Il 1° novembre è un giorno che unisce la dimensione terrena a quella spirituale. La Solennità di Tutti i Santi, istituita oltre un millennio fa, è una festa di luce nel cuore dell’autunno: un invito a guardare oltre la vita quotidiana e ricordare chi ha vissuto nella fede, nel silenzio o nel sacrificio.
La Chiesa cattolica dedica questa giornata a tutti i santi, conosciuti e sconosciuti, “modelli di speranza e perseveranza” — figure che, con o senza aureola, hanno incarnato un’idea di bene.
Ma oggi, tra preghiere e memoria, c’è spazio anche per la storia e la cultura: due eventi, in particolare, legano questo giorno a momenti cruciali della civiltà occidentale.
1512: Michelangelo scopre il cielo nella pietra
È il 1° novembre 1512 quando Michelangelo Buonarroti toglie i ponteggi dalla Cappella Sistina. Dopo quattro anni di lavoro estenuante, l’artista fiorentino consegna al mondo uno dei capolavori assoluti dell’arte.
Nel silenzio del Vaticano, gli sguardi si alzano e trovano un cielo nuovo: la Creazione di Adamo, il Diluvio universale, i profeti e le sibille. Ogni pennellata è un atto di fede e ribellione insieme.
Michelangelo aveva accettato l’incarico quasi controvoglia — era scultore, non pittore — ma il risultato supera ogni aspettativa. Quella volta la mano dell’uomo, nel rappresentare Dio, sembrò quasi toccarlo davvero.
Cinque secoli dopo, la volta della Sistina resta una delle immagini più riprodotte, studiate e imitate del pianeta. Un manifesto della potenza creativa umana.
1993: nasce l’Unione Europea moderna
Saltiamo al 1993, a un altro 1° novembre che segna una rivoluzione — non artistica, ma politica. Entra in vigore il Trattato di Maastricht, che dà vita all’Unione Europea come la conosciamo oggi.
È il giorno in cui la parola “Europa” smette di essere un sogno e diventa una struttura concreta: una moneta comune, un mercato unico, una cittadinanza condivisa.
Il trattato, firmato l’anno prima, definisce le regole del gioco economico e istituzionale del continente, gettando le basi per l’euro e per una cooperazione senza precedenti.
Trent’anni dopo, tra crisi, pandemie e guerre, quell’Europa è ancora in discussione, ma resta l’unico spazio politico capace di unire identità diverse in un destino comune.

Pier Paolo Pasolini, 50 anni di un’assenza che brucia
Il 1° novembre 1975, in una notte cupa e nebbiosa, Pier Paolo Pasolini viene trovato morto all’Idroscalo di Ostia. Un delitto che ha segnato per sempre la storia culturale italiana.
Poeta, regista, intellettuale eretico, Pasolini è stato un uomo in anticipo sui tempi. Denunciava la mutazione antropologica di un’Italia divorata dal consumismo, vedeva nella televisione l’anticamera del conformismo di massa, e amava il popolo quanto lo criticava.
Cinquant’anni dopo, le sue parole sembrano ancora profezia: “Io so. Ma non ho le prove”, scriveva sul potere e sulla verità nascosta.
Oggi, il suo volto torna sui muri, nei film, nelle aule universitarie. È il simbolo di un Paese che non riesce a dimenticare chi lo ha costretto a guardarsi allo specchio.
Due compleanni sotto la luce dell’arte
Il 1° novembre è anche giorno di nascita per due attrici americane dallo stile opposto ma ugualmente carismatiche: Toni Collette (1972), protagonista di The Sixth Sense e Hereditary, e Jenny McCarthy (1972), modella, conduttrice e volto televisivo. Due percorsi diversi, uniti da una stessa data che celebra la metamorfosi, proprio come il giorno di Ognissanti.
Un giorno di luce e memoria
Il 1° novembre unisce santi e artisti, profeti e rivoluzionari. È una giornata che parla di visioni e di verità, di fede e di inquietudine.
Michelangelo guarda verso Dio, Pasolini verso l’uomo.
E in mezzo — come un filo sottile ma indistruttibile — c’è la luce del pensiero, quella che, anche dopo cinque secoli o cinquant’anni, continua a rischiarare la notte.






