza che potrebbe innescare un’ondata di ricorsi da parte degli automobilisti, mettendo in difficoltà migliaia di amministrazioni locali.
Autovelox, cosa cambia per gli automobilisti
La novità è significativa per chi si mette al volante. Per la prima volta sarà disponibile, sul Portale dell’Automobilista, un elenco ufficiale di tutti gli autovelox regolarmente registrati. In questo modo gli automobilisti avranno la possibilità di verificare la legittimità delle sanzioni ricevute.
Se un dispositivo non risulta iscritto, la multa potrà essere contestata in sede legale. Ma anche i dispositivi censiti dovranno dimostrare di essere in regola con il nodo più controverso: quello tra “approvazione” e “omologazione”. Su questo punto la giurisprudenza non è sempre stata uniforme: in passato la Cassazione ha annullato verbali proprio perché l’autovelox utilizzato non era considerato correttamente omologato.

I rischi per i Comuni e le possibili conseguenze
Il nuovo sistema rappresenta una vera e propria corsa contro il tempo per gli enti locali. I grandi Comuni, dotati di strutture amministrative e tecniche più solide, sembrano in grado di rispettare la scadenza. Diverso il discorso per i piccoli centri, che potrebbero incontrare difficoltà nella raccolta della documentazione necessaria.
Il rischio, in caso di ritardi, è di trovarsi con multe annullate e bilanci comunali compromessi. Non va dimenticato, infatti, che in molte città gli autovelox rappresentano una fonte rilevante di entrate. Se migliaia di verbali dovessero essere invalidati, le conseguenze economiche sarebbero pesanti.
Un futuro più trasparente?
L’obiettivo dichiarato del Ministero è quello di portare maggiore trasparenza e uniformità nel sistema dei controlli elettronici. In futuro, le app di navigazione e i sistemi di bordo delle auto potranno sincronizzarsi con l’elenco ministeriale, fornendo agli automobilisti un quadro aggiornato e ufficiale dei dispositivi attivi.
Un passo avanti verso un rapporto più chiaro tra cittadini e istituzioni, anche se la fase di transizione rischia di trasformarsi in un terreno fertile per i ricorsi. Nei prossimi mesi si capirà se questa rivoluzione porterà davvero a più sicurezza sulle strade o se, al contrario, si tradurrà in un contenzioso di dimensioni mai viste.



