Bergamo, 27 dicembre 2025 – Anche dopo la conclusione delle festività natalizie, il fascino del presepe continua a risvegliare emozioni e tradizioni in tutta Italia, animando borghi e città con la sua ricca simbologia. Questo rito popolare, spesso definito “il Vangelo in dialetto”, conserva un ruolo centrale nella cultura religiosa e artistica, rappresentando non solo la fede ma anche la memoria storica, sociale e artistica delle comunità.
Il Rinascimento del Presepe nel 2025: dati e curiosità
Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Telepass, società del Gruppo Mundys, l’interesse per il presepe nel 2025 ha registrato un incremento superiore al 18% rispetto agli anni precedenti. Questo trend testimonia come la tradizione del presepe non sia mai passata di moda, ma anzi si confermi come un potente motore di mobilità turistica durante il periodo natalizio. Il presepe, infatti, non è più confinato agli ambienti domestici, ma si esprime anche attraverso allestimenti permanenti in musei, chiese e botteghe artigiane, trasformandosi in un vero e proprio percorso esperienziale tra arte e fede.
Rilevante è il ruolo delle aziende specializzate nella produzione e nella vendita di articoli per il presepe, come Mondo Presepi, fondata nel 2007 da Stefano Treccani nella bassa bresciana. L’azienda offre oggi un vasto assortimento di oltre 6.000 prodotti, che spaziano da statue tradizionali a diorami pasquali, integrando anche effetti elettronici e movimenti meccanici per rendere il presepe un’opera sempre più dinamica e originale. La qualità artigianale e la passione per questa arte rendono Mondo Presepi un punto di riferimento sia a livello nazionale che internazionale.
Tappe imperdibili per ammirare il presepe in Italia
Tra le tappe più significative per scoprire la ricchezza del presepe italiano vi è il Museo del Presepio di Dalmine (Bergamo). Nato nel 1975 grazie all’impegno di don Giacomo Piazzoli, conserva oltre 900 opere che spaziano dal presepe napoletano settecentesco, considerato il massimo esempio di arte presepiale, a composizioni di epoche e provenienze diverse, tra cui un’accurata ricostruzione di una bottega artigianale ottocentesca bergamasca specializzata nella produzione di figure in gesso. La collezione si estende anche a presepi provenienti da varie parti del mondo, tra cui Spagna, America Latina, Africa e Asia, accompagnati da raccolte di immagini, francobolli e musiche natalizie.
A Milano, nelle chiese lungo i Navigli, spicca un presepe di carta e cartone realizzato nel 1750 dal pittore Francesco Londonio. L’opera, conservata nella chiesa di San Marco, è un esempio di tecnica scenografica che dona alle figure una sorprendente vitalità e leggerezza. Le due rappresentazioni del presepe, dedicate rispettivamente alla Natività e all’Epifania, testimoniano la capacità narrativa dell’artista, tanto da valergli l’incarico di scenografo al Teatro alla Scala.
Bologna offre invece un presepe dal forte valore storico e umano. La Basilica delle Sette Chiese in piazza Santo Stefano custodisce il presepe più antico con statue lignee a grandezza naturale scolpite alla fine del Duecento e dipinte nel 1370 dal pittore Simone dei Crocifissi. Le figure, con abiti dettagliati, raccontano con forza l’arrivo dei Magi, e nei giorni dell’Epifania continuano ad attirare fedeli e appassionati. Il Museo Davia Bargellini ospita fino all’11 gennaio la mostra “Presepi dalla collezione Forlai”, con figure tra il Settecento e l’Ottocento, che rappresentano personaggi popolari e contadini, simboli di un copione ormai radicato nella cultura locale.
Da Roma al Sud Italia
Roma custodisce anch’essa presepi di grande rilievo storico e artistico, tra cui quello napoletano settecentesco nella Chiesa dei Santi Cosma e Damiano e l’Altare del Presepe nella Basilica di Santa Maria Maggiore, scolpito da Arnolfo di Cambio nel 1291. Quest’ultimo è considerato il presepe più antico di Roma e rappresenta un capolavoro di arte sacra, meta di devozione e visite culturali.
Nel Sud Italia, la tradizione campana trova la sua espressione nel presepe del Duomo di Sorrento, risalente al XV secolo, dove la Natività è rappresentata in un paesaggio prospettico che riproduce la morfologia della Penisola Sorrentina. Matera, con i suoi Sassi patrimonio Unesco, offre un presepe naturale che si fonde con l’ambiente urbano, arricchito dal lavoro artistico del ceramista Mario Daddiego, le cui opere in cartapesta rappresentano micro-narrazioni della civiltà contadina lucana.
I Magi e il Presepe: dalla Bibbia all’arte
I Re Magi, figure centrali nella rappresentazione presepiale, sono saggi astrologi citati nel Vangelo di Matteo, che seguirono una stella fino a Betlemme per adorare Gesù Bambino, portando in dono oro, incenso e mirra. Sebbene il testo evangelico non specifichi il numero dei Magi né i loro nomi, la tradizione ne ha fissato tre: Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, rappresentanti simbolici delle tre età dell’uomo e delle tre parti del mondo allora conosciute: Asia, Europa e Africa.
L’episodio biblico, pur privo di riscontri storici certi, ha avuto una straordinaria fortuna iconografica, influenzando profondamente l’arte presepiale e religiosa. Dal Medioevo in poi, i Magi sono stati rappresentati come sovrani con abiti regali e attributi simbolici, accompagnati dalla celebre stella cometa, la cui comparsa nella tradizione artistica si deve a Giotto, che la inserì negli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova all’inizio del XIV secolo, probabilmente ispirato al passaggio della cometa di Halley.
Nelle rievocazioni pittoriche e scultoree, i Magi non sono solo figure religiose ma anche veicoli di narrazioni più ampie, che intrecciano sacro e profano, come attestano le opere di Botticelli e Gentile da Fabriano agli Uffizi, dove la scena dell’Adorazione assume toni fastosi e cortesi, popolata da animali esotici, stoffe ricamate e volti aristocratici.
Giovanni Pascoli e la poesia delle tradizioni natalizie
Il poeta romagnolo Giovanni Pascoli (1855-1912), una delle voci più significative della letteratura italiana di fine Ottocento, ha saputo catturare con sensibilità e intensità il fascino delle tradizioni natalizie. Nella poesia Le Ciaramelle evoca il suono delle ciaramelle, strumenti tipici del periodo natalizio, che richiamano alla mente dolci ricordi d’infanzia e il mistero della notte in cui i Magi compiono il loro viaggio verso la Natività.
Pascoli, profondamente segnato dalle tragedie familiari e dalla ricerca di senso nelle piccole cose quotidiane, ha interpretato la poesia come mezzo per esprimere la dimensione intima e spirituale dell’esistenza. La sua opera si configura come un ponte tra il mondo classico e la sensibilità moderna, offrendo al Natale e al presepe un valore simbolico che va oltre la religiosità, abbracciando la memoria, la comunità e l’identità culturale.
La tradizione del presepe, così come raccontata e vissuta nelle sue molteplici forme, rimane dunque un patrimonio vivo e dinamico, capace di unire fede, arte e storia in un rito che continua a emozionare e a coinvolgere generazioni di italiani e di appassionati in tutto il mondo.






