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“Al Serial Killer Museum si guarda in faccia il pericolo”: il racconto di Filippo Terzani a Newzgen

Dalla sede di Firenze alla nuova apertura di Torino, il museo che indaga l’ombra del true crime senza cedere al sensazionalismo

by Redazione
29 Ottobre 2025
Filippo Terzani

Alanews.it

Non è un luna park dell’orrore, né un percorso pensato per scioccare. Il Serial Killer Museum, nato a Firenze e ora raddoppiato con una nuova sede a Torino, è piuttosto un laboratorio sulla paura, una lente d’ingrandimento sul lato oscuro della mente umana. A raccontarlo ai microfoni di Newzgen è Filippo Terzani, referente del museo, che parla con tono fermo e razionale di un tema che tocca corde profonde della curiosità collettiva. “Il nostro non è un museo dell’orrore, ma un museo criminologico. Chi entra qui non cerca il brivido, ma la comprensione del male”.

Filippo Terzani e il fascino oscuro del true crime

Negli ultimi anni il true crime è diventato un fenomeno globale: serie televisive, documentari, podcast e romanzi che esplorano le vite e le ossessioni dei grandi assassini seriali. In Italia, l’interesse è altissimo. “Il nostro Paese è il secondo al mondo, dopo gli Stati Uniti, per numero di serial killer”, spiega Terzani.
Una statistica che stupisce, ma che aiuta a capire la portata del fenomeno. “Noi latini abbiamo un rapporto passionale con la morte, in qualche modo quasi esoterico. Questo spiega la curiosità, ma anche il bisogno di capire. Guardare il pericolo serve a esorcizzarlo: si guarda il vuoto se si ha paura di caderci”.
Dietro la curiosità morbosa, dunque, si nasconde anche un tentativo di comprensione. Il male, in questa chiave, non è spettacolo ma materia di studio, da affrontare con metodo e rispetto.

Dentro il museo: il racconto del crimine senza compiacimento

Il percorso espositivo del Serial Killer Museum si sviluppa in 10 o 11 sezioni tematiche, ciascuna dedicata a un caso emblematico della storia criminale mondiale. “Abbiamo ricostruzioni scenografiche delle scene del crimine basate su documenti e fotografie storiche”, spiega Terzani. “L’audioguida di circa cinquanta minuti accompagna il visitatore come un podcast immersivo, spiegando la psicologia, il contesto e le dinamiche senza indulgere nel macabro”.
L’ingresso ai minori di 14 anni non accompagnati è vietato: una scelta etica, prima ancora che museale. “La nostra è un’esperienza di conoscenza, non di spettacolo. Non vogliamo scioccare, ma far riflettere”.
Alcuni casi, tuttavia, restano difficili da affrontare anche per un pubblico adulto. “La storia di Albert Fish, il ‘Vampiro di Brooklyn’, provoca spesso forti reazioni. Si tratta di crimini contro bambini di una crudeltà indicibile: l’audioguida è stata scritta con estrema delicatezza per evitare ogni sensazionalismo”.

Un pubblico curioso e consapevole

Sette visitatori su dieci, racconta Filippo Terzani, sono donne. Un dato che non sorprende: “Le donne cercano di capire la psicologia dietro questi crimini, anche perché purtroppo rappresentano il 90% delle vittime dei serial killer. È un modo per guardare in faccia il pericolo”.
Il pubblico, inoltre, è sempre più informato. “Le serie TV e i podcast hanno reso la gente più preparata. Molti arrivano al museo dopo aver visto Mindhunter o Dahmer e vogliono confrontarsi con la realtà dei fatti”. La sfida, oggi, è proprio questa: offrire un racconto che mantenga rigore scientifico e valore educativo, senza cedere alla spettacolarizzazione.

Etica, memoria e nuove aperture

In un’epoca in cui esiste persino un mercato di cimeli macabri — lettere, oggetti o disegni realizzati da assassini — il museo sceglie una direzione diversa. “Noi ci concentriamo sulla ricostruzione fedele e sull’informazione. Evitiamo il collezionismo morboso: non vogliamo trasformare il male in merce”.
Il progetto, però, è in espansione. Dopo Firenze e Torino, una terza apertura è già in preparazione in Italia, seguita da una possibile sede europea nella prossima primavera.
Per Halloween, il 31 ottobre, entrambi i musei resteranno aperti: non per celebrare la paura, ma per comprenderla. “Chi entra qui – conclude Terzani – non esce divertito, ma più consapevole. Perché il vero orrore è ignorare il male, non guardarlo in faccia”.

Tags: Filippo TerzaniSerial Killer Museum

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